Antonio Capacchione (Sib): Sbatti il mostro in prima pagina

“Quando l’ironia è a servizio dei potenti contro i lavoratori”

E’ a tutti evidente che è in corso una campagna mediatica contro i balneari italiani accusati di pagare poco allo Stato e di guadagnare tantissimo. Si stanno utilizzando dati diffusi da Legambiente che sono fuorvianti e falsi e sui quali ci riserviamo ogni azione anche in sede giudiziaria.
In questa campagna di stampa calunniosa che solletica furbescamente l’odio e l’invidia sociale si è accodato da ultimo Crozza che nella scorsa puntata del suo spettacolo ha ironizzato sui presunti canoni bassi; la cementificazione della costa e l’assenza di spiagge libere. Ha riferito del canone e delle tariffe di un albergo superlusso della Sardegna dotato di servizio di spiaggia; parlato di un bagno in cemento della sua Genova; mostrato l’immagine di una spiaggia densamente attrezzata con ombrelloni e lettini per concludere con la solita macchietta di Briatore.
Al di là dei dati sbagliati forniti (il canone minimo non può essere inferiore a 2500,00 euro; il gettito complessivo di 108,milioni non contiene quello pagato alle Regioni a statuto speciale né le addizionali anche del 100% in più versato alle Regioni e ai Comuni) sono i balneari che chiedono una revisione dei criteri di determinazione dei canoni perché ingiusti: c’è chi paga tantissimo e chi pochissimo.
La cementificazione della costa riguarda la realizzazione di lottizzazioni abitative e villaggi turistici piuttosto che i chioschetti dei balneari. Il 60 per cento del demanio (il 91 per cento in Puglia; i dati sono quelli ufficiali della Regione) è privo di concessioni balneari e la presunta carenza di spiagge libere deriva dalla impossibilità della loro fruizione per la retrostante proprietà privata. Su questo è’ doveroso discutere e confrontarsi con serietà sulla base di dati corretti evitando generalizzazioni infamanti e arbitrarie.
I canoni non sono bassi per tutti i concessionari (ci sono canoni demaniali in molti casi per decine e centinaia di migliaia di euro) così come le tariffe non sono alte dappertutto (generalmente non superano 15,00/20,00 euro giornalieri per una postazione completa). E’ profondamente ingiusto aver descritto i balneari italiani come nababbi, evasori e cementificatori. Aver dato il volto di Briatore alle decine di migliaia di onesti lavoratori prima ancora che sbagliato è profondamente offensivo.
Prima di abbandonarsi a queste accuse infamanti avrebbe dovuto far riflettere Crozza e i suoi autori la circostanza che il primo a scagliarsi contro i balneari lo scorso 23 settembre scorso sia stato Bonomi – il capo degli industriali italiani – e che la “punta di diamante” di questa vergognosa campagna di stampa sia, da mesi, il quotidiano della Confindustria. Potrebbe essere istruttivo per Crozza vedere, se non l’ha visto o se lo ha dimenticato, il bel film degli anni settanta “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio con il grande e indimenticabile Gian Maria Volontè.
Si potrebbe ironizzare osservando: Legambiente e Confindustria uniti nella lotta! Ma il tentativo in atto di espellere migliaia di famiglie dal settore privandole del loro lavoro e delle loro aziende è troppo serio e grave per riderci sopra.
In questo caso Crozza non ha fatto ridere ma semplicemente piangere nel vedere come sia facile diventare, si sarebbe detto una volta dalle mie parti, non tanto il “compagno che sbaglia” ma semplicemente il “servo sciocco dei padroni”!

Croatti (5 stelle): subito mappatura delle concessioni

“Proponiamo da subito un tavolo di confronto tra tutte le forze politiche per mettere ordine al sistema degli stabilimenti balneari e al governo Draghi chiediamo che la mappatura, prevista nel ddl Concorrenza, abbia tempi rapidi al fine di consentire chiarezza e garantire trasparenza sulle concessioni, i canoni, i metri quadri; soltanto poche regioni infatti hanno un albo dedicato che metta ordine sul tema”. Così in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti.

Per il MoVimento 5 Stelle “il rinnovo delle concessioni tramite gara è un’opportunità che dovrà necessariamente centrare alcuni importanti obiettivi: tutelare le imprese virtuose che investono e creano lavoro; consentire anche ai giovani di diventare concessionari senza dover ereditare la concessione; salvaguardare i consumatori, affinché possano fruire di servizi migliori e a costi calmierati ed equi; preservare e valorizzare il patrimonio demaniale attraverso innovazione e tutela dell’ambiente”.

Una riforma c”he garantisca competitività è necessaria anche alla luce di alcuni dati pubblicati in questi giorni che indicano come le entrate complessive previste dai canoni demaniali del nostro Paese siano solo di 105 milioni di euro e che, ulteriore beffa, ne vengano versati solo 80. In questo 25% non versato ci sono evidentemente attuali concessionari che meritano l’esclusione dalle gare”.

“Non c’è ulteriore tempo da perdere, dobbiamo cancellare troppi anni di incertezza per il settore, rilanciare gli investimenti e guardare al futuro del turismo balneare. In questo senso risultano ancora più incomprensibili le dichiarazioni di alcuni politici regionali dell’Emilia Romagna che continuano a prendere tempo, raccontando e illudendo i balneari nonostante la sentenza del Consiglio di Stato sia stata chiara e puntuale”.