Si riferisce al censimento delle concessioni di tutti i beni pubblici (quindi non solo spiagge ma anche piazze, laghi, fiumi, marciapiedi, ecc.) previsto dall’art. 2 della legge sulla concorrenza varata dal precedente Governo Draghi. “Era già “maturo” per la sua approvazione dallo scorso dicembre dopo aver ricevuto il parere della Conferenza Unificata lo scorso 30 novembre – ha commentato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio. Con un ritardo di otto mesi e a 10 giorni dalla scadenza della delega, quindi, (prorogata con il “milleproroghe” dal 27 febbraio al prossimo 27 luglio). Dal censimento gli imprenditori balneari non hanno nulla da temere ma, anzi, tutto da guadagnare. Dai primi dati, infatti, è evidente che manca il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein, così come deciso dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea”.
Approvato il decreto che mira a ottenere una banca dati dei beni pubblici
Via libera alla banca dati, con il nuovo sistema di ricognizione, di tutte le concessioni pubbliche comprese quelle balneari. E’ quanto previsto dal Consiglio dei ministri di oggi che ha approvato il decreto ‘per la mappatura e la trasparenza dei regimi concessori di beni pubblici’.
Balneari Confesercenti: “È la strada giusta”
“L’attuazione delle deleghe è un chiaro segnale che il governo intende procedere finalmente alla mappatura delle coste italiane che chiediamo da anni e che, a nostro avviso, è la strada giusta per raggiungere una soluzione equilibrata alla questione Bolkestein”, commenta Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba, l’associazione che riunisce gli stabilimenti balneari aderenti a Confesercenti.
“Dopo la conferma dell’avvio della mappatura attendiamo il prossimo tavolo tecnico, previsto per il 25 luglio, per approfondire ulteriormente il tema e identificare definitivamente i criteri della scarsità della risorsa che, ne siamo assolutamente convinti, in Italia non sussiste. Se così fosse – e i primi dati, per quanto grezzi lo dimostrano -, nei mesi a venire si potrà finalmente procedere a un riordino complessivo delle norme che riguardano le concessioni demaniali, sempre nel rispetto dei principi europei ma con condizioni di applicazione decisamente diverse da quelle previste fino ad ora”, spiega.
“Diamo atto al Governo di stare affrontando con grande serietà la questione. L’auspicio è che ora si possa mettere un punto alla questione una volta per tutte, dopo un tira e molla durato oltre 10 anni che non solo non ha portato a passi avanti, ma ha anche bloccato gli investimenti nel comparto gettando nell’incertezza migliaia di imprese e decine di migliaia di lavoratori”, conclude.
Secondo Repubblica, che ha consultato una bozza del testo poi adottato dal Cdm, il database che sarà istituto presso il Ministero dell’Economia si chiamerà SICONBEP (sigla per «sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici») e la sua costituzione, richiesta dal Parlamento nell’ultimo scorcio della scorsa legislatura (la legge-delega risale al 5 agosto 2022), mira a «promuovere la massima pubblicità e trasparenza, anche in forma sintetica, dei principali dati e delle informazioni relativi alle concessioni di beni pubblici». Ad essere sistematizzati saranno infatti i dati attinenti la natura del bene pubblico in oggetto, l’ente proprietaro e gestore, la modalità di assegnazione della concessione, la sua durata e gli eventuali rinnovi, l’entità del canone eventualmente previsto e «ogni altro dato utile a verificare la proficuità dell’utilizzo del bene in una prospettiva di tutela e valorizzazione del bene stesso nell’interesse pubblico». Difficile non vedere in questo passo amministrativo il prodromo del «piccolo grande passo» della piena rimessa a gara delle concessioni balneari, rinviata per l’ennesima volta dal governo Meloni nonostante il pressing di Ue e Consiglio di Stato sino al 31 dicembre 2024 (termine differibile di altri 12 mesi in caso di contenziosi o impedimenti). AdnKronos
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