Tar Lecce: nuova pronuncia permette al Lido Rivabella di mantenere montate le strutture in inverno

Con sentenza n. 1478 del 15 ottobre 2021, il Tar Lecce, I Sez., Pres. Antonio Pasca – Est. Ettore Manca, ha accolto il ricorso proposto dal Lido Rivabella, difeso dagli avvocati Leonardo Maruotti e Francesco G. Romano, e iscritto alla Federazione Imprese Demaniali, avverso il provvedimento del Comune di Gallipoli di diniego al mantenimento delle strutture.
In particolare, il Comune riteneva di dover applicare una disciplina maggiormente rigorosa rispetto a quella utilizzata in passato che ha consentito l’assenso della struttura balneare: secondo quanto sostenuto dal Comune, applicando l’attuale normativa più restrittiva non sarebbe stato possibile rilasciare il permesso annuale e, di conseguenza, lo stabilimento avrebbe dovuto smontare le strutture, ogni anno.

Il Tar, investito della questione, aderendo alla tesi degli avvocati Maruotti e Romano, afferma che risulta non pertinente “la conseguente rilevanza di una diversa disciplina rispetto a quella finora applicata” in quanto “risulta irragionevole applicare al medesimo titolo presupposti diversi e più stringenti per il periodo invernale rispetto a quello estivo, semmai dovendosi svolgere, già sul piano logico prima che giuridico, considerazioni esattamente opposte”.
In altri termini, il Giudice salentino ha chiarito che una volta che è stato dato l’assenso per realizzare una struttura nel periodo estivo, le amministrazioni non possono richiedere ulteriori requisiti per mantenere montate le strutture tutto l’anno.

Esprime grande soddisfazione Mauro Della Valle, Presidente dell’Associazione Oasi – Federazione Imprese Demaniali, associazione cui aderisce la ricorrente, secondo cui “il Tar Lecce fa chiarezza e conferma che una amministrazione non può far valere, in sede di mantenimento, delle norme più serrate rispetto a quelle che avevano consentito la realizzazione della struttura. Ciò consente di evitare il paradosso che strutture conformi in una parte dell’anno, perdano tale conformità nel restante periodo.
Resta, in ogni caso, ancora una volta il rammarico della necessità dell’intervento del Tribunale per far valere le ragioni dei balneari”.

Mauro Della Valle

Balneari:Antitrust bacchetta Regione Sardegna su concessioni

Nel mirino la proroga sino al 2033 e diffida a Comuni “ribelli”

La proroga delle concessioni demaniali marittime sino al 2033 decisa dalla Regione Sardegna finisce nel mirino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), che ha dato 30 giorni di tempo all’amministrazione regionale per modificare le disposizioni criticate dall’Antitrust eliminando così “le distorsioni concorrenziali evidenziate”.
L’Agcm ha formulato alcune osservazioni in relazione alle criticità concorrenziali derivanti dall’atto amministrativo della Regione Sardegna (deliberazione di Giunta n.47/34 del 24 settembre 2020) con l’estensione fino al 31 dicembre 2033 della durata delle concessioni di competenza regionale su beni del demanio marittimo in favore dei concessionari esistenti. La Regione inoltre aveva diffidato i sei Comuni che avevano prorogato le attuali concessioni soltanto di un anno per non andare contro la normativa europea della direttiva Bolkestein (Cagliari, Quartu Sant’Elena, Olbia, Arzachena, Loiri Porto San Paolo e Posada) deliberando di nominare appositi commissari ad acta al fine proprio di provvedere all’estensione delle concessioni demaniali al 2033.
“Con specifico riferimento alle procedure e ai provvedimenti di proroga delle concessioni già in essere, l’Autorità – precisa una nota – ha più volte sottolineato che è nell’interesse del mercato effettuare un attento bilanciamento tra i benefici di breve periodo e i possibili costi che si potrebbero manifestare in un orizzonte temporale più ampio. La concessione di proroghe in favore dei concessionari esistenti, infatti, rinvia ulteriormente il confronto competitivo per il mercato, così impedendo di cogliere i benefici che deriverebbero dalla periodica concorrenza per l’affidamento attraverso procedure ad evidenza pubblica”.
L’Autorità auspica che la Regione “non dia corso ad alcuna proroga temporale al 2033 -senza una preventiva procedura pubblica competitiva trasparente, obiettiva, imparziale e non discriminatoria – delle concessioni demaniali marittime. Al riguardo, si ricorda che, qualora ciò non si verifichi, l’Autorità è legittimata ad agire in giudizio contro gli atti amministrativi generali, i regolamenti e i provvedimenti di qualsiasi Amministrazione pubblica che violino le norme a tutela della concorrenza e del mercato”.