Decreto indennizzi in arrivo, Ue potrebbe ridurre ulteriormente aspettative balneari
Il governo è pronto a varare il decreto sugli indennizzi ai concessionari balneari. Sottoscritto dai ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, il testo fornirà le cifre da riconoscere a chi perderà la concessione nelle future “aste”. Dopo diversi rinvii e la bocciatura preliminare da parte della Ragioneria di Stato e del Consiglio di Stato, si attende ora il via libera definitivo. L’Unione Europea ha già chiarito che non ammetterà trattamenti di favore, considerandoli un freno alla concorrenza e un peso eccessivo per chi subentra. I beni “immateriali”, come marchio e avviamento, non potranno essere inclusi nel calcolo dell’indennizzo: si dovranno riconoscere soltanto gli investimenti materiali non ancora ammortizzati negli ultimi cinque anni. Dal canto loro, i balneari ribadiscono che sono seguiti anni di pandemia e incertezze normative, con pochi investimenti realmente effettuati. Tuttavia il governo potrebbe dover rivedere ulteriormente il provvedimento se Bruxelles aprisse un nuovo contenzioso sull’applicazione della direttiva Bolkestein e, più in generale, del diritto comunitario. In precedenza lo schema inviato al Consiglio di Stato ha ricevuto un parere fortemente negativo (doc. 750/2025), che ha evidenziato gravi profili di incostituzionalità e il rischio di creare vantaggi ingiusti per i soggetti uscenti, scoraggiando l’ingresso di nuovi operatori. Criticate anche l’assenza di una compiuta Analisi di Impatto della Regolamentazione e la mancata considerazione dei rilievi di Regioni, ANCI e AGCM. Bruxelles, nella lettera del 7 luglio 2025, ha confermato che solo gli investimenti materiali non ammortizzati potranno essere indennizzati, escludendo ogni elemento intangibile come avviamento o marchi. Senza correzioni, il decreto rischia di violare il diritto UE. Di fronte a questa situazione, i rappresentanti del settore balneare hanno assunto una posizione di fermezza. Tommaso Magnani, presidente dell'Associazione balneari di Viareggio, ha dichiarato: "Se si dovesse arretrare ancora di più, saremmo di fronte a una situazione in cui si chiede ai balneari di andarsene a costo zero. Ma questo non è possibile, non lo accetteremo mai". I balneari hanno annunciato di essere pronti a portare le amministrazioni pubbliche in tribunale, come confermato dallo stesso Magnani: "Andremo in tutte le sedi giudiziarie". La categoria lamenta che i criteri proposti sono "davvero riduttivi", considerando che si tratta di anni caratterizzati da pandemia e incertezze normative in cui pochi hanno potuto investire. Marco Daddio, presidente dei balneari di Lido di Camaiore, ha aggiunto: "In questo momento la nostra categoria è al centro di una sorta di spirale negativa. Finiranno col farci passare per simpatici, visto come si accaniscono tutti contro di noi. Cosa mi aspetto dal Governo? Che, dopo averci fatto ingoiare le 'aste', ci tuteli dal punto di vista degli indennizzi". Anche Antonio Capacchione, presidente nazionale del Sib Confcommercio, ha inviato una richiesta di chiarimento al Governo sui numerosi aspetti, controversi della normativa, sottolineando come la categoria si trovi di fronte a richieste contraddittorie una delle quali è la stipula di un assicurazione contro gli eventi naturali per aziende di cui non si vuol riconoscere il valore aziendale.