Il dl Concorrenza approderà in Aula al Senato il 30 maggio per essere votato entro la stessa giornata, dopo aver ricevuto l’ultimo via libera della Commissione Industria il 26 maggio. Lo ha deciso ieri la conferenza dei capigruppo, dopo le sollecitazioni arrivate dal premier Mario Draghi, che aveva chiesto alla Presidente Elisabetta Casellati di chiudere il capitolo Concorrenza entro maggio, in modo da riuscire a portare a casa, tempi tecnici permettendo, tutte le riforme previste entro il primo semestre (fisco, concorrenza e così via).
L’iter al Senato si era bloccato per la questione delle concessioni balneari, affrontata all’articolo 2, che divideva il centrodestra (favorevole a tempi più lunghi e maggiori ristori) dal centro-sinistra. Sul mancato accordo la spada della questione di fiducia, che il governo intende porre in extrema ratio, facendo saltare anche il fragile accordo raggiunto su altri temi chiave. Di qui la scelta di affrontare prima tutti gli altri temi e lasciare in ultimo l’articolo 2 sui balneari.
E’ arrivata intanto la proposta emendativa del viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin, che si propone di facilitare un’intesa, ma ha convinto solo a metà: accettato il rinvio sino a fine 2024 delle gare per le concessioni resta in discussione il meccanismo degli indennizzi.
Il rinvio delle gare è previsto “in deroga” e cioè in pendenza di “un contenzioso o difficoltà oggettive legate all’espletamento del bando” ed è previsto che “l’autorità competente possa differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024”. Prima dell’espletamento delle gare “l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima”.
Quanto alla questione dell’indennizzo a favore delle aziende balneari che non ottengono il rinnovo della concessione, la proposta del governo prevede che si calcoli “sulla base delle scritture contabili” o “di perizia giurata redatta da un professionista abilitato”. L’onere sarà a carico del concessionario subentrante ed a favore dell’uscente per ristorarlo della “perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa”. Resta aperta anche la questione della detrazione degli ammortamenti.(TELEBORSA) 25-05-2022 09:25