Il Consiglio di Stato si esprime dichiarando illegittima la proroga delle concessioni al 2024

Di Antonio Capacchione

Con Sentenza n. 2192 del 01/03/2023, il Consiglio di Stato Sez VI, si è pronunciato, incidentalmente, sulla recente miniproroga approvata dal Parlamento dichiarando che dovrà essere disapplicata.

La sentenza così infatti recita:
” In conclusione giova soltanto soggiungere che, sulla base di quanto affermato dall’Adunanza Plenaria, con le ricordate sentenze nn. 17 e 18 del 2021, non solo i commi 682 e 683 dell’art. 1 della L. n. 145/2018, ma anche la nuova norma contenuta nell’art. 10-quater, comma 3, del D.L. 29/12/2022, n. 198, conv. in L. 24/2/2023, n. 14, che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere, si pone in frontale contrasto con la sopra richiamata disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE, e va, conseguentemente disapplicata da qualunque organo dello Stato.”.

Quindi con questa sentenza il Consiglio di Stato ribadisce quanto deciso con le sentenze dell’Adunanza plenaria per cui dev’essere disapplicata qualsiasi proroga (anche di un solo giorno!) diversa da quella da essa stessa stabilita.

Piccolo particolare sulla cd lentezza giudiziaria.

La Camera di consiglio del Consiglio di Stato per questa sentenza si è tenuta il 16 febbraio.

Quindi 8 giorni prima della entrata in vigore della legge 14 del 24 febbraio 2023 il Consiglio di Stato ha già preannunciato la sua disapplicazione.

Più che tempestiva diremmo preventiva!

Trova ulteriore conferma la fondatezza di quanto da noi ripetutamente chiesto anche in sede di Audizione presso le Commissioni del Senato sul cd _milleproroghe.

È non solo opportuno ma anche necessario che il Parlamento sollevi conflitto di attribuzione contro le sentenze dell’Adunanza plenaria davanti alla Corte Costituzionale.

Diversamente il Governo e il Parlamento sono stati privati delle loro esclusive prerogative legislative in materia.

Insomma in questo Paese chi legifera sulle concessioni demaniali il Parlamento o il Consiglio di Stato?

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