Licordari, Assobalneari: “Il Parlamento intervenga per bloccare la norma ammazzabalneari”

 

Assobalneari esprime soddisfazione per l’esito delle ultime giornate istituzionali. La decisione di avviarsi verso la fine della Legislatura e anticipare l’appuntamento elettorale del 2023 rappresenta un importante gesto di coraggio e responsabilità da parte delle forze politiche coinvolte.

“Gli ultimi mesi hanno chiaramente dimostrato come le forze politiche che componevano il Governo di unità nazionale, per la troppa differenza di ideali e fini, non fossero in grado di affrontare i vari temi all’esame in modo efficace.” dichiara il Presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari – “Esempio eclatante ne è l’approccio utilizzato da esecutivo e Parlamento riguardo l’annoso tema della revisione delle concessioni balneari su cui il Parlamento, incapace di incidere e svolgere quindi il proprio ruolo, è stato mero esecutore della decisione imposta da Palazzo Chigi”.

Il Paese si trova ormai da mesi a dover fronteggiare emergenze che richiedono la presenza di istituzioni capaci di muoversi in modo sinergico e legiferare in chiave di tutela e supporto del tessuto produttivo nazionale. Ora più che mai, proseguire con una coalizione di Governo caratterizzata da fratture insanabili non coincide con la necessità di tutelare famiglie e imprese italiane.

A seguito delle dimissioni del Presidente Draghi, il Governo rimarrà in carica per il “disbrigo degli affari correnti”, formula ampia e generica che definisce una serie di attività che potranno essere svolte fino alle nuove elezioni e alla formazione di un nuovo Governo. Tra i provvedimenti sui cui il Parlamento invece continuerà a lavorare, è presente il Ddl Concorrenza, che approderà nell’Aula della Camera nella giornata di domani per l’approvazione in seconda lettura, dopo la quale verrà trasmesso nuovamente al Senato.

“Alla luce dei prossimi passaggi che attendono il provvedimento e della nuova situazione politica, Assobalneari chiede con decisione alle forze politiche che compongono il Parlamento, che si erano trovate costrette negli scorsi mesi ad approvare il testo, sottostando al Diktat di Palazzo Chigi, che mette in ginocchio le imprese balneari italiane e applica la Direttiva Bolkestein in un modo differente da quello di altri Paesi europei come Spagna e Portogallo, di intervenire per abrogare la norma, come verrà fatto per altre categorie. Sarebbe incomprensibile nella situazione odierna portare avanti progetti di un Governo mandato a casa. E che nessuno ci venga a raccontare la favoletta che la riforma delle spiagge é legata ai fondi del PNRR perché ormai tutti sanno che é una bugia- conclude il Presidente.

Capacchione, Sib: Per Draghi i balneari sono una ossessione

 

Nelle sue dichiarazioni odierne al Senato il Presidente Draghi ha fatto ripetutamente riferimento alle concessioni balneari alludendo che la riforma del settore rientrerebbe negli impegni del Governo per l’ottenimento delle risorse del PNRR.

È bene chiarire che la riforma delle concessioni demaniali marittime non è prevista dal Pnrr approvato dalla Commissione europea e dal Consiglio europeo. Per cui o il presidente Draghi utilizza il Pnrr per imporre al parlamento provvedimenti legislativi discutibili, ancorché non previsti dallo stesso, oppure vi sono impegni non formali che personalmente ha assunto con gli organi europei e sottratti persino al controllo parlamentare e dell’opinione pubblica.

A questo punto diventa doveroso che chiarisca se c’è o meno un impegno informale di questo genere ed eventualmente quanti altri suoi personali impegni non scritti ha assunto con gli organismi europei che il nostro Paese non conosce. Non dimentichiamo che il Presidente Draghi ha convocato ben due consigli dei ministri monotematici sulla questione balneare per imporre a un Parlamento giustamente dubbioso una legge profondamente sbagliata.

A conferma di una sua personale determinazione al limite dell’ossessione sulla questione balneare.

Nel merito ribadiamo la nostra ferma contrarietà alla delega contenuta nel ddl concorrenza perché confusa e pasticciata, foriera di un contenzioso che rischia di distruggere in poco tempo quanto costruito in decenni di sacrifici da decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che hanno costruito un modello di balneazione attrezzata che il mondo ci invidia.
Modernizzare non è togliere il lavoro a decine di migliaia di famiglie per sostituirle con capitani d’industria con grandi capitali.

Lo abbiamo con forza ribadito nella manifestazione dello scorso 10 marzo in piazza Santi Apostoli a Roma dove cinquemila balneari provenienti da tutto il paese, hanno pacificamente ma fermamente manifestato la loro contrarietà a un provvedimento legislativo dannoso per decine di migliaia di famiglie di lavoratori autonomi ma, anche e soprattutto della nostra Italia, che vede nella sua balneazione attrezzata un elemento di vantaggio competitivo nel mercato internazionale delle vacanze.