Bolkestein: “Meritocrazia ambientale” nei bandi per le concessioni demaniali
La corretta applicazione delle norme Natura 2000 nei bandi comunali per le concessioni demaniali marittime rappresenta un nodo critico della governance costiera italiana, con ricadute dirette sulla tutela degli habitat marini e sulla qualità della gestione del litorale. In tale contesto, la risposta ufficiale della Commissione Europea del 12 giugno 2025 alla petizione inviata da Coralba Bonazza, introduce e ribadisce un principio cardine: la “meritocrazia ambientale”, intesa come obbligo per le amministrazioni di selezionare operatori realmente competenti a garantire la tutela ambientale dei siti Natura 2000, valorizzando l’esperienza e la gestione virtuosa, e innalzando gli standard qualitativi del settore. Che cos’è la “meritocrazia ambientale” La “meritocrazia ambientale” è il criterio secondo cui l’affidamento delle concessioni demaniali in presenza di siti Natura 2000 deve premiare l’effettiva capacità tecnico-professionale dell’operatore di prevenire e mitigare impatti sugli habitat e le specie protette. Non si tratta di un vincolo punitivo, bensì di uno strumento selettivo che: valorizza l’esperienza concreta maturata in contesti costieri sensibili; tutela chi ha storicamente operato in modo conforme e sostenibile; impedisce l’ingresso di soggetti privi di competenze ambientali, attratti unicamente da ragioni economiche; eleva la qualità complessiva della gestione costiera, orientando investimenti, innovazione e monitoraggio. Laddove le attività oggetto di concessione insistano su siti Natura 2000 o siano potenzialmente incidenti su di essi, l’amministrazione è tenuta a: integrare nei bandi requisiti e criteri tecnici di selezione legati alla tutela ambientale del sito (competenze del team, piani di gestione e monitoraggio, esperienze pregresse, protocolli operativi su habitat e specie); avviare e concludere, prima dell’affidamento e con motivazione adeguata, la Valutazione di Incidenza (VINCA) commisurata alle caratteristiche del sito e all’intensità/estensione degli interventi; riferire espressamente, negli atti di gara e nei capitolati, alle misure di conservazione e alle cartografie degli habitat, nonché agli obblighi di monitoraggio e mitigazione a carico del concessionario. L’imprenditrice di Comacchio, Coralba Bonazza, denuncia che le Regioni non hanno applicato le indicazioni europee su trasparenza, imparzialità e criteri ambientali nelle gare per concessioni balneari, nonostante una sua pec del 4 luglio con i documenti UE allegati. Dalle verifiche condotte su più regioni costiere emerge un quadro omogeneo di omissioni: molti bandi non menzionano i siti Natura 2000 marini, non prevedono alcun criterio di meritocrazia ambientale, non richiamano le misure di conservazione, non predispongono VINCA, e non riconoscono la continuità gestionale virtuosa come elemento di tutela. Tali lacune non solo contraddicono l’indirizzo europeo richiamato nel 2025, ma rischiano di produrre bandi inefficaci, contenzioso e pratiche gestionali non aderenti agli obiettivi di conservazione. Il principio di “meritocrazia ambientale” affermato nel 2025 impone di riallineare bandi e capitolati al cuore della tutela Natura 2000, specialmente nei siti marini sinora trascurati. L’adozione di requisiti, criteri e obblighi ambientali specifici non penalizza gli operatori: riconosce il valore di chi ha lavorato bene, riduce il rischio di gestione opportunistica e garantisce che l’uso del demanio marittimo sia compatibile e sinergico con la conservazione degli habitat e delle specie protette. In assenza di tale riallineamento, le amministrazioni espongono gli atti a criticità sostanziali e rinunciano…