CNA Balneari: “Ottima risposta del Governo alla Commissione europea”

CNA Balneari esprime soddisfazione per la risposta del Governo alle osservazioni formulate dalla Commissione europea con il parere motivato sul tema delle concessioni balneari italiane.

“Ora – prosegue dice Sabina Cardinali, presidente nazionale di CNA Balneari – è necessario definire i criteri per determinare la sussistenza della risorsa alla luce dei dati della mappatura che, attraverso le conclusioni del tavolo tecnico sulle concessioni, ha evidenziato in maniera chiara e netta un ampio margine di disponibilità per nuove iniziative imprenditoriali e continuità per le attuali concessioni”.

Presupposti questi – sottolinea ancora la Cardinali – per poter procedere all’adozione dei provvedimenti normativi di riordino del settore, fondamentali per dare certezze sul futuro a un comparto costituito da 30mila imprese e per chiudere una vertenza aperta da troppo tempo con l’Europa”. 

Confapi: “Sì a riforma balneari ma non penalizzare imprenditori”

“I balneari sono imprenditori che danno lavoro a decine di migliaia di persone e quindi, come tali, vanno tutelati. La riforma che ci chiede l’Europa deve essere implementata perché la concorrenza è il sale del sistema imprenditoriale, ma come Confapi riteniamo che non debba assolutamente essere punitiva nei confronti di chi ha sempre investito nella propria attività”. Così in una nota il presidente di Confapi, Cristian Camisa.
    “A parità di offerte, dunque, sia garantita la continuità aziendale e soprattutto venga stabilito un metodo per valutare l’avviamento. Al contempo è indispensabile aumentare il gettito statale, oggi indubbiamente insufficiente rispetto ai chilometri di splendide coste che l’Italia può vantare”, prosegue.
    Per Camisa “è giusto e corretto che, qualora si cambi, chi deve uscire abbia una buonuscita calcolata su parametri oggettivi tra cui, ad esempio, gli investimenti fatti oltre ad altri parametri come fatturato e utili. Insomma – conclude – occorre trovare una soluzione condivisa tra Stato, Regioni, Comuni e operatori. Per farlo si parta da una reale mappatura dello status quo ricordando i tanti sacrifici e investimenti che tante micro, piccole e medie imprese hanno fatto per dare lavoro e per mantenere e qualificare un’eccellenza tutta italiana”.
    (ANSA).