Sib, dai balneari nessun rimpianto per Draghi

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Principalmente sua la responsabilità per la legge “ammazzabalneari”.

 

Non sappiamo come andrà a finire l’attuale crisi di governo. È certo comunque che siamo alle “battute finali” del Governo Draghi. Non ci appartengono valutazioni squisitamente politiche ma come per tutte le rappresentanze sociali giudichiamo Governi, partiti e uomini politici esclusivamente dai loro atti nei riguardi delle aziende che si rappresentano E dalle decisioni prese da Draghi per i balneari ricaviamo un giudizio nettamente negativo della sua azione di governo.

L’incarico a Draghi aveva ingenerato nei balneari fiducia e speranza perché convinti che avrebbe utilizzato il suo prestigio europeo per la messa in sicurezza della balneazione attrezzata italiana nell’interesse del Paese. Purtroppo è andata completamente delusa la nostra aspettativa di un suo intervento in nostro favore in sede europea. Al contrario ha, con caparbietà, imposto a un Parlamento giustamente recalcitrante una legge che, di fatto, rischia di distruggere il lavoro di migliaia di famiglie e un modello di servizi balneari di eccellenza che il mondo ci invidia.

Noi balneari non dimentichiamo i ben due consigli dei ministri (il 14 febbraio e il 19 maggio) monotematici sulla questione balneare da lui convocati e nei quali è arrivato a minacciare una crisi di Governo se non si fosse approvato un emendamento confuso e pasticciato che impone le gare ancorché sia possibile il rilascio di nuove concessioni demaniali o non c’è alcun interesse economico transfrontaliero.

E con ciò andando oltre persino a quanto chiarito dalla Corte di Giustizia e chiesto dalla stessa Commissione europea.
E tralasciamo ogni valutazione sulla decisione del Consiglio di Stato che appare frutto di un “gioco delle parti” e definita dal mondo accademico persino “inquietante”.

Ingiusto e grave che i balneari italiani siano stati sacrificati per l’interesse di capitani d’industria o semplicemente per permettere a lui di dimostrare, ai circoli politici ed economici europei ed internazionali, che è un loro degno rappresentante piuttosto, come sarebbe dovuto essere, uno strenuo difensore degli interessi degli italiani.

Ecco perché non siamo preoccupati per le dimissioni annunciate dal Presidente Draghi e per la crisi del suo governo.
Convinti che senza l’ingombrante presenza di Draghi sia possibile una riforma più rispettosa dei balneari, delle altre Istituzioni come le Regioni, i comuni, la stessa Magistratura e soprattutto delle prerogative parlamentari

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