La protesta dei balneari al G20 Spiagge, “buio su nostro futuro”

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Avevano annunciato il presidio fuori dall’auditorium di Arzachena e così è stato: dalle 10.30 di questa mattina una delegazione composta da 25 balneari, in prevalenza con concessioni lungo il litorale di Arzachena e Olbia, protesta contro la loro mancata convocazione al tavolo di dibattito in programma per oggi nell’ambito del G20 delle Spiagge, ospitato quest’anno nella cittadina gallurese.

Al centro dell’incontro, che vede sindaci da tutti la Penisola uniti nella volontà di chiedere e ottenere lo status di città balneari, il tema delle “Sfide e prospettive”, un argomento che gli operatori degli stabilimenti galluresi e non solo, avrebbero voluto affrontare, apportando le proprie esperienze ed obiezioni.

“Non siamo invece stati invitati dal sindaco Roberto Ragnedda a prendere parte alla tavola rotonda, – denuncia Francesco Gambella, titolare di uno stabilimento nella spiaggia di Porto Rotondo e segretario regionale dell’associazione italiana imprenditori turistici balneari – ci è stato rivolto un invito solo a partecipare tra il pubblico.

Ma noi volevamo far sentire le nostre ragioni ed è per questo motivo che stamane resteremo qui fuori a presidiare fino al termine dell’incontro, sperando che il primo cittadino ci convochi anche in futuro, perché siamo aperti ad un dialogo costruttivo”.

“Proprio in un momento in cui si affrontano sfide e, soprattutto, prospettive, si è deciso di fare ancora più buio sul nostro futuro – attacca il rappresentante dei balneari – Non si può parlare di turismo balneare quando alcuni Comuni prevedono nei Pul (il piano di utilizzo dei litorali, ndr) la cancellazione di concessioni e il taglio della metà di quelle rimanenti.

Non si può parlare di sviluppo del turismo balneare quando, nella programmazione di quei Comuni, che in estate ricevono 300 mila turisti, non si prevedono i servizi di base come docce, spogliatoi e bagni. Tutto ciò è totalmente contrario al concetto di sviluppo ed accoglienza”.

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