Covid, Green pass per eventi e matrimoni? Ok da imprese settore

Assoeventi e Fenailp, ‘No ad Italia a colori, nuova chiusura significherebbe l’estinzione’

Il Green pass è già la regola per poter partecipare ad una festa di matrimonio o di comunione. Dunque il settore lo sta sperimentando con successo. “Siamo l’unico settore che sta già lavorando con il Green pass dal 15 giugno, da quando siamo ripartiti: l’accesso ai matrimoni e ad altre cerimonie avviene con l’esibizione del Green pass”. E’ quanto sottolinea il presidente di Assoeventi-Confindustria Michele Boccardi, intervistato dall’Adnkronos in vista della cabina di regia di martedì che dovrà decidere l’eventuale introduzione del Green pass in Italia, per partecipare a eventi pubblici, concerti, ecc, a fronte dell’aumento dei contagi da covid 19 dovuti alla variante Delta.

“Devo dire che questa precauzione funziona, unita ai rigidi protocolli che abbiamo messo a punto. Facciamo gli scongiuri – prosegue Boccardi – ma ad oggi, nonostante, il numero elevatissimo di nozze che si stanno celebrando non abbiamo riscontrato alcun contagio nelle nostre strutture, né tantomeno focolai”.

Semaforo verde al Green pass anche dalle aziende collegate al turismo, dai bar e ristoranti agli stabilimenti balneari, alberghi, pubblici esercizi, rappresentate dalla Fenailp. “Se il Green pass sarà in grado di risollevare il comparto turistico e, di conseguenza, l’economia del nostro Paese, allora ben venga l’adesione su larga scala” afferma all’Adnkronos Tullio Galli, coordinatore nazionale del turismo della Fenailp (Federazione Nazionale Autonoma Imprenditori e Liberi Professionisti).

“Piuttosto che prospettare una situazione di ‘chiusure a colori’ che, purtroppo, ben conosciamo avendole sperimentate da diversi mesi, – rimarca Galli – allora è meglio obbligare a portarsi dietro il Green pass e mostrarlo all’ingresso ma continuare a lasciare aperti indistintamente bar, ristoranti, alberghi e pubblici esercizi”. E gli fa eco Boccardi: “una nuova chiusura significherebbe l’estinzione…”.

Fonte: AdnKronos

 

Erosione del potere politico: La burocrazia vera causa dell’estinzione del Paesaggio anche costiero.

Si cambia, cambiando , non di certo parlando di cambiamento .

È ancora possibile immaginare un equilibrio tra uomo e paesaggio, siamo ancora in tempo a valorizzare il contesto costiero con il fare Impresa? 
Partiamo innanzitutto coscienti che l’Uomo è il primo elemento del paesaggio da tutelare. È proprio l’interscambio di ruoli tra uomo e paesaggio che può  valorizzare il contesto costiero, attraverso  una nuova e necessaria condizione mentale e un diffuso senso di responsabilità civile. Per responsabilità civile intendo anche semplificazione normativa ad interventi più responsabili, veloci e mirati alla tutela paesaggistica. Non possiamo quindi attendere decine di passaggi burocratici che più volte confluiscono nelle Aule di Tribunali. Questa burocrazia è la vera causa dell’estinzione del Paesaggio anche costiero  , inutili perdite di tempo, ma sopratutto sovrapposizioni di Enti, competenze istituzionali molte volte conflittuali tra esse. 
In circa 10 anni il paesaggio costiero è mutato, con rarissimi interventi di manutenzione e sopratutto si è operato in micro unità fisiografiche. Non mi pare di ricordare azioni della politica regionale a creare una visione di manutenzione costiera diffusa , che di fatto è stata preferita alla  politica delle community lybrary, che di fatto seppur importanti, hanno testimoniato la mancanza di volontà politica a presentare all’Utenza la costa  in piena fruibilità per la sua vocazione sopratutto turistica. L’autentica  legittimazione del potere politico regionale sulla costa pugliese  si fonda su altro: sull’impegno a non considerare essenziale, e quindi a non esigere interventi pianificati.
Manca un processo politico di avvicinamento e dialogo con i territori con le comunità e quindi con le imprese. 
Oramai abbiamo sperimentato,   sulla nostra pelle di imprese balneari come nel caso delle proroghe delle concessioni demaniali marittime e del piano costa leccese come l’onnipotenza politica liquida delle  osservazioni  puntuali , scientifiche, come valutazioni non accoglibili  ed inappropriate. Ricorrere al giudizio dei Tribunali è metodo consolidato per difendere il lavoro e non solo. 
Anche la prima giornata, che ho seguito in streaming, del convegno organizzato da Legambiente a Lecce, sul paesaggio costiero, purtroppo evidenza tra gli interventi la mancanza di visione  dell’agire, grandi concetti, elenchi isolati di  una serie di fragilità ambientali , vani esempi di difesa costiera, tutti verticistici a convincimenti al non fare piuttosto che intervenire.  La politica da per scontato che Lecce ed il Salento siano un territorio a vocazione turistica, ma non è così scontato mantenere un’accoglienza adeguata sotto tutti i profili attraverso la politica dimostrata a tutt’oggi del non fare, di mancanza di potere decisionale politico. 
La politica regionale , la politica leccese non può stare sempre all’ombra, anche perché sulla costa anche il verde è in piena erosione .  

Mauro Della Valle 
Pres. Federazione Imprese Demaniali Salento e Puglia