Balneari: “No a provvedimenti pasticciati, attendere la sentenza del Consiglio di Stato”

Bolkestein e concessioni demaniali, Sib-Confcommercio interviene sul possibile inserimento della questione nella legge delega sulla concorrenza

«Evitare soluzioni frettolose e pasticciate, come quelle adombrate di un possibile inserimento della questione balneare nella legge delega sulla concorrenza, stante la complessità della questione testimoniata anche da pronunce giurisdizionali contrastanti». Questo l’appello rivolto al Governo e al Parlamento oggi da Antonio Capacchione, presidente del sindacato italiano Balneari Fipe/Confcommercio. «È opportuno e necessario attendere il deposito della sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato», ha aggiunto Capacchione.

Ampia e approfondita la discussione, nel corso dei lavori della Giunta di Presidenza a Roma, che ha riguardato, tra l’altro e in modo particolare: lo stato di applicazione della legge 145/2018 e l’esito dei contenziosi giudiziari dalla stessa ingenerati; gli effetti sulla vicenda della ormai prossima sentenza dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato; le soluzioni da adottare per l’imminente scadenza delle proroghe tecniche o di emergenza per le concessioni alle quali non si è applicata la legge 145/2018. «Il Consiglio di Stato potrà fornire solo utili chiarimenti tecnico-giuridici – ha continuato Capacchione – ma spetta comunque alla politica, e, quindi alle istituzioni rappresentative del paese (governo, parlamento e Regioni), dirimere l’intricata vicenda sia per la sua indubbia importanza per l’economia e per la stessa identità nazionale, che soprattutto per le scelte squisitamente politiche da effettuare: dalla salvaguardia delle caratteristiche peculiari delle aziende del settore, prevalentemente a conduzione familiare, al giusto bilanciamento fra i diritti fondamentali di proprietà e lavoro delle aziende, attualmente operanti con quelli della concorrenza».

«Si devono evitare, pertanto, autolesionistici provvedimenti – ha concluso il presidente del Sib – che potrebbero risultare tragici non solo per le decine di migliaia di famiglie impegnate nel settore, ma anche per il paese che rischia di perdere un patrimonio di professionalità e un sicuro elemento di vantaggio competitivo, quanto mai prezioso in questo momento storico, nel quale si sta determinando il rilancio e il riposizionamento del turismo nel mercato internazionale delle vacanze».

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