Balneari: fonti, Governo studia proroghe tecniche ad hoc per Comuni, via alle gare senza proroghe

 

Per le concessioni balneari, il sistema delle gare resta, nessuna proroga di 5 anni è possibile, né è possibile da parte dello Stato esercitare il golden power sulle coste. Il Governo, però, secondo quanto si apprende da chi lavora al dossier, studia l’ipotesi di inserire nell’articolo del ddl concorrenza che riguarda le concessioni alcune proroghe tecniche che facciano slittare la deadline del 31 dicembre 2023 per alcuni Comuni che sono in ritardo e impossibilitati a fare le gare. Il tema è stato affrontato nel corso dell’incontro del presidente del Consiglio Mario Draghi con Matteo Salvini, anche se poi il leader della Lega si è soffermato con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli per un punto tecnico sul dossier. Esclusa, viene riferito, anche l’ipotesi di una mappatura di spiagge e concessione. “Adesso si potrà iniziare a votare il ddl concorrenza – viene riferito – e poi si sbloccherà anche il ddl delega di riforma del fisco”.

 

Si lavora ad un’intesa, ad un accordo, ma di rinviare lo sblocco delle gare per le concessioni balneari -che dovrebbero diventare realtà a partire dal 2024- non se ne parla. Lo spiegano fonti di governo all’Adnkronos, a stretto giro dall’incontro tra Matteo Salvini e il premier Mario Draghi, oggi a Palazzo Chigi.  

Dell’impasse in cui verte il ddl concorrenza, ‘spiaggiato’ per il nodo balneari, in realtà il leader della Lega non ne avrebbe parlato direttamente con il presidente del Consiglio, ma si sarebbe intrattenuto con il segretario alla presidenza Roberto Garofoli, che sta cercando di sbrogliare la matassa, non semplice, dei balneari. 

Il compromesso al quale si lavora in queste ore prevedrebbe una deroga tecnica ad hoc per quei casi specifici in cui non è possibile andare a gara. Ma si tratterebbe di una manciata di Comuni, poche le eccezioni ammesse. E anche la cosiddetta mappatura delle concessioni, spiegano le stesse fonti, “non può essere considerata la condizione sine qua non per mandarle a gara: si va nel 2024. Punto”. Mentre nell’intesa alla quale si lavora verrebbero rafforzati gli indennizzi per gli attuali titolari degli stabilimenti.  

“Come lo abbiamo trovato sul catasto”, anche sulla riforma della concorrenza “conto che si arrivi ad un accordo”, ha detto il leader della Lega lasciando Palazzo Chigi. Dove, sui termini del compromesso, il segretario di via Bellerio avrebbe chiesto dei tempi supplementari per confrontarsi con gli alleati della coalizione di centrodestra. Ma Salvini, ha tenuto a rimarcare che  il sì del centrodestra, aggiunge, è vincolato alla presenza di alcune “garanzie” per chi tra lettini e ombrelloni “ci lavora da una vita”. “A me – è la sottolineatura – interessa tutelare soprattutto chi da quella spiagge ha la primaria fonte di reddito, questo c’è e questo vogliamo che sia confermato. Chi gestisce la stessa spiaggia e vi ha investito migliaia di euro per anni deve avere un diritto di prelazione: poi se la scadenza sarà 2024 o 2025 lo vedranno i tecnici. L’importante, e questo l’ho chiesto sia a Draghi sia al sottosegretario Garofoli, è che sia previsto, in caso di mancato rinnovo, un congruo indennizzo e un riconoscimento del valore dell’azienda, dei beni e degli investimenti fatti in quel territorio”. Sulla data di avvio delle gare tuttavia Palazzo Chigi non ammette rinvii, in linea -elemento non secondario- con quanto sentenziato per giunta dal Consiglio di Stato, che però ha anche stabilito che occorre anche eseguire una mappatura delle concessioni fluviali e lacuali.

Il nodo balneari in queste ore tiene di fatto ferma la riforma della concorrenza, necessaria sulla strada del Pnrr e dunque decisiva per ‘sbloccare’ la nuova tranche del Next Generation Eu che il nostro Paese attende da Bruxelles. Obiettivo del governo resta l’avvio della discussione in Aula del Senato già in settimana. Anche perché, secondo fonti di governo, la partita sarebbe legata a doppio filo con la legge delega sul fisco, che rischia di restare ferma al palo per un ‘fallo di reazione’: dopo aver raggiunto l’intesa sul catasto col centrodestra per mesi sulle barricate, Palazzo Chigi confida ora in un atto di responsabilità, vale a dire nessuna sorpresa sulla concorrenza o ‘furbizia’ per sfilare dal testo o annacquare uno dei capitoli più annosi, quello, appunto, che ha introdotto -dopo anni di braccio di ferro- lo sblocco delle gare per le concessioni balneari a partire dal 2024, con alcuni meccanismi di premialità per i precedenti titolari e il famoso freno al ‘caro-ombrelloni’. 

Lo stallo sulla concorrenza, in sintesi, potrebbe condurre con sé un rallentamento della riforma del fisco. Anche perché avrebbe fatto storcere il naso, e non poco, al premier Mario Draghi -riportano le stesse fonti- infastidito, al suo rientro da Washington, per la situazione di stand-by in cui verte una riforma decisiva per le sorti del Pnrr. Per ottenere le tranche con cui finanziare i progetti che abitano il Recovery fund bisogna infatti aver fatto i compiti a casa e nei tempi previsti da Bruxelles. Insomma, rinvii e ritardi non sono ammessi.  

(Adnkronos)

Lascia un commento