Il duro sfogo di Pasquale Faraco, balneare Lucano, contro mass media, politici e Bolkestein

  Pasquale Faraco, operatore balneare della costa jonica metapontina, di Policoro, ha inviato una nota a lettera aperta, per rispondere a tutti i mass media, ai politici italiani ed anche all’unione europea sulla questione delle concessioni demaniali balneari e della direttiva servizi Bolkestein. Il fatto che tutti i mass media falsino la realtà su dati astratti, sul giro d’affari di 15 miliardi di fatturato per le concessioni balneari!. Secondo il SID ci sono in Italia circa 8.000 stabilimenti balneari propriamente detti. Non sono sicuro che il dato sia corretto, ma proviene dal database del ministero, per cui faccio buono quello. Vorrebbe dire che ognuno di noi fattura mediamente circa 2.000.000€!!! all’anno (ed in questo caso io sarei un benestante e potrei vivere di rendita ma in realtà vivo nella casa dei miei genitori che sono deceduti, e ho una vecchia Clio malandata e non riesco a pagare i contributi che devo per forza dilazionare). Probabilmente  il Twiga di Briatore e molti altri stabilimenti top arriveranno a fatturare importi milionari, ma oltre la metà (per non dire il 75%) naviga con cifre molto minori. Non si arriverà mai ai famigerati 15 miliardi, troppe le variabili, compreso il meteo che può decidere in bene o in male una stagione Che dire del canone che supera di poco i 100 milioni di euro per le casse della pubbliche?  Di certo vi è che il canone lo decide lo Stato che altro non da che  la nuda spiaggia (sabbia) che oltre a quello appena già descritto non è neppure idonea allo svolgimento delle attività preposte (la spiaggia la livelliamo, puliamo e rendiamo idonea alla balneazione e al salvataggio in mare noi balneari a nostre spese e questo è già sono degli elementi aggiuntivi al canone e ce ne sarebbero molti altri ancora) Poi prima di parlare tutti i mass media di gare e canoni demaniali, dovrebbero sapere che la stessa direttiva servizi Bolkestein, non parla di gare o dei canoni delle concessioni, ma di procedure selettive imparziali e trasparenti ad evidenza pubblica. Veniamo al dunque, la prima cosa che dovrebbe sapere la portavoce della commissione europea per il ruolo che ricopre, ma anche i politici nostrani, non si crea nuova concorrenza (senza arte ne parte – senza esperienza) distruggendo (eliminando) le piccole e micro imprese sane ed esistenti (solo la mafia vessa e distrugge imprese sane per poi impossessarsi e riciclare denaro sporco in quel settore, e le repubbliche delle banane ergo stati dittatoriali), che per la maggior parte sono l’unica fonte di sostentamento economico per la famiglia, e che sono un asset di tessuto socio-economico e culturale di un territorio, questo che volete fare in primis il governo italiano e l’unione europea rientra solo nell’ambito affaristico speculativo con la soppressione dello stato di diritto, ma non è che forse la realtà della questione e che il debito pubblico italiano e talmente alto che dobbiamo venderci il territorio alle multinazionali, mafie ecc.? Secondo basterebbe leggere i preamboli della stessa direttiva, considerando 9 e 19 che…

Maurelli, Federbalneari Sardegna: “Folle e inaccettabile in questo momento far tornare le deleghe ai Comuni Sardi”

  Follia ed incompetenza in Sardegna non vanno d’accordo - dichiara il Presidente di Federbalneari Sardegna Claudio Maurelli. - So di affermare parole dure ma chi mi conosce sa che non ho mezze misure e che pondero bene le parole scelte. La follia sta nel fatto di affidare una seconda volta le deleghe sul demanio ai Comuni, dopo aver portato a termine una battaglia importante, condivisa con la Regione Sardegna ed il suo Assessore Quirico Sanna e vinta. Aver riportato le deleghe sul demanio in capo alla Regione Sardegna non ha prezzo per le famiglie sarde. Significa certezza ed uguaglianza per tutti. Tutti ricordato le sciagurate iniziative dei Comuni Costieri, senza competenza alcuna della materia demaniale e talvolta in atitesi tra loro stessi. Se I Riformatori sardi sono a favore dell’invasione delle Multinazionali estere in Sardegna possono dirlo apertamente. Temo che dovranno attendere ancora qualche anno per poter dare seguito a questa proposta, frutto evidentemente di incompetenza palese del settore balneare sardo. I proponenti di questa interrogazione in Consiglio Regionale, dovrebbero sapere che questo settore, è composto dal 98% di pmi a conduzione famigliare in Sardegna e di specializzazioni, come ad esempio quella del salvamento in mare, per la quale ogni anno più di 1000 turisti italiani e stranieri vengono messi in salvo dagli stessi concessionari che indossano la maglia del “bagnino” oltre che del piccolo imprenditore. Questi politici dovrebbero avere più rispetto delle famiglie sarde e non cercare di fare operazioni propagandistiche in un momento di difficoltà della categoria. Ad ogni modo, non mancherà occasione per un confronto in cui potranno spiegarci il perchè di questa interrogazione, li invitiamo cordialmente il 14 marzo alla manifestazione fuori dal Consiglio Regionale Sardo, manifestazione di vicinanza alla Regione Sardegna ed alle Famiglie Sarde, aperta a tutti senza etichette ne sigle sindacali, in dissenso con il Governo Draghi e i Ministri Garavaglia, Giorgetti e Gelmini.