Nelle sue dichiarazioni odierne al Senato il Presidente Draghi ha fatto ripetutamente riferimento alle concessioni balneari alludendo che la riforma del settore rientrerebbe negli impegni del Governo per l’ottenimento delle risorse del PNRR.
È bene chiarire che la riforma delle concessioni demaniali marittime non è prevista dal Pnrr approvato dalla Commissione europea e dal Consiglio europeo. Per cui o il presidente Draghi utilizza il Pnrr per imporre al parlamento provvedimenti legislativi discutibili, ancorché non previsti dallo stesso, oppure vi sono impegni non formali che personalmente ha assunto con gli organi europei e sottratti persino al controllo parlamentare e dell’opinione pubblica.
A questo punto diventa doveroso che chiarisca se c’è o meno un impegno informale di questo genere ed eventualmente quanti altri suoi personali impegni non scritti ha assunto con gli organismi europei che il nostro Paese non conosce. Non dimentichiamo che il Presidente Draghi ha convocato ben due consigli dei ministri monotematici sulla questione balneare per imporre a un Parlamento giustamente dubbioso una legge profondamente sbagliata.
A conferma di una sua personale determinazione al limite dell’ossessione sulla questione balneare.
Nel merito ribadiamo la nostra ferma contrarietà alla delega contenuta nel ddl concorrenza perché confusa e pasticciata, foriera di un contenzioso che rischia di distruggere in poco tempo quanto costruito in decenni di sacrifici da decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che hanno costruito un modello di balneazione attrezzata che il mondo ci invidia.
Modernizzare non è togliere il lavoro a decine di migliaia di famiglie per sostituirle con capitani d’industria con grandi capitali.
Lo abbiamo con forza ribadito nella manifestazione dello scorso 10 marzo in piazza Santi Apostoli a Roma dove cinquemila balneari provenienti da tutto il paese, hanno pacificamente ma fermamente manifestato la loro contrarietà a un provvedimento legislativo dannoso per decine di migliaia di famiglie di lavoratori autonomi ma, anche e soprattutto della nostra Italia, che vede nella sua balneazione attrezzata un elemento di vantaggio competitivo nel mercato internazionale delle vacanze.