Giuseppe Ricci (ITB Italia) scrive a Draghi: equivoci e verità sulle concessioni balneari

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On. presidente Draghi,

visto il recente accanimento nei confronti del settore turistico balneare è venuto il momento di chiarirsi le idee e di chiarirle ai nostri politici e all’ opinione pubblica: il servizio di balneazione sulle nostre coste è un servizio di sostegno all’ amministrazione pubblica e di assistenza ai turisti… Il concetto che i balneari facciano denaro sfruttando un bene demaniale non sta né in cielo, né in terra..: l’ opera dei nostri balneari non è altro che erogare servizi alla comunità, compiti e servizi (docce, acqua potabile, servizi igienici, sicurezza, giochi bambini, sanificazioni COVID, pronto intervento sanitario…), che altrimenti dovrebbe erogare lo Stato aumentando le tasse…, si perchè noi oltre al pagare il canone e i servizi, dobbiamo anche pagare tasse comunali e regionali, oltre a quelle nazionali..!!
Lo stabilimento balneare ha compiti diversissimi da quelli di una attività cittadina: pulire le aree degli stabilimenti balneari, erogare il servizio di sorveglianza per la sicurezza a mare (compreso il salvataggio in mare), provvedere, in caso di problemi, al primo intervento per la salute dei bagnanti, tenere pulite le spiagge fino alla battigia (non esistono gli spazzini di mare, pur essendo quello degli stabilimenti un pubblici suolo…), tutelare la sicurezza dei bagnanti verso eventuali male intenzionati. Ci sono, poi, i servizi di ristoro da offrire, la gratuità di servizi, quali docce, wc, acqua potabile, giochi e parchetti per i bambini, la sanificazione relativa al COVID ….
Il tutto cercando di far quadrare il cerchio degli stipendi dei dipendenti, dei contributi da pagare, della manutenzione delle attrezzature e al rinnovo delle stesse… Tutte queste attività nelle città sono svolte da vigili urbani, presidi dei carabinieri, addetti alla spazzatura, centri ambulatoriali.. tutte cose che verrebbero a costare molto di più se fornite dallo Stato e quindi con evidenti ricadute sulle tasse urbane e con la ben nota efficienza e attenzione al cittadino dei servizi pubblici italiani! Per non parlare dei rapporti diretti con i cittadini – utenti che la Pubblica Amministrazione considera sudditi…
Adesso, invece, si progetta di espropriare i concessionari !! Se è così … almeno trovateci qualcosa da fare! Ci sono stabilimenti italiani vittime della direttiva Bolkestein: ci sono casi giudiziari che potrebbero avere effetti devastanti sul nostro turismo balneare. Si tratta dei Bagni già sequestrati perché la normativa italiana che proroga le concessioni è contraria alla direttiva europea e dunque non può valere. A dirlo è stata la Corte di Cassazione nel marzo 2019 e pochi giorni fa il titolare dei Bagni in questione si è visto confermare l’effetto di questa sentenza dal Tribunale e siccome questo trattamento è teoricamente applicabile alle 18.000 concessioni circa, cosa succederà adesso? Ma, davvero, si pensa di cacciarci così in malo modo e senza un motivo valido? tanti sono coloro che hanno investito nelle attività balneari per assicurare un posto di lavoro per se e per i propri figli… e, allora, che fare Presidente Draghi
Nell’inerzia dei 9 governi, che si sono alternati dal 2006 e che non sono riusciti a trovare una soluzione che da sempre auspichiamo…e che noi dell’ ITB Italia proponiamo, ovvero l’ estensione delle concessioni (l’ultima estensione fino al 2033 è arrivata con la manovra del dicembre scorso), il far applicare la Direttiva Europea mette a rischio così migliaia di concessioni.
La concessione – è la tesi de giudici – non è valida perché prorogata in violazione del diritto europeo e in particolare dell’articolo 12 della direttiva Bolkestein, secondo cui la legge nazionale “non può prevedere la procedura di rinnovo automatico né accordare altri vantaggi al prestatore uscente”. Un’impostazione che, quindi considererebbe illegali tutte le oltre 50mila concessioni, di ogni tipo, esistenti in Italia….
Il tutto mentre ancora si attende la legge sulla concorrenza, annunciata per luglio, che potrebbe indire le gare per mettere a bando le concessioni balneari italiane, in regime di proroga da decenni nonostante la direttiva Bolkestein…
Come uscirne? Noi ribadiamo che la soluzione va ricercata nel parlamento italiano… ma sicuramente manca la volontà politica. Ecco alcuni suggerimenti da chi di turismo balneare vive:

– chiedere un incontro con Lei direttamente, Presidente Draghi per illustrarle il disagio della categoria per confermarle chiaramente l’ importanza del turismo balneare su tutto il settore del turismo in Italia
– organizzare un incontro con il governo dei rappresentanti delle associazioni balneari per chiedere il superamento della Direttiva Bolkestein e nel frattempo il rinvio della sua applicazione
– organizzare incontri con i rappresentanti delle categorie interessate per definire un piano comune di sviluppo e una soluzione condivisa di continuità per le nostre imprese e, quindi, per i loro attuali conduttori!

Cari politici, amministratori dei beni dello Stato, ministri vari interessati al problema: è ora di risolvere questo pasticcio Bolkestein, un volta per tutte, ricordando che il turismo balneare è una nostra ricchezza che dà lavoro a migliaia di persone, fa venire valanghe di turisti da tutto il mondo ed è un generatore di benessere per la nostra Italia , quindi, non diventi mai una disfatta per noi Balneari italiani perchè sarebbe una disfatta per tutto il nostro sistema turismo!!

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