“IL GOVERNO INDICHI UNA STRADA DA PERCORRERE INSIEME ALLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA”
“Regione Liguria, dopo la decisione del Consiglio di Stato di far scadere le concessioni demaniali entro il 31 dicembre 2023, sarà affianco del comparto turistico balneare che oggi più che mai ha bisogno di certezze e di investimenti. Chiediamo al Governo concretezza e massima attenzione verso un comparto che rappresenta posti di lavoro e una grande fetta dell’economia turistica nazionale e regionale. Da parte nostra c’è uno spirito di grande collaborazione, il tema è difficile e delicato ma mai come in questo momento non devono essere commessi errori. Dal Governo vorremmo quindi un segnale significativo, che segni una strada da percorrere insieme con il pieno coinvolgimento delle Regioni e delle associazioni di categoria dei balneari. Ora serve unità e senso di responsabilità”. Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore al Demanio Marittimo Marco Scajola durante l’incontro che si è svolto questa mattina in Regione con le sei associazioni di categoria del comparto Demaniale Marittimo.
“Il precedente intervento non mi ha convinto anzi mi ha allarmato. Partiamo con le gare; anzi dice che ha incontrato gli operatori. Non vi azzardate a dire, perché sarebbe un falso, che avete concordato una virgola di quell’emendamento con chi che sia perché vi denunciamo. Qui la questione è seria e delicata e non è permesso a nessuno né di giocare né di sbandierare ipotesi risolutive o di strumentalizzare la faccia, il sudore e il sangue di questa gente. Non vi permettete”. Durissima la replica del presidente nazionale Sib Confcommercio Tonino Capacchione al senatore e membro della Commissione Finanze e Tesoro Mario Turco (M5s) intervenuto da remoto alla manifestazione “No all’esproprio illegittimo dei balneari” tenutosi oggi a Pescara, per illustrare un emendamento alla legge di Bilancio con cui si intende, innanzitutto, arrivare ad una mappatura delle concessioni entro tre mesi. Intervento che non ha incassato neanche un applauso dai tanti presenti nella sala, facendo calare il gelo e al termine del quale alcuni esponenti regionali del Movimento hanno lasciato la sala. Per Turco, dunque, la battaglia contro l’Europa “va abbandonata” e bisogna lavorare già al poi e quindi ai nuovi bandi. E proprio a questo punta l’emendamento presentato, che, oltre ai tempi della mappatura, stabilisce anche principi e criteri che a questi dovranno essere applicati.
Tra le clausole previste quella della inclusione economica e la premialità nei confronti delle aziende virtuose, cioè quelle che hanno la posizione contributiva e fiscale in regola, non sono coinvolte in procedimenti penali in tema di danno ambientale e che non abbiano compiuto abusi edilizi. Previsto quindi anche un indennizzo per i lavoratori e l’inserimento di un nuovo istituto giuridico alternativo alle concessioni: il partenariato pubblico-privato, con possibilità di project financing per le micro e piccole imprese di carattere familiare. “E’ allucinante che siamo qui a discutere di una sentenza”, ha quindi dichiarato Capacchione definendo Turco “Speedy Gonzales” solo per pensare che si potranno mappare le concessioni in tre mesi quando non lo si è fatto per 15 anni. Grave, per lui, che nessun esponente politico abbia annunciato di voler ricorrere alla Corte Costituzionale, cosa che invece le associazioni faranno. Per lui c’è un conflitto di attribuzione delle competenze perché il Consiglio di Stato “ha invaso” un campo non suo, cioè quello del Parlamento chiamato a legiferare. Una sentenza che “va cambiato perché è uno schiaffo ai parlamentari, ai balneari e al diritto italiano. Ne lede la credibilità. Il fatto di non aver detto neanche una parola è omissione”. “Qui a me serve semplicemente evidenziare – ha proseguito – che sulle spalle dei balneari ricada l’inefficienza del Parlamento e del Governo”. Per lui è stata avviata una “vergognosa campagna di odio” verso la categoria. Capacchione ha infine ribadito che se non basterà la Corte di Cassazione si andrà davanti alla Corte dei Diritti dell’Uomo e di Giustizia europee: “È una questione di democrazia”.
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