Bellaria, partenariato pubblico privato per le concessioni

La Giunta Comunale di Bellaria Igea Marina ha dato il via libera a un ambizioso progetto di rivitalizzazione dell'arenile, adottando la deliberazione n. 178 dello scorso 30 ottobre. Si tratta di una partnership pubblico-privata presentata dalla realtà locale organizzata dalle cooperative di bagnini e gestori di servizi balneari della zona.​ La proposta è partita dalla base: le stesse cooperative che ogni giorno operano sulle spiagge di Bellaria e Igea Marina hanno chiesto di unire le forze con l'amministrazione comunale per realizzare interventi importanti sull'arenile. La richiesta risale a gennaio 2024, e dopo mesi di confronto e negoziazione, il progetto è stato perfezionato e ora è pronto per avanzare.​ L'idea è di trasformare il waterfront senza gravare sulle casse comunali. Gli interventi più importanti includono la realizzazione di una nuova tratta del Lungomare Pinzon, miglioramenti alla sicurezza con sistemi di videosorveglianza, potenziamento dei servizi di salvamento in mare, e azioni concrete contro l'erosione dell'arenile.​ Non è stato trascurato nemmeno l'aspetto ambientale: il progetto punta a mantenere e migliorare la qualità delle acque di balneazione, aspetto cruciale per una destinazione turistica come quella romagnola.​ Un elemento centrale del progetto è il mantenimento di una suddivisione in numerosi lotti concessori. Questo significa che la spiaggia non sarà gestita da un unico grande operatore, ma sarà divisa tra tanti piccoli imprenditori locali. Una scelta deliberata per tutelare le micro e piccole imprese a conduzione famigliare, il vero cuore dell'economia balneare locale.​ Per guidare questo percorso complesso, la Giunta ha stabilito un sistema di controllo articolato. Ogni decisione importante verrà sottoposta al parere congiunto di due figure chiave: il Dirigente della gestione del territorio e il Direttore amministrativo. Questo garantisce che tutte le sfaccettature del progetto—aspetti legali, tecnici ed economici—siano vagliate con attenzione.​ Il progetto è stato dichiarato immediatamente eseguibile, il che significa che non ci sono ostacoli burocratici a proseguire. Ora l'amministrazione dovrà proseguire con le valutazioni tecniche e finanziarie necessarie per mettere il tutto a base di gara. L'obiettivo è garantire trasparenza e competitività nel processo di affidamento.​ L'approvazione all'unanimità della Giunta rappresenta una rara convergenza intorno a un progetto di sviluppo territoriale. Amministrazione e operatori privati hanno lavorato insieme per trovare soluzioni che vanno oltre il semplice affidamento delle concessioni: si tratta di una visione condivisa di come rigenerare lo spazio pubblico della spiaggia, creando valore non solo economico ma anche sociale e ambientale per la comunità locale. La Critica di Chiamamicittà: Dal Monopolio alla Fine delle Piccole Imprese L'articolo di Chiamamicittà, pubblicato l'8 novembre 2025, presenta una narrazione completamente opposta, sintetizzata nel titolo provocatorio "Un solo bando, un solo padrone: Bellaria cede la spiaggia alle multinazionali".​ Le principali critiche sollevate riguardano: Concentrazione e rischio monopolistico: Mentre la delibera sostiene di tutelare i piccoli operatori attraverso i numerosi lotti, l'articolo critico paventa che il modello del "project unico" con un solo bando apra la strada a grandi operatori o multinazionali, capaci di presentare progetti articolati e investimenti ingenti che le piccole imprese familiari non potrebbero sostenere. Distorsione della concorrenza: Il modello del partenariato pubblico…

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Il TAR richiama Roma Capitale: “ostruzionismo nell’accesso agli atti” sulla gara per le concessioni del litorale

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha richiamato Roma Capitale per la gestione non trasparente della procedura di gara riguardante l’affidamento di 31 concessioni demaniali marittime sul litorale romano. Con l’ordinanza emessa il 28 ottobre 2025, il TAR ha accolto – seppure parzialmente – l’istanza presentata dalla società Il C. s.r.l., che lamentava il rifiuto dell’Amministrazione di rendere pienamente accessibili gli atti della procedura di gara relativi al lotto A.23, aggiudicato alla società B. s.r.l. Dopo aver partecipato alla gara classificandosi seconda, “Il Corsaro” aveva chiesto di visionare la documentazione amministrativa e le offerte presentate dalla prima classificata, al fine di verificare la regolarità delle dichiarazioni e dei requisiti. Roma Capitale, tuttavia, aveva negato l’ostensione di parte rilevante dei documenti, oscurando dati anagrafici e dichiarazioni rese ai sensi del d.P.R. 445/2000, giustificando tale scelta con esigenze di tutela della privacy e del segreto tecnico-commerciale. Il TAR, nel ricostruire la vicenda, ha evidenziato che l’Amministrazione ha fornito i documenti solo dopo mesi di ritardo e in forma parzialmente incompleta, con numerosi “omissis” che hanno impedito alla società istante di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa. Il principio ribadito dal TAR: prevale il diritto alla difesa La Sezione II-ter, presieduta dalla dott.ssa Annalisa Tricarico, ha ricordato che ai sensi dell’art. 24, comma 7, della legge n. 241/1990, “deve comunque essere garantito ai richiedenti l’accesso ai documenti amministrativi la cui conoscenza sia necessaria per curare o difendere i propri interessi giuridici”.Nel caso in esame, il TAR ha riconosciuto che la documentazione richiesta – in particolare la dichiarazione della Benic s.r.l. relativa al carattere “giovanile” dell’impresa e le visure con i dati identificativi dei soci – era strumentale alla contestazione del punteggio attribuito dalla Commissione di gara. Pertanto, il Collegio ha ordinato a Roma Capitale di consegnare integralmente la documentazione amministrativa residua, comprese le dichiarazioni rese ex d.P.R. 445/2000 e le visure societarie senza oscuramenti, entro 30 giorni. Un nuovo richiamo alla trasparenza L’ordinanza rappresenta un ulteriore richiamo alla necessità di trasparenza nelle procedure di gara pubblica, principio più volte ribadito dalla giurisprudenza amministrativa e centrale nel contesto delle nuove gare per le concessioni demaniali marittime.La decisione del TAR, pur compensando le spese di giudizio, sottolinea come l’interesse pubblico alla riservatezza debba cedere il passo al diritto di difesa, soprattutto quando sono in gioco procedure concorsuali e l’assegnazione di beni demaniali. In sostanza, la vicenda mette in luce una criticità ricorrente: la resistenza delle amministrazioni comunali a garantire piena accessibilità agli atti, anche in presenza di un chiaro interesse giuridico dei concorrenti.Un atteggiamento che, nel caso di Roma Capitale, è stato censurato dal giudice amministrativo come incompatibile con i principi di legalità, trasparenza e buon andamento dell’azione amministrativa.