Concessioni, Marzoli (Sib): “Sentenza Cgue su art. 49 rende sempre più urgente intervento governativo”

“La Corte di Giustizia dell’Ue ribadisce quale sia la conformità al diritto europeo e non entra nel merito sul ricorso della Società italiana imprese balneari contro il Comune di Rosignano Marittimo. Il problema è la mancanza di una norma nazionale che il Governo italiano non ha ancora emanato. Sono del tutto d’accordo con le parole del presidente nazionale del Sindacato Italiano Balneari Antonio Capacchione, che sottolinea come “l’interpello del Consiglio di Stato riguardava esclusivamente la conformità al diritto europeo della devoluzione delle opere di difficile rimozione alla scadenza delle concessioni in favore dello Stato, non di terzi privati”, in quanto la domanda “era in riferimento, esclusivamente, alla libertà di stabilimento ex art. 49 del Trattato non anche all’art. 17 della Carta di Nizza sul diritto di proprietà. La Corte di Giustizia ha ritenuto conforme la devoluzione delle opere in funzione della tutela della proprietà pubblica e delle finanze dello Stato. Diverso è il caso di confisca in favore di un altro privato eventuale subentrante. A tal proposito si ricorda che con il trasferimento della concessione si trasferisce anche l’azienda che ivi insiste creata dall’attuale concessionario. La mancata previsione di un indennizzo a carico del concessionario subentrante assicurerebbe a costui un arricchimento indebito in contrasto, non solo con i nostri principi costituzionale (v.art.42), ma anche con quelli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (art. 1 del Primo protocollo aggiuntivo) sulla tutela della proprietà”. Siamo a metà luglio e stiamo vivendo un’altra estate nella totale incertezza normativa. La situazione diventa sempre più complessa e il proliferare di sentenze non fa altro che acuire il senso di precarietà vissuto da migliaia di imprenditori, di un settore vitale per l’economia italiana. Diventa ancora più urgente un intervento legislativo chiarificatore da parte del Governo, che fino a oggi è rimasto colpevolmente fermo”.

Consulta: “Illegittima la proroga per il rinnovo delle concessioni in Sicilia”

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle norme che prorogano le concessioni balneari nella Regione Siciliana per violazione della direttiva Bolkestein. Questa decisione riguarda l’articolo 36 della legge di stabilità regionale del 2023, che estendeva al 30 aprile 2023 i termini per presentare le domande di rinnovo delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico-ricreativo e confermare l’interesse all’utilizzazione del demanio marittimo.

La violazione della direttiva Bolkestein, che impone agli Stati membri di mettere a gara le concessioni demaniali in scadenza vietando le proroghe automatiche, è stata uno degli elementi chiave del ricorso. Il governo nazionale ha promosso il ricorso, affermando che il legislatore siciliano ha ecceduto le proprie competenze e violato gli obblighi dell’Unione Europea.

La sentenza, tuttavia, ha un effetto limitato e riguarda solo i concessionari che hanno richiesto l’estensione dopo il 31 dicembre 2022. Le associazioni di settore, rappresentate da Gianpaolo Miceli della Cna Balneatori, sostengono che l’impatto della sentenza sarà relativo per i circa 3.000 concessionari siciliani. Miceli ha inoltre richiesto al governo nazionale di fornire una normativa chiara e condivisa con Bruxelles per risolvere l’incertezza istituzionale.

Le norme siciliane impugnate perpetuavano il sistema delle proroghe automatiche delle concessioni, che era stato più volte giudicato illegittimo dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea. Questo differimento dei termini per la presentazione delle domande di proroga ostacola la concorrenza, mantenendo un regime che favorisce i concessionari esistenti a discapito di nuovi operatori economici.

La legge di stabilità regionale del 2023 reiterava il differimento dei termini per le richieste di proroga, mentre la legge statale 118 del 2022 aveva abrogato le proroghe automatiche delle concessioni fino al 2033, dichiarandole incompatibili con l’ordinamento dell’Unione Europea. La giurisprudenza europea aveva già dichiarato illegittimi i rinnovi automatici delle concessioni demaniali.

La Corte ha concluso che la proroga delle concessioni balneari nella Regione Siciliana è illegittima poiché contrasta con l’articolo 12 della direttiva Bolkestein e con l’articolo 117, primo comma, della Costituzione italiana, perpetuando un sistema di proroghe automatiche che ostacola la concorrenza e l’accesso al mercato per nuovi operatori economici.

Questa sentenza sottolinea la necessità di un quadro normativo chiaro e conforme alle direttive europee per gestire le concessioni demaniali marittime, garantendo trasparenza e concorrenza nel settore.