Maltempo, Federbalneari chiede stato di calamità naturale ed intervento urgente del Governo

6.000 km di coste italiane colpite da fenomeni climatici violenti. A rischio migliaia di imprese turistiche.

Circa 6.000 km di coste sono state colpite duramente dalle tempeste e marosi di questi giorni, con danni ingenti alle regioni costiere da nord a sud del paese ed alle imprese balneari e turistiche, continuamente esposte alla violenza dei fenomeni climatici. “Ci sono criticitàcostiere importanti, con scompensi alla linea di costa, dovuti ad eventi climatici aggressivi che stanno creando e continueranno a creare problemi sempre più diffusi al turismo balneare” spiega Marco Maurelli, Presidente di Federbalneari Italia, che chiede al Governo Meloni “lo stato di calamità naturale per tutte le regioni coinvolte, convinti che non sia possibile restare inerti di fronte ad un problema così grave. Non possiamo rimanere impantanati nel caos burocratico delle responsabilità” precisa il presidente Marco Maurelli.

Quanto accaduto nei giorni scorsi, e che si prevede possa ripetersi nel corso dell’inverno, “richiede un’ampia riflessione istituzionale, poiché lo Stato ha l’obbligo di mettere in sicurezza le coste del paese e consentire una fase programmatica che preveda tre percorsi: un intervento di somma urgenza, una programmazione di azioni basate su coefficienti di maggiori rischio ed un piano operativo di carattere pluriennale”, chiede Maurelli, che auspica la costituzione di una cabina di regia, in cui siano coinvolti Regioni e Ministero dell’Ambiente, a cui Federbalneari si propone di offrire la propria conoscenza del comparto e del tessuto turistico e produttivo delle fasce costiere.
“Con l’incertezza normativa attuale che riguarda le imprese balneari ed il disastro ambientale provocati dai fenomeni climatici, è necessario una riflessione attenta e veloce della politica sulla stabilizzazione del comparto turistico, perché rischiano di sparire le coste, ma anche le imprese del turismo” aggiunge Marco Maurelli, ricordando che “rischiamo di bloccare l’economia del mare, visto che il turismo delle nostre coste è il primo attrattore turistico del nostro paese, come testimoniano i flussi turistici e la scelta di circa i due terzi degli italiani, che la scorsa estate hanno scelto le vacanze in mare.

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