Calciobalilla salvo, approvata norma che esenta dall’autocertificazione

 

Via libera al calciobalilla. In tutta Italia sono molti i proprietari di stabilimenti balneari e locali estivi, ma anche turisti e semplici cittadini, a esultare per la salvezza del popolare gioco. Due giorni fa, infatti, il biliardino è salito agli onori della cronaca per l’entrata in vigore, in realtà da inizio giugno, di una legge dell’anno scorso in cui veniva e

quiparato al videopoker. E così erano scattate le multe, la prima in Puglia, per chi non avesse provveduto a regolarizzarsi, dichiarandone il possesso all’Agenzia dei monopoli. Dopo ore di polemica, arriva l’emendamento al decreto sul Pnrr approvato ieri dal Senato, in cui vengono esclusi dall’obbligo di autorizzazione tutti quegli apparecchi come il calciobalilla che non prevedono vincite in denaro.

Dopo la prima multa scattata in Puglia, i gestori degli stabilimenti balneari di tutta Italia avevano espresso la propria preoccupazione. Molti di loro, non avendo portato a termine la documentazione nei tempi previsti, hanno addirittura provveduto a rimuovere i giochi, per non incappare nella sanzione. Il sindacato italiano dei balneari, nella persona del presidente Antonio Capacchione, si era fatto portavoce delle preoccupazioni e aveva annunciato proprio l’intenzione di rimuovere il calciobalilla da ogni stabilimento. Il governo, però, ha ascoltato i proprietari dei lidi ed è corso ai ripari.

L’emendamento prevede che l’Agenzia delle Dogane individuerà ogni anno, entro il 15 novembre, gli apparecchi «meccanici ed elettromeccanici che non distribuiscono tagliandi», esentandoli dall’obbligo di verifica tecnica e di autocertificazione dei gestori. Per gli altri, invece, i termini per l’invio della documentazione con cui mettersi in regola sono stati riaperti fino al 31 luglio. Capacchione, presidente della Sib, ha commentato che «la riapertura dei termini per la regolarizzazione e l’imminente esonero sono provvedimenti che eliminano il rischio concreto e reale di onerose sanzioni che hanno indotto molti esercenti a privare le proprie attività di giochi tradizionali, vero e proprio elemento identitario dell’estate italiana, come, del resto, lo sono gli stessi stabilimenti balneari del nostro Paese».

Le associazioni ambientaliste che predicano bene e razzolano male

Riproponiamo questo articolo di Affaritaliani considerato che il tema è attuale visto l’interesse dimostrato da alcune associazioni del terzo settore nella stesura del ddl concorrenza.

Da una parte il simbolo del rispetto dell’ambiente e della natura, dall’altro l’emblema della libertà sessuale e della democratica trasgressione: i due chioschi più noti di Capocotta, il Mediterranea e Dar Zagaia sono stati sequestrati per abusi edilizi. L’operazione della Polizia Locale di Roma Capitale X Gruppo Mare Ufficio di PG Edilizia è scattata giovedì mattina: sigillati tutti i manufatti abusivisi.
Un paradosso, visto che il Mediterranea è anche sede del circolo di Legambiente, promotore di numerose iniziative per la tutela dei due chilometri e mezzo di meravigliosa costa mediterranea tra Ostia e Torvaianica. E che Er Zagaia, alter ego del mitico gestito Gaspare Vichi, è il pioniere della spiaggia, oggi ritrovo indiscusso del popolo transex e omosessuale. Fu proprio Dar Zagaia che nell’estate del 1979, ebbero luogo le giornate del festival di poesia, voluto da Renato Nicolini, allora giovane assessore alla cultura del Comune di Roma, inventore dell’estate romana. Dopo i chioschi Dar Zagaia e Mediterranea i vigili di Ostia hanno sequestrato anche i chioschi ‎Porto di Enea, Mecs e Oasi Naturista.

Oltre duemila i metri quadrati totali sequestrati per abusi edilizi: i 25 agenti dell’ufficio di PG edilizia del X Gruppo Mare impegnati nell’operazione ‘Dune’ hanno posto i sigilli nel chiosco Dar Zagaia al ristorante (240 metri quadrati abusivi su 300 totali), due locali magazzino (8 e 15 mq), due strutture in legno (50 e 9 metri quadrati), una pedana di 150 metri quadrati). Abusi anche al Porto di Enea: 3 pedane per un totale di oltre 500 mq, un manufatto di legno e vetro (60 mq) e un ristorante (115 mq) . All’Oasi Naturista e’ stato sequestrato un chiosco di 55 mq adibito a bar-ristorante, un gazebo con infissi di 24 metri quadrati, 1 manufatto di 30 mq, 1 bagno, due strutture in legno che occupavano complessivamente 132 metri quadrati e lunghe passerelle pedonali. Presso il chiosco Mecs sono stati sequestrati 530 metri quadrati di pedane in legno, 150 mq di pavimentazione, un bar di 12 mq, un ampliamento della cucina di 35 mq, un ripostiglio di 9mq, un bar sulla spiaggia di 9mq e un chiosco in pvc di 4 mq. Gli abusi sequestrati nel chiosco Mediterranea sono stati: due tettoie chiuse con legno e teli di 56 e 21 metri quadrati e una struttura in legno di circa 31 metri quadrati.
Le ruspe erano già arrivate anche al Settimo Cielo, lo scorso 28 gennaio, quando furon trovati sacchetti di plastica pieni di detriti e calcinacci sulle dune, a pochi metri dal mare. E quattro costruzioni di 200 metri quadrati furono sequestrate.
Le sei spiagge libere di Capocotta ormai da mesi in un clima di tensione: la bufera era già scoppiata all’inizio della scorsa estate. Il 31 maggio 2015, infatti, era scaduto l’ultimo anno di proroga dell’affidamento della gestione dell’arenile, assegnata nel 2000. Il Comune di Roma, in vista della scadenza, avrebbe dovuto predisporre una gara per individuare nuovi affidatari senza interrompere il servizio di pulizia, salvamento a mare, sorveglianza delle strutture e vigilanza sulle dune, ma il bando non è mai arrivato.
I dettagli dei sequestri
Sono oltre 2.100 i metri quadrati totali sequestrati per abusi edilizi questa mattina dalla Polizia Locale di Roma Capitale in cinque chioschi presenti sulle spiagge libere di Capocotta. Nello specifico i 25 agenti dell’ufficio di PG edilizia del X Gruppo Mare impegnati nell’operazione ‘Dune’ hanno sequestrato nel chiosco Dar Zagaia il ristorante (240 metri quadrati abusivi su 300 totali), due locali magazzino (8 e 15 mq), due strutture in legno (50 e 9 metri quadrati), una pedana di 150 metri quadrati). Abusi anche al Porto di Enea: 3 pedane per un totale di oltre 500 mq, un manufatto di legno e vetro (60 mq) e un ristorante (115 mq) . All’Oasi Naturista e’ stato sequestrato un chiosco di 55 mq adibito a bar-ristorante, un gazebo con infissi di 24 metri quadrati, 1 manufatto di 30 mq, 1 bagno, due strutture in legno che occupavano complessivamente 132 metri quadrati e lunghe passerelle pedonali. Presso il chiosco Mecs sono stati sequestrati 530 metri quadrati di pedane in legno, 150 mq di pavimentazione, un bar di 12 mq, un ampliamento della cucina di 35 mq, un ripostiglio di 9mq, un bar sulla spiaggia di 9mq e un chiosco in pvc di 4 mq. Gli abusi sequestrati nel chiosco Mediterranea sono stati: due tettoie chiuse con legno e teli di 56 e 21 metri quadrati e una struttura in legno di circa 31 metri quadrati.

Articolo tratto da Affaritaliani

https://www.affaritaliani.it/roma/il-chiosco-di-legambiente-abusivo-sigilli-al-mediterranea-dar-zagaia-406414.html