Concessioni, Rimini approva linee guida per evidenze pubbliche

Con la formalizzazione di questo passaggio, si dà quindi mandato agli uffici comunali di predisporre le procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni nel 2024.

La Giunta di Rimini ha approvato l’atto di indirizzo per la regolarizzazione delle concessioni demaniali marittime alla normativa UE, in scadenza il 31 dicembre 2023. Con la formalizzazione di questo passaggio, si dà quindi mandato agli uffici comunali di predisporre le procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni nel 2024. L’avvio del procedimento consente all’Amministrazione comunale di differire la data di scadenza delle concessioni attualmente in essere per il tempo necessario all’indizione delle gare, avvalendosi dell’anno di slittamento ‘per oggettive difficoltà’ previsto dalla legge 118/2022 (il cosiddetto decreto concorrenza Draghi), così come anche concordato con la Regione e gli altri Comuni della costa dell’Emilia Romagna. 

L’approvazione dell’atto di indirizzo arriva a seguito di un corposo lavoro portato avanti durante il corso dell’anno da un tavolo tecnico amministrativo, costituito ad hoc e composto da dirigenti e personale degli uffici comunali, affiancati da un pool di esperti del settore e legali costituzionalisti, al fine di definire un provvedimento il più possibile coerente con le indicazioni provenienti dalle norme comunitarie e dalla giurisprudenza.    

L’atto di indirizzo comprende una ricognizione della situazione delle concessioni in essere (470 concessionari) raggruppate in categorie per tipologia (stabilimenti turistico-balneari,  concessioni rilasciate di ridottissime porzioni demaniali, aree di libero transito sull’arenile, associazioni sportive/dilettantistiche, ecc). Tra i requisiti che saranno valutati al momento delle procedure di evidenza pubblica e che dovranno trovare poi dettagliata applicazione nelle stesse: i requisiti generali dell’aspirante concessionario, la  capacità tecnica e professionale del concessionario,  la capacità finanziaria. Sarà valorizzata la promozione delle piccole e medie imprese, le ricadute occupazionali, la sostenibilità ambientale e l’idoneità degli interventi proposti dagli aspiranti concessionari per assicurare un elevato livello di protezione ambientale e il minimo impatto sul paesaggio. Trattasi di criteri di ordine generale, che saranno quindi maggiormente approfonditi e specificati negli atti relativi alle singole categorie di concessioni. L’atto tiene conto anche della necessità di far svolgere il regolare funzionamento della stagione balneare 2024, prevedendo che nuovi titoli concessori non possano essere rilasciati prima della chiusura della prossima stagione balneare.  

“Questo atto di indirizzo è il frutto di un lavoro durato mesi, che si intreccia con il percorso avviato per l’approvazione del nuovo piano dell’arenile, in un combinato disposto che rappresenta il disegno della spiaggia di Rimini di domani, con l’obiettivo generale di una sempre migliore fruizione e gestione – è il commento dell’Amministrazione Comunale – Per arrivare a questo provvedimento l’Amministrazione si è avvalsa del supporto di consulenti di alto profilo, necessario in considerazione della delicatezza del tema e in grado di poter fornire agli uffici una bussola per orientarsi in un contesto normativo indefinito e confuso, in un’anossia di informazioni e di indicazioni da parte del Governo. Mentre Roma resta ferma, i Comuni sono obbligati a correre, in solitaria”. 

Balneari, Cna Savona: “Situazione di grave incertezza, il Governo deve intervenire subito con norme chiare”

“Come noto il Governo non ha ancora emanato norme chiare e definitive in materia di concessioni balneari. Proprio per questo gli enti locali si stanno di fatto muovendo autonomamente e spesso in direzioni diverse, dove alcuni Comuni, ai sensi del decreto milleproroghe hanno spostato il termine per il riaffido al 31/12/2024, e altri che invece restano inchiodati alla deadline del 31/12/2023. Una situazione quindi di assoluta e grave incertezza”.

“Considerando che la mappatura effettuata all’inizio del 2023 ha evidenziato che solo il 33% delle proprietà demaniali risulta occupato da stabilimenti balneari e che quest’ultima non tiene conto delle proprietà lacuali e fluviali, si è dimostrato ampiamente la non scarsità della risorsa e di conseguenza la non necessità di applicare la direttiva Bolkestein. Il Segretario alla Presidenza della Camera e membro della 10ª Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo, Riccardo Zucconi (FDI), rompe il silenzio con una nota: “Gli esiti del tavolo interministeriale sulla mappatura delle spiagge hanno indiscutibilmente stabilito che in Italia le risorse non sono scarse infatti dall’esame effettuato e da quel dato credo si debba partire per un riordino complessivo del settore. Innanzitutto col predisporre una norma che certifichi come il combinato disposto della legge sulla concorrenza 2022 e del decreto milleproroghe 2023 lasci agli enti concedenti ampi spazi temporali, fino al dicembre 2025, per ricevere le indicazioni sui criteri in basi ai quali si debba procedere concretamente alla applicazione della direttiva in Italia. I passaggi, dunque, dovrebbero consistere sia nel ribadire le suddette scadenze temporali, sia nell’attestare i risultati della mappatura operata dal tavolo interministeriale e nel prevedere nuovi decreti legislativi, visto che quelli previsti dalla legge sulla concorrenza sono ormai scaduti”.

“Sarebbe finalmente possibile – sottolinea Matteo De Ambroggi presidente di CNA Savona – riordinare un settore strategico per l’economia italiana. Occorre adesso che il Governo tracci una legge coerente con quanto emerso”.