Decisione odierna Cassazione sezioni Unite spazza via l’iniqua sentenza del Consiglio di Stato

“Tutto sbagliato, tutto da rifare” come diceva il grande Gino Bartali! Lo dichiara Fabrizio Licordari Presidente di Assobalneari Itália Federturismo Confindustria. Infatti oggi la Cassazione a sezione unite accogliendo il ricorso della regione Abruzzo, unica regione d’ Italia ad averlo presentato insieme ai balneari, ha azzerato, cancellato , spazzato via dall’ ordinamento giuridico la sentenza della plenaria del CDS che non può più essere citata né da tribunali né dalla Commissione europea e tantomeno dalle amministrazioni pubbliche sulla vicenda balneari.

Questo é un esempio che le sentenze se sono sbagliate vanno combattute e non accettate, come del resto il Tar Lecce coraggiosamente, e con grande coerenza, aveva fatto, discostandosi da una sentenza dispotica che oggi viene finalmente rimossa dal mondo giuridico. E noi balneari non ci siamo mai rassegnati ad una ingiustizia che molti giornali hanno anche mascherato ed appoggiato con una informazione strumentalizzata, denigrando un intero comparto economico.
Ora il Governo ha una grande opportunità per dare un significato al risultato della mappatura ai fini della corretta applicazione dell’art 11 della Direttiva Bolkestein e non il 12 ingiustamente applicato, ed anche per rispondere per le rime alla Lettera della Commissione Europea.
Il castello di menzogne costruito contro le imprese balneari comincia a vacillare e perdere di consistenza.

Scarica la sentenza della Cassazione a sezioni unite

Assobalneari-Base Balneare, Bruxelles manipola conclusioni Corte Lussemburgo

L’ atto notificato ieri dalla Commissione europea all’Italia è una inaccettabile prevaricazione delle prerogative degli Stati membri nel delineare i criteri per la determinazione della scarsità della risorsa naturale riconosciute dalle norme eurounitarie come evidenziate dalla Corte di Giustizia europea con la recente sentenza del 20 Aprile.

Bruxelles, cassa di risonanza di manovratori trasversali, manipola abilmente le ineccepibili conclusioni a cui è pervenuta la Corte del Lussemburgo, la quale ha stabilito che la scarsità della risorsa naturale non può presumersi, come aveva invece ritenuto malamente il Consiglio di Stato italiano, ma va accertata concretamente come ha fatto invece il Governo Meloni istituendo un apposito Tavolo tecnico apprezzato anche in una recente sentenza del Tar Lecce.

Il dato certo della mappatura realizzata dal Governo italiano che certifica il 66% dei litorali come disponibile per nuove concessioni è stato sterilizzato nelle stanzette di Bruxelles con interpretazioni a dir poco strumentali, infondate, avvallate da portatori di interessi e politici disinformati o accondiscendenti mediante una asserita ricognizione di elementi di fatto a dir poco surreali, basata peraltro su meri comunicati stampa del Governo italiano, con ciò mostrando di ignorare le caratteristiche del nostro Paese ove innumerevoli ed invidiabili realtà si sono sviluppate nei decenni anche sulle coste rocciose altrimenti impraticabili ed abbandonate.
Siamo mortificati e rabbiosi per questa evoluzione e non certo rincuorati dai vergognosi accadimenti recentissimi del Qatargate, dove le valige piene di denari hanno dimostrato un sistema collaudato per favorire fondi sovrani in barba proprio alla concorrenza. Le discutibili e strumentali affermazioni della Commissione europea ormai in scadenza ci convincono sempre più che questo accanimento nei confronti delle concessioni balneari Italiane nasconda interessi che hanno denti affilati come quelli di squali, un Beachgate in piena regola.
Atti come questi minano la fiducia nell’ edificio europeo nato per l’affermazione dei principi di economia sociale e proporzionalità con l’ obiettivo del benessere collettivo e non certo per essere lo strumento a disposizione di lobby ed multinazionali.

La vicenda balneare occupa le prime pagine deviando l’ attenzione dei veri problemi sociali ed economici con i quali i cittadini si misurano ogni giorno, diventando anche più importante della guerra in corso e dell’odierno deferimento dell’ Italia alla Corte di Giustizia per il ritardo nei pagamenti alle imprese.
È una Vergogna!
Ci domandiamo con amarezza il perché, dopo l’ importante dato acquisito dal Tavolo tecnico non si sia avviata immediatamente una interlocuzione con la commissione europea per confrontarsi sui principi evidenziati dalla Corte dì Giustizia proprio alla luce del risultato netto della mappatura, permettendo invece all’ Istituzione europea di metterci con prepotenza all’ angolo per accettare il suo diktat. Chi doveva rappresentare il Governo a Bruxelles, avviando un percorso di trattativa per rendere più facile il lavoro della Premier Meloni su questo dossier, non doveva rimanere inerte ed attendere supinamente il parere motivato ma doveva attivarsi immediatamente.

Oggi per il Governo italiano si riducono gli spazi di trattativa a causa proprio di questa inerzia. Ci auguriamo che il parere motivato non venga utilizzato come giustificazione, come avvenne per la Sentenza del CdS, ma sia la miccia per fare brillare l’ orgoglio nazionale da parte del nostro Governo nella difesa e tutela delle imprese italiane.
Lo dichiarano Fabrizio Licordari Presidente di ASSOBALNEARI ITALIA Federturismo Confindustria e Nicolò Maellaro VPresidente di Base Balneare