Legambiente e i balneari di FIBA insieme per la tutela delle tartarughe marine

Legambiente e FIBA (Federazione italiana imprese balneari) – Confesercenti hanno firmato un protocollo d’intesa per tutelare le tartarughe marine che nidificano sui litorali italiani.

Attraverso l’accordo, siglato nell’ambito del progetto europeo Life Turtlenest, la Federazione e l’associazione si impegnano a collaborare per l’attuazione di un programma comune, che prevede l’adozione di un codice di condotta, rivolto agli stabilimenti balneari per una corretta gestione delle spiagge e finalizzato alla tutela delle tartarughe marine e dei loro nidi.

Le tartarughe marine della specie Caretta caretta nidificano sempre di più sulle spiagge italiane. Un fenomeno positivo, ma che richiede attenzione. L’aumento delle temperature, legato al cambiamento climatico, ha ampliato l’areale di nidificazione di questa specie nel Mediterraneo. In questo contesto il progetto Life Turtlenest, realizzato con il contributo del programma LIFE dell’Unione Europea, nasce proprio per tutelare gli habitat di nidificazione della Caretta caretta e per aumentare il successo riproduttivo della specie. Tale scenario vede quindi una grande rilevanza del ruolo dei balneari, fondamentale per la segnalazione e messa in sicurezza dei nidi, ma anche per mantenere l’habitat idoneo alla nidificazione, nonché informare e sensibilizzare il grande pubblico.

L’accordo quadro a livello nazionale con i balneari si traduce in protocolli specifici a livello locale con i singoli gestori dei lidi. Gli stabilimenti, che decideranno di aderire, otterranno il riconoscimento di “Lidi amici delle tartarughe marine” a testimonianza del loro impegno.  Legambiente concederà agli stabilimenti balneari un’apposita bandiera del progetto Life Turtlenest, che dovrà essere esposta in loco. Il riconoscimento potrà essere revocato in caso di inadempienza degli impegni assunti.

In particolare, gli operatori balneari verranno formati per riconoscere le tracce di tartaruga marina e adottare le regole da seguire in caso di presenza di nidi o di piccoli. Verranno istruiti anche a diffondere le informazioni corrette ai turisti sui comportamenti più idonei per non danneggiare nidi e non spaventare gli esemplari in cerca di un luogo appartato.

“Siamo molto soddisfatti per la firma di questo protocollo che denota una crescente attenzione di questa categoria nei confronti della natura e dell’ambiente. Negli ultimi abbiamo registrato nella maggior parte dei casi un crescente interesse da parte dei gestori che vivono la presenza delle tartarughe un valore aggiunto anche per la loro attività – Commenta Stefano Di Marco, Project Manager del progetto europeo Life Turtlenest, coordinato da Legambiente – Il 2023 è stato l’anno dei record con oltre 450 nidi registrati sulle coste italiane. Questo dato dimostra l’urgenza di creare una rete strutturata con diversi attori tra istituzioni, cittadini e, naturalmente operatori balneari per la tutela della Caretta caretta”.

 “Da sempre Fiba è impegnata nella tutela dell’ambiente – afferma Maurizio Rustignoli presidente dell’associazione dei balneari aderente a Confesercenti – attraverso il gruppo di lavoro della Commissione ambiente adottiamo tutte quelle pratiche volte a difenderne l’integrità, dalla cura delle spiagge alla difesa del mare. Ogni progetto volto a preservare la flora e la fauna, in particolare quella dell’ambiente marino, ci trova perciò sempre in prima linea proprio per la costante attenzione che quotidianamente poniamo alla sostenibilità e alla salvaguardia degli ecosistemi marini”

 Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di informazione e sensibilizzazione. Oltre al coordinatore Legambiente, partecipano al progetto europeo la Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; Università La Sapienza di Roma; Università di Barcellona; BETA Technological Centre (UVic-UCC); ENCI; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Regione Lazio, Agenzie per la protezione ambientale della Toscana. Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrà nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna, Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.

Concessioni, Legambiente risponde a Scajola: “Fornisca i dati reali sulla percentuale di spiagge libere”

“Stupisce che un rappresentante delle istituzioni utilizzi il suo ruolo per attaccare un’associazione come Legambiente che ha sempre fatto del rispetto delle istituzioni un proprio valore”. Così il presidente di Legambiente Liguria Stefano Bigliazzi risponde alle parole dell’assessore Scajola dopo la seduta del consiglio regionale in risposta a un’interrogazione sulle spiagge libere e libere attrezzate. L’associazione si è infuriata dopo la dichiarazione dell’assessore Scajola: “Io ogni anno a inizio estate aspetto sempre la benedizione e l’incoraggiamento degli amici di Legambiente, che secondo me – lo dico pubblicamente assumendomene la responsabilità – fanno di tutto tranne che tutelare l’ambiente, perché hanno dati loro che vanno sempre oltre i dati ufficiali dei ministeri e delle istituzioni competenti”.
“Stupisce che ciò avvenga in sede istituzionale ed in assenza dell’ associazione e ringraziamo chi, presente alle dichiarazioni dell’assessore Scajola, è intervenuto in difesa di Legambiente. Riteniamo però necessario che sia il Presidente Toti a ricordare al proprio assessore quale sia il corretto comportamento istituzionale – si legge in una nota di Legambiente -. Nel merito della vicenda spiagge prendiamo atto che l’assessore ritiene che sia bello e piacevole fare il bagno alle foci dei fiumi o sui gradoni di cemento, lo attendiamo in spiaggia per verificare se farà il bagno in uno di quei luoghi che noi indichiamo come inadeguati alla piacevole e libera balneazione oppure in un comodo stabilimento balneare a pagamento”.

“Ne approfittiamo per chiedere, visto che siamo accusati di non usare i dati ufficiali, di farci sapere se esistono stabilimenti balneari a pagamento che hanno il loro spazio su gradoni di cemento o alle foci dei fiumi – proseguono dall’associazione -. Possiamo immaginare la risposta, perché chi investe in uno stabilimento balneare sceglie i posti migliori (oltretutto pagando poco perché in Liguria applicare la Bolkestein e fare dei bandi non è previsto), ma vogliamo avere i dati ufficiali come dice l’assessore. Ricordiamo che stiamo chiedendo l’applicazione di normative italiane ed europee poste a tutela della libera balneabilità, del libero mercato e del diritto di poter andare al mare anche per quei cittadini che non possono permettersi i costi di uno stabilimento balneare attrezzato”.

“Siamo abituati a ragionare sui numeri e su questo ci attacca Scajola, prosegue il comunicato. La legge dice che ogni comune dovrebbe avere almeno il 40% di spiagge libere (o libere attrezzate). Bene, i numeri indicati da Scajola, dicono che in tutta la provincia di Savona la percentuale di spiagge libere è inferiore al 30 per cento e dentro a questo 30 per cento ci sono anche spiagge alle foci dei fiumi, spesso sconsigliate alla balneazione. Un assessore che fa il suo mestiere dovrebbe preoccuparsi di questo ed intervenire per porre rimedio. Invece l’assessore Scajola se la prende con chi denuncia questa situazione ma non fa nulla per risolvere il problema”.