La regione Abruzzo predispone il bando tipo per i comuni

La Giunta regionale dell’Abruzzo, nella sua recente seduta ordinaria su proposta del presidente Marco Marsilio, ha adottato un provvedimento specifico per attivarsi nel rinnovo delle concessioni demaniali a fini turistico-ricreativi. Ha incaricato la struttura tecnica competente di elaborare un bando tipo che i Comuni abruzzesi dovranno utilizzare per pubblicare gli avvisi necessari all’assegnazione delle concessioni, in conformità con le normative europee, nazionali e regionali. Gli indirizzi specifici per la valutazione delle offerte, fino al riordino della disciplina statale in materia, includono i seguenti criteri:

  1. Procedure Selettive: Le concessioni devono essere affidate tramite procedure selettive che rispettino i principi di imparzialità, non discriminazione, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità.
  2. Equo Indennizzo per il Concessionario Uscente: Fino al riordino della normativa statale, è necessario considerare gli investimenti effettuati, il valore aziendale e i beni materiali e immateriali dell’impresa. Il subentrante deve corrispondere un equo indennizzo al concessionario uscente, determinato da una perizia giurata a spese di quest’ultimo, che tenga conto del residuo ammortamento degli investimenti e del valore reddituale dell’impresa turistico-balneare.
  3. Esperienza Gestionale: È importante valorizzare adeguatamente l’esperienza gestionale, tecnica e professionale già acquisita in relazione all’attività oggetto di concessione, applicando criteri di proporzionalità e adeguatezza.
  4. Salute e Sicurezza: Le offerte devono dare adeguata importanza agli obiettivi di salute e sicurezza dei lavoratori, protezione dell’ambiente e salvaguardia del patrimonio culturale.
  5. Sostenibilità Ambientale: Le strutture devono essere pianificate per ridurre al minimo l’impatto ambientale e l’inquinamento del mare.
  6. Disciplina Uniforme delle Procedure Selettive:
    • Accesso alle PMI: Le procedure devono favorire l’accesso alle micro, piccole o medie imprese turistico-ricreative, sociali e sportive operanti in ambito demaniale marittimo, stabilendo priorità nella valutazione delle domande.
    • Qualità del Servizio: La qualità e le condizioni del servizio offerto agli utenti devono essere considerati, valutando i programmi di intervento proposti per migliorare l’accessibilità e la fruibilità delle aree demaniali, specialmente per i soggetti con disabilità, e assicurando un impatto minimo su paesaggio, ambiente ed ecosistema. Le preferenze andranno ai programmi che prevedano attrezzature non fisse e amovibili.
    • Considerazione delle Precedenti Concessioni: Bisogna valorizzare e considerare adeguatamente la posizione dei soggetti che, nei cinque anni precedenti l’avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato una concessione come principale fonte di reddito per sé e la propria famiglia, tenendo conto anche della titolarità di altre concessioni o attività imprenditoriali o professionali nel settore.

Questi criteri mirano a garantire una selezione equa e trasparente delle concessioni, promuovendo la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente, oltre a valorizzare le esperienze e gli investimenti delle imprese già operanti nel settore.

Confapi: “Sì a riforma balneari ma non penalizzare imprenditori”

“I balneari sono imprenditori che danno lavoro a decine di migliaia di persone e quindi, come tali, vanno tutelati. La riforma che ci chiede l’Europa deve essere implementata perché la concorrenza è il sale del sistema imprenditoriale, ma come Confapi riteniamo che non debba assolutamente essere punitiva nei confronti di chi ha sempre investito nella propria attività”. Così in una nota il presidente di Confapi, Cristian Camisa.
    “A parità di offerte, dunque, sia garantita la continuità aziendale e soprattutto venga stabilito un metodo per valutare l’avviamento. Al contempo è indispensabile aumentare il gettito statale, oggi indubbiamente insufficiente rispetto ai chilometri di splendide coste che l’Italia può vantare”, prosegue.
    Per Camisa “è giusto e corretto che, qualora si cambi, chi deve uscire abbia una buonuscita calcolata su parametri oggettivi tra cui, ad esempio, gli investimenti fatti oltre ad altri parametri come fatturato e utili. Insomma – conclude – occorre trovare una soluzione condivisa tra Stato, Regioni, Comuni e operatori. Per farlo si parta da una reale mappatura dello status quo ricordando i tanti sacrifici e investimenti che tante micro, piccole e medie imprese hanno fatto per dare lavoro e per mantenere e qualificare un’eccellenza tutta italiana”.
    (ANSA).