La proroga di cinque mesi dei termini della mappatura (per rilevare il grado di disponibilità della “risorsa spiaggia”), lo slittamento di un anno della messa a gara delle concessioni e l’apertura di un tavolo a Palazzo Chigi. Sono tre provvedimenti chiesti espressamente da Cna Balneari nel corso degli incontri tenuti di recente con il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, sostenuti dalle adesioni della categoria nelle assemblee regionali svoltesi dalla Liguria alla Sicilia.
“La mappatura rileverà la non scarsità della ‘risorsa spiaggia’ con la contestuale disponibilità per programmare nuove iniziative imprenditoriali, assicurando continuità alle attuali 30mila attività familiari e rendendo di fatto inapplicabile la Direttiva Bolkestein alle concessioni ora in essere – spiega il referente dei Balneari per Cna Liguria e Genova, Alessandro Riccomini -. Prima della sentenza della Corte di Giustizia del 2016 era già stata fatta una mappatura con il Sistema Informatico Demaniale che aveva evidenziato la non scarsità della risorsa spiaggia. Inoltre è bene ricordare che dal 2010 le nuove concessioni vengono rilasciate tenendo conto della Direttiva Bolkestein, con scadenze di 5, 6 o 12 anni. Quindi la risorsa, anche in Liguria, non è scarsa in quanto a scadenza queste concessioni tornano ad essere disponibili e vengono nuovamente messe a bando”.
La nuova mappatura, richiesta dal Governo Draghi per avere più dati sulle concessioni demaniali in essere, potrebbe evitare all’Italia nuovi contenziosi in Europa, chiudendo una vertenza che dura ormai da quindici anni.
“Occorre ricordare che questa vicenda non interessa solo gli stabilimenti balneari, come erroneamente spesso passa – sottolinea Riccomini -. Qui si parla di concessioni demaniali per tutte le attività turistico ricreative che insistono sul mare, sui fiumi e sui laghi del nostro Paese. Non solo quindi stabilimenti balneari ma anche chioschetti bar, negozietti, attività di noleggio attrezzature sportive e tante altre realtà”.