Dalla Giornata della Prevenzione dell’Annegamento all’azione concreta: nasce l’alleanza tra FISA, ANAB e SIPEM

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A pochi giorni dal 25 luglio si è conclusa la Giornata Mondiale della Prevenzione dell’Annegamento.

L’unione tra la Federazione Italiana Salvamento Acquatico (FISA) e l’Associazione Nazionale Assistenti Bagnanti (ANAB) rappresenta un passo significativo nello studio e nella ricerca che continua nel settore del soccorso acquatico.

Questa sinergia, oggi arricchita anche dal coinvolgimento della SIPEM (Società Italiana Psicologia dell’Emergenza), è un esempio lampante di come, quando l’interesse primario è la salvaguardia della vita umana – e non il mero guadagno o il potere politico – si possano ottenere benefici inestimabili per l’intera comunità.

In un ambito delicato come quello del soccorso in acqua, soprattutto dopo i tragici avvenimenti degli ultimi anni, l’integrazione di competenze diverse non solo ottimizza gli sforzi, ma eleva gli standard di sicurezza, a vantaggio di chiunque si trovi in difficoltà.

È questa la convinzione condivisa dai presidenti delle tre organizzazioni: Raffaele Perrotta (FISA), Guido Ballarin (ANAB), e dal referente ANAB Puglia Domenico Saldutto, che ha sposato la causa anche in qualità di testimonial del progetto “Proiocosafaccio?”, iniziativa a cui ANAB partecipa attivamente per promuovere una connessione umana e professionale centrata sul valore della persona.

Questa alleanza sottolinea un principio fondamentale:

La professionalità è la vera chiave di volta.
“Non si tratta di un optional – afferma Perrotta – ma di una necessità imprescindibile.”

Ogni istruttore, ogni ente formativo, ogni bagnino, deve essere valutato e garantire una preparazione impeccabile.

La politica, nei grandi incontri istituzionali, spesso si limita a produzioni sterili, prive di un reale confronto con chi opera sul campo. Senza fiducia, ascolto e coinvolgimento delle organizzazioni competenti, il soccorso continua a essere un sistema lacunoso, in cui le conseguenze più gravi ricadono su chi perde la vita.

Non basta, infatti, la sola preparazione tecnica per affrontare situazioni di emergenza in acqua: è fondamentale che gli operatori siano dotati anche di strumenti psicologici per gestire lo stress, mantenere lucidità sotto pressione e offrire supporto emotivo – alle vittime, ma anche a se stessi e ai colleghi, soprattutto dopo eventi traumatici.

La preparazione del soccorritore parte dalla consapevolezza del proprio ruolo e dei rischi connessi.
Per gli utenti, per i genitori, per chiunque si avvicini all’ambiente acquatico, diventa cruciale verificare e pretendere questa professionalità. Chiedere credenziali, informarsi sui percorsi formativi, assicurarsi che gli istruttori siano costantemente aggiornati, e che la loro preparazione includa anche aspetti psicologici, non è eccessiva pignoleria, ma un atto di responsabilità.

La superficialità o l’improvvisazione in questo campo possono avere conseguenze devastanti. Incidenti che avrebbero potuto essere evitati, dolori profondi e perdite irreparabili sono spesso il risultato di una formazione carente o di una scarsa attenzione agli standard.

Per questo, l’unione tra FISA, ANAB e SIPEM rappresenta un messaggio chiaro:

lavorare ogni giorno insieme, con un focus incrollabile sulla qualità e sull’etica, abbracciando ogni aspetto dell’emergenza – incluso quello psicologico – permette di prevenire tragedie e garantire un ambiente acquatico più sicuro per tutti.

È un invito a ogni cittadino a non accontentarsi, a pretendere il massimo da chi è preposto alla sicurezza, e a riconoscere il valore inestimabile della vera professionalità.

Un richiamo alla responsabilità individuale e collettiva, con un messaggio forte e chiaro:

le leggi devono cambiare, attingendo dallo studio degli incidenti passati, per scelte più giuste e più sicure per il futuro.

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