Rimini, maxi-investimento da 40 milioni: l’ex colonia Bresciana diventa resort di lusso. Ma la spiaggia è già “sfumata”

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"Rimini" by Ivan Zanotti Photo is licensed under CC BY-NC-ND 2.0

Un budget di circa 40 milioni di euro, l’idea di investire in hotel, stabilimenti balneari e strutture turistiche di alto livello. E un primo passo già concreto: l’acquisto all’asta della ex colonia Bresciana di Torre Pedrera, un complesso di 14mila metri quadri caduto nel degrado, rilevato per 870mila euro. A firmare l’operazione è la società Giardino 101, guidata da Nasser Samadi, agronomo iraniano da 45 anni in Italia, attraverso la capogruppo Rimini Investment, con sede in California e una capacità finanziaria a otto zeri grazie ai cugini emigrati negli Stati Uniti.

Come riportato da Corriere Romagna, il progetto prevede un investimento di circa 8 milioni di euro per trasformare la struttura in un resort di lusso per anziani, sul modello di quelli già diffusi in Germania: piscine, campi sportivi, servizi di alto livello. «L’ex colonia ha un potenziale enorme – spiega Samadi – e vogliamo restituirla alla città con una nuova funzione».

Lavori e confronto con il Comune

Ma la partita vera si giocherà con il Comune, chiamato a valutare le ipotesi progettuali. «Se non sarà possibile realizzare il resort per anziani, potremmo optare per una struttura turistica di lusso o, in ultima istanza, per appartamenti. L’importante è che l’investimento sia sostenibile e porti ricadute occupazionali: parliamo di almeno sessanta assunzioni».

Il nodo della spiaggia

Un intoppo, però, è già arrivato. Al momento dell’acquisto, il pacchetto prevedeva anche la spiaggia privata dell’ex colonia. Ma il nuovo Piano dell’arenile ha trasformato quel tratto in spiaggia libera. «Un problema serio – commenta Samadi – perché chi sceglie strutture di alto livello si aspetta anche servizi adeguati». Una questione che apre il fronte più delicato: in una città dove l’arenile è al centro delle battaglie sulle concessioni, il sogno del resort di lusso si scontra con la necessità di garantire accesso libero e spazi pubblici.

Alberghi e stabilimenti nel mirino

Il gruppo, intanto, guarda oltre. «Vorremmo acquisire altri hotel – dice Samadi – ma solo se in prima linea sul mare e di dimensioni adeguate. Abbiamo aperto alcune trattative, senza però aver concluso nulla. Anche gli stabilimenti balneari sono opzioni possibili. In generale, tutto ciò che rappresenta un investimento nel turismo ci interessa».

Un progetto ambizioso, ma non senza condizioni: «Se le difficoltà dovessero diventare insormontabili, sposteremo il nostro focus altrove. La speranza, però, è restare qui, in un territorio meraviglioso che merita di tornare a splendere».

Il caso dell’ex colonia Bresciana mette in luce un nodo cruciale: il futuro delle spiagge italiane. Se da un lato si invoca più arenili liberi e accessibili, dall’altro le gare imposte dalla direttiva Bolkestein rischiano di spingere sempre più verso la logica del massimo profitto. E in questo scenario, difficilmente a prevalere saranno il diritto a prezzi popolari o l’allargamento degli spazi pubblici: la tendenza, semmai, sarà quella di favorire chi potrà investire milioni per trasformare il mare in un prodotto di lusso.

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