Padovano, Sib: “Importi canoni demaniali vadano ai comuni”

“Sulle spiagge libere italiane tanto si parla in questo momento. Nel nostro Paese basti pensare che su oltre 8mila ok di coste abbiamo appena 3mila km occupate da stabilimenti balneari, ormeggi, porti, approdi turistici, pontili galleggianti”.

Così, in una nota, il presidente della Sib Confcommercio Pescara Riccardo Padovano che entra nel merito di una problematica molto sentita: “Fino al 2001 la gestione del demanio marittimo è stata sempre amministrata prima dal Ministero della Marina Mercantile e poi da quello delle Infrastrutture. Parliamo di bene pubblico e il canone è giusto che vada allo Stato. Dopo il 2001 però con il trasferimento delle competenze in materia, dallo Stato alle Regioni, sono entrati poi i gioco i Comuni che hanno grosse responsabilità perché sono tenuti a tenere e gestire il territorio demaniale ma anche a dirimere contenziosi. Ma quale è il riconoscimento per l’ente locale? Zero”.

“Il canone che gli stabilimenti pagano va allo Stato e quindi l’attività amministrativa che i Comuni portano avanti non è di fatto riconosciuta con un corrispettivo – spiega – È questo però con l’obbligo di garantire la fruizione delle spiagge libere per km e km. Ma i Comuni non hanno le risorse per garantire km di spiagge libere, pulirle e mantenerle e fare attività di manutenzione ordinaria per esempio anche nel periodo invernale anche quando c’è lo spiaggiato da togliere, chiedendo poi spesso l’aiuto dei titolari degli stabilimenti balneari”.

Così Padovano si rivolge all’Anci Abruzzo: “Per questo chiedo e invito l’Anci Abruzzo e il presidente Gianguido D’Alberto ad attivarsi con l’Anci nazionale affinché si arrivi alla risoluzione del problema facendo sì che il canone demaniale venga devoluto interamente agli enti locali perché così facendo, e dando alle amministrazioni locali quei 2 milioni che non mi sembrano poca cosa, si permetterebbe loro di attrezzare le spiagge libere, prevedere il salvamento, gestirle e garantire la pulizia e la manutenzione in caso di mareggiate, e in questo modo permettere la manutenzione delle spiagge libere”.

“Nella prossima finanziaria il Governo potrebbe così attuare questa modifica e delegare la gestione delle spiagge libere ai Comuni. Per questo rinnovo l’appello all’Anci affinché si faccia portavoce di questa proprietà per far aprire un tavolo tecnico nell’ambito dell’Anci nazionale anche perché diversi comuni costieri hanno già espresso parere favorevole per poter acquisire una quota almeno dell’80% di canone e del 20% ancora allo Stato”.

“Prima la gestione demaniale era demandata ai ministeri ed era giusto che il canone andasse allo Stato centrale. Oggi che la competenza è dell’amministrazione locale è giusto che i fondi vadano in larga parte ai Comuni costieri in proporzione alle concessioni che ogni comune ha sul proprio territorio. In questo modo sarà possibile fare una ricognizione delle concessioni anche perché così facendo si seguirebbe il modello delle autorità portuali che percepiscono i canoni demaniali dei porti, utilizzando i fondi per la gestione dei porti. Un pensiero che è condiviso con il presidente nazionale della Sib Antonio Capacchione“, conclude Padovano.

Balneari, Croatti (M5S): “Tavolo senza comuni, presa in giro Governo continua”

“L’istituzione del tavolo a Palazzo Chigi dedicato alle concessioni demaniali, è quella mossa che a molti poteva far pensare a una Giorgia Meloni rinsavita rispetto ai pasticci eclatanti collezionati in sette mesi su questo fronte. Purtroppo però la farsa viene invece reiterata: cittadini e comuni sono ad oggi completamente esclusi dal consesso. Morale della favola, la presa in giro del governo va avanti, all’insegna della corbelleria delle spiagge come risorsa non scarsa. Un principio-alibi per rifuggire all’impianto trovato nel ddl Concorrenza, votato lo ricordiamo anche da Lega e Forza Italia, che avrà conseguenze gravi per l’intero settore. Il quale, allo stato attuale e con la stagione estiva alle porte, si trova prossimo alla paralisi. Rimarchiamo che tra Consiglio di Stato, Corte Ue e Presidente Mattarella, la sveglia al governo Meloni sulle concessioni balneari è già stata suonata tre volte. Quanto ancora deve durare il teatrino?”.