“Non è riuscita la mafia a far chiudere le aziende balneari, ci riesce lo Stato e l’europa”

𝑳𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒆 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒓𝒆, 𝒏𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒅𝒊𝒔𝒕𝒓𝒖𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆 𝒆 𝒇𝒂𝒓 𝒄𝒉𝒊𝒖𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒔𝒆 𝒔𝒂𝒏𝒆, 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒊𝒓𝒍𝒆 𝒅𝒂 𝒄𝒉𝒊𝒔𝒔𝒂̀ 𝒄𝒉𝒊, 𝒕𝒐𝒈𝒍𝒊𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒍 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐 𝒂 𝒄𝒉𝒊 𝒍𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒐 𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒐𝒓𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒐. 𝐈𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨 𝐧𝐨𝐧’𝐞̀ 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐚𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨, 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐮𝐩𝐩𝐨𝐧𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐞𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐥𝐚𝐝𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐥𝐞𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜'𝐞̀, 𝐧𝐨𝐧 𝐜'𝐞̀ 𝐧𝐞𝐩𝐩𝐮𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨. 𝗜 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗱𝘂𝗻𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗹𝗲𝗻𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼, 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗲𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼, 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝘂𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗻𝗼𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼, 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗻𝘁𝗼𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲, 𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗺𝘂𝗹𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝘂𝘁𝗮, 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗲𝗱 𝗮𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮, 𝗰𝗵𝗲 𝗲̀ 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗶𝗼̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗮 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗼 𝗶𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗮 (𝗟𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗣𝗿𝗼𝗺𝗼 𝗜𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗮, 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶𝗻𝗴𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗻 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼 𝗰𝗮𝘀𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼, 𝗰𝗵𝗲 𝗲𝘀𝗰𝗹𝘂𝗱𝗲 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝘂𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗲𝗱 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝘂𝘁𝗮), 𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘀𝗹𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗮 𝘀𝗲́, 𝘃𝗶𝗻𝗰𝗼𝗹𝗮𝗻𝗱𝗼𝗹𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗿𝗼 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼 𝗲 𝗮 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗮 𝗿𝗶𝗺𝗲 𝗯𝗮𝗰𝗶𝗮𝘁𝗲 (𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝘁𝗲). 𝑼𝒏 𝒃𝒖𝒐𝒏 𝒄𝒉𝒊𝒓𝒖𝒓𝒈𝒐 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒇𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒕𝒂𝒄, 𝒉𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒓𝒊𝒔𝒐𝒏𝒂𝒏𝒛𝒂 (𝒎𝒂𝒑𝒑𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂, 𝒆𝒄𝒄. 𝒆𝒄𝒄.) 𝒑𝒐𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒖𝒓𝒂 𝒄𝒆𝒓𝒕𝒐𝒔𝒊𝒏𝒂 𝒂𝒇𝒇𝒐𝒏𝒅𝒂 𝒊 𝒔𝒖𝒐𝒊 𝒃𝒊𝒔𝒕𝒖𝒓𝒊 !! 𝑸𝒖𝒂 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒃𝒊𝒔𝒕𝒖𝒓𝒊, 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒖𝒔𝒂𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝑴𝑨𝑪𝑬𝑻𝑬 !! In riferimento alla pronuncia di enunciazione di principi di diritto (dell’adunanza plenaria del consiglio di stato), tuttavia io credo che questa tesi di queste pronunce, incontra in ogni caso un limite, laddove la questione di massima, non sia una questione di massima declinata in astratto, ma come nel caso di specie la questione di massima sia declinata in realtà in concreto, cioè la questione di massima non è una questione di massima,sembra una questione di massima, è sicuramente una questione di straordinaria importanza, ma non è una questione di massima, è una miriade di singole questioni individuali, cioè di tutti i titolari di concessioni balneari prorogate per legge che vengono investiti da una decisione che li veda estranei, e qui veniamo ad un’altro punto delicato della pronuncia sempre partendo dalla sua coda, la lettera A del dispositivo dopo il P.Q.M. Lettera A dichiara inammissibile gli interventi ed estromette dal giudizio, e ce una lunga, eh elenco di associazioni, stazioni balneari, lidi, bagnini e quant’altro. Ora nella parte iniziale della pronuncia, nell’incipit della parte del diritto, si spiega, perché questi signori sono estranei dalla controversia, perché non hanno nessuna posizione relativa alla questione controversa che ha originato la controversia, e anzi sono titolari di interessi propri in altri giudizi, 𝙋𝙚𝙧𝙤̀ 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙞𝙤̀, 𝙨𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙞𝙤̀ 𝙚 𝙫𝙚𝙧𝙤, 𝙚𝙙 𝙚̀ 𝙫𝙚𝙧𝙤, 𝙚 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙚𝙨𝙞̀ 𝙫𝙚𝙧𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙪𝙩𝙚𝙫𝙖 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙙𝙪𝙚 𝙫𝙞𝙘𝙚𝙣𝙙𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙖𝙨𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖, 𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙩𝙖𝙡𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙧𝙚𝙩𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙫𝙞 𝙚𝙧𝙖𝙣𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙩𝙞𝙩𝙤𝙡𝙖𝙧𝙞 𝙙𝙞 𝙨𝙞𝙩𝙪𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙜𝙞𝙪𝙧𝙞𝙙𝙞𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙤𝙜𝙜𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙚, 𝙘𝙤𝙞𝙣𝙫𝙤𝙡𝙩𝙞 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖, 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙤𝙩𝙪𝙩𝙤 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙡𝙤𝙦𝙪𝙞𝙧𝙚 𝙞𝙣 𝙜𝙞𝙪𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤 𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙚𝙡𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙚 𝙡𝙤𝙧𝙤 𝙧𝙖𝙜𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙣𝙚𝙡𝙡'𝙖𝙜𝙤𝙣𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙘𝙚𝙨𝙨𝙪𝙖𝙡𝙚, 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙨𝙚𝙘𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙢𝙚, 𝙚 𝙞𝙡 𝙫𝙚𝙧𝙤 𝙡𝙞𝙢𝙞𝙩𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖. 𝙀 𝙞𝙡 𝙡𝙞𝙢𝙞𝙩𝙚 𝙞𝙤 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙤, 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙛𝙪𝙣𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙚̀ 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙦𝙪𝙚 𝙙𝙖𝙩𝙤 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙩𝙪𝙩𝙚𝙡𝙖 𝙙𝙚𝙞 𝙛𝙤𝙣𝙙𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙡𝙞 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙞 𝙘𝙤𝙨𝙩𝙞𝙩𝙪𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙞 𝙙𝙚𝙡 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙤 𝙥𝙧𝙤𝙘𝙚𝙨𝙨𝙤 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙙𝙖 𝙚𝙫𝙞𝙩𝙖𝙧𝙨𝙞, 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙧𝙞𝙙𝙤𝙣𝙙𝙞…

Balneari, Gasparri: “Pronti a metterci di traverso in Parlamento se le regole non saranno eque”

  “Non consentiremo scelte normative che mettano a rischio di cancellazione questa risorsa italiana”. Così il responsabile nazionale del settore Enti locali di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha sottolineato la continuità del suo “impegno a fianco dei balneari” per difendere “l’economia reale del Paese”. Il senatore azzurro, nel corso della sua visita di oggi nella sede genovese del partito per incontrare e sostenere i candidati in lizza per le amministrative del 12 giugno, ha poi ricordato che “la norma sulle aste si deve fare per fronteggiare i rischi giudiziari che le procure, che la Cassazione, che il Consiglio di Stato hanno manifestato, ma bisogna anche tutelare le imprese familiari, bisogna tutelare le imprese che esistono da più anni, bisogna evitare ogni rischio di colonizzazione“. Poi sulla scadenza al 2023 che pende sui Comuni ha detto che “non è un tempo congruo” perchè “non c’è ancora un’indicazione nazionale” che stabilisca delle regole per le gare. Su questo è stato irremovibile: “Calma e sangue freddo – ha detto-. Se si dovesse arrivare a delle evidenze non si può prescindere dalla tutela del valore delle imprese, che quindi diventa anche tutela della continuità delle aziende esistenti, del loro passato e del loro futuro. Perché i mutui, gli investimenti, le esposizioni bancarie, sono realtà che gravano per anni su queste famiglie”. E annunciando battaglia, ha assicurato: “Noi ci metteremo di traverso in Parlamento se le norme non saranno eque”.