Bruxelles, 10 nov – “Una decisione assurda e incomprensibile, che colpisce un settore fondamentale della nostra economia. I burocrati di Bruxelles e i loro complici in Italia si rassegnino: la Lega continuerà a difendere un comparto strategico per il turismo italiano, che non necessita dell’apertura selvaggia a una presunta ‘concorrenza’ che, nei fatti e in termini concreti, è sempre esistita nel Paese. Il rischio che oggi potrebbe diventare realtà è l’annientamento di un tessuto di Pmi che da oltre sessant’anni fa parte della storia e della tradizione italiana. È forse un modo questo per preparare la svendita delle nostre spiagge alla mercé delle grandi aziende di altri Stati europei? I balneari italiani hanno bisogno di risposte chiare, non di ulteriori incertezze. L’impegno della Lega, in Europa come in Italia, resta immutato: andiamo avanti a testa alta, a difesa delle imprese italiane”.
Si aggiunge il comunicato di Marco Campomenosi:
“Quanto deciso ieri dal Consiglio di Stato rischia di distruggere un tessuto di Pmi dalla forte tradizione storica, spesso a conduzione familiare, che quest’estate e la prossima non farà più alcun investimento a causa dell’incertezza che si è creata. I balneari sono vittime di tutto ciò, ma chi ne esce con disonore sono due generazioni di politicanti che, mentre la Bolkestein veniva scritta a Bruxelles e successivamente applicata, trovando guarda caso solo in Italia il rischio di un’applicazione così nefasta, si sono disinteressati di salvaguardare un comparto strategico per il turismo nazionale. Solo grazie all’intervento legislativo della Lega e dell’allora ministro Centinaio, nel 2018 si è rotto un immobilismo istituzionale che durava da troppo tempo. L’assurda sentenza di ieri è anche la conferma che in Italia è in corso un conflitto tra diversi poteri, e assieme all’offensiva dei giorni scorsi nei confronti degli operatori balneari da parte di alcuni potenti media fa riflettere su quanto gli attacchi alle nostre imprese vengano da chi, in Italia, vuole mettere in pericolo impresa e lavoro in un settore, quello turistico, in cui le grandi aziende straniere non sono ancora riuscite a penetrare in profondità. Ora la priorità del Governo deve essere chiarire con la Commissione Europea come chiudere la procedura d’infrazione aperta a Bruxelles, tutelando imprese che già formano un mercato con oltre sessant’anni di storia, tutt’altro che bisognoso di presunte norme a tutela della ‘concorrenza’. La Lega non arretra di un millimetro su questa battaglia, come sulle altre, dove ancora una volta ci scopriamo soli contro un sistema che tutela interessi ben diversi da quelli del nostro Paese”.