Associazione Turistica Balneare Siciliana chiede conferma del rilascio delle concessioni al 2033

Allo scopo ha incontrato l’Onorevole Ignazio Abbate, Presidente della Commissione Affari Istituzionali dell’Assemblea Regionale Siciliana,

Una delegazione dell’Associazione Turistica Balneare Siciliana, ha incontrato in data 1° luglio l’Onorevole Ignazio Abbate, Presidente della Commissione Affari Istituzionali dell’Assemblea Regionale Siciliana, per discutere sulla problematica riguardante il Demanio Marittimo della Sicilia ed, in particolare, sull’applicazione della direttiva Europea 123/2006 – Bolkestein.
Lo afferma Antoni Firullo, presidente dell’ Associazione, “Abbiamo chiesto di voler proporre al Presidente della Regione Sicilia la conferma della Legge regionale numero 24/2019 e le prescrizioni del Decreto Arta numero 137/Gab del 21.05.2020, al fine di confermare il rilascio delle concessioni demaniali al 31 Dicembre 2033, per i seguenti motivi”:

  • la Sentenza del Consiglio di Stato, approvata in adunanza plenaria n.17 e 18 del 09.11.2021, ha evidenziato al Governo Nazionale, l’inapplicabilità dell’estensione automatica o tacita del titolo concessorio;
  • i concessionari della Sicilia non hanno ottenuto l’estensione automatica o tacita del proprio titolo ma soltanto dopo una specifica richiesta, tramite il portale, dalla quale l’Amministrazione Regionale si è riservata di convalidare l’estensione al 31.12.2033: fatte salve le successive verifiche che saranno effettuate dall’amministrazione;
  • la Regione Sicilia, a differenza del resto d’Italia, ha rilasciato il titolo concessorio valido al 2033 dopo un nuovo iter istruttorio e il pagamento dei “diritti fissi” di Euro 250,00 al fine di consentire a questo Ufficio di procedere al rilascio, una nuova fidejussione assicurativa a garanzia fino al 2033; il pagamento del 2% per la registrazione del nuovo decreto concessorio;
  • in Sicilia, l’occupazione del Pubblico Demanio Marittimo, ai fini della balneazione, incide il 19% circa su 1.500 Km di costa con tipologie di attività diverse come: bar, ristorante, pizzeria, Stabilimenti balneari (8%), aree attrezzate, etc. .
  • la Regione Sicilia ha già individuato e approvato procedimenti per rilasciare nuove aree in concessione:
  • 1) di breve durata, tre mesi, ai sensi del Decreto Assessoriale numero 351/Gab del 07.10.2019, aggiornato con Decreto Assessoriale numero 38 Gab del 31.05.2021, che possono essere autorizzate anche se non riconosciute nei PUDM dei Comuni Costieri e fino a cinque metri da una struttura balneare esistente;
  • 2) di sei anni (legge regionale numero 32, articolo 2, del 16.12.2020, pubblicata in GURS del 21.12.2020; nel 2016, la nostra regione ha tutelato i beni in concessione prorogando tutti i titoli demaniali in corso di validità fino al 31.12.2020, sottolineando che l’articolo 12 della Direttiva Europea 123/CE del 2006 si applica solo qualora il numero di autorizzazioni disponibili in atto per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, D.A. numero 319/GAB del05.08.2016; – che, per i fatti sopra esposti e in applicazione del comma 1 dell’articolo 12 della Direttiva Europea 123/2006, non vi sono dubbi sulla regolarità e la validità dei nostri titoli concessori fino al 2033 in quanto esistono le risorse.
  • Il Presidente ha ascoltato con molto interesse gli interventi dei concessionari presenti, conclude Firullo, con l’impegno di proporre le nostre richieste alla Commissione Affari Istituzionali, al Presidente della Ragione e alla Giunta Regionale.
    Un confronto importante che ci fa ben sperare nella salvaguardia dei nostri investimenti e, soprattutto, per lo sviluppo turistico della Sicilia.

Concessioni, Legambiente: “Subito 50% di spiagge liberi in tutti i comuni”

“Mentre l’Unione Europea continua a bacchettare l’Italia sulle concessioni balneari, il nostro Governo tace e non agisce” così si è espresso Legambiente dopo che la Commissione la scorsa settimana ha evidenziato “ritardi nell’attuazione di procedure di aggiudicazione trasparenti e competitive” con conseguente “mancanza di redditività per le autorità pubbliche”.

Lo Stato, infatti, dalle concessioni balneari incassa una cifra irrisoria. “Meno di 100 milioni di euro all’anno, una cifra irrisoria per la quale la Corte dei conti ha strigliato tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni. Sia la Corte di Giustizia europea che il Consiglio di Stato hanno poi ribadito che le concessioni non possono essere rinnovate automaticamente e che la proroga decisa dal Governo Meloni è illegittima. Nel frattempo, negli ultimi 50 anni, abbiamo perso oltre 40 milioni di mq di spiagge a causa dell’erosione costiera, un’area sufficiente ad ospitare 12mila stabilimenti balneari”.

Anche in questo caso le iniziative di contrasto secondo Legambiente “sono state nulle se non inefficaci e peggiorative. Insomma, non sarà Bruxelles a sottrarre le spiagge ai balneari: ci ha già pensato l’erosione costiera. Ma di questo gli operatori del settore sembrano non preoccuparsi”.

Legambiente tiene a sottolineare che “sono tutti impegnati a difendere il privilegio di concessioni eterne e ad accaparrarsi le spiagge ancora libere, individuate dalla mappatura fatta alcuni mesi fa dal Governo e dettagliatamente contestata dalla Commissione. Più passa il tempo più si avvicinano le salate multe europee che tutti saremo costretti a pagare”.

Infine, l’associazione che difende l’ambiente ricorda l’atteggiamento virtuoso di alcune realtà balneari che però non sono state premiate, né tenute adeguatamente in considerazione. “È un vero peccato non aver usato questi anni per definire bandi di gara che tenessero conto della qualità dell’offerta – proseguono da Legambiente – e che prevedessero premialità ambientali per quei gestori attenti alla sostenibilità: proposte plastic free, ricorso alle rinnovabili, uso di prodotti a km0, strutture leggere e facilmente amovibili e altre azioni per rendere competitive le nostre aziende familiari”.

“Basta proroghe. Subito procedure di trasparenza amministrativa. Subito 50% di spiagge libere su ogni comune. Basta perdere tempo! Basta perdere spiagge!” concludono da Legambiente.