Lavoro: sciopero aziende portuali Genova contro Bolkestein

Uno sciopero di 24 ore, per venerdì prossimo, contro l’applicazione della direttiva Bolkestein al demanio portuale è stata indetto per la categoria dei portuali di Genova.
L’ astensione è stata decisa dai sindacati Cub Trasporti e Coordinamento lavoratori portuali di Genova per gli addetti di Culmv, Psa, Psa-Sech, Terminal S. Giorgio, Terminal Messina.

“Uno dei settori lasciati fuori dalla direttiva Bolkenstein era il demanio portuale che riguarda i porti e le attività connesse. Il governo Draghi sta invece tentando di far rientrare anche i porti nelle privatizzazioni a vantaggio delle multinazionali, per cui nella legge sulla concorrenza è stato inserito un emendamento che lo prevede”, denunciano i sindacati.
Sul tema è stata convocata una conferenza stampa domani dalle 11 nella sede della Cub di Genova in via Savona. Dal 23 al 25 aprile, anche con il Coordinamento di Resistenza dei Sindacati di Base, sarà attuato un presidio al varco Etiopia.

“Che fine faranno le società più piccole attualmente concessionarie, con ovviamente tutti i lavoratori dipendenti, è facile immaginare. Saranno strozzate e costrette a cedere o neanche a partecipare alle concessioni, chiudere e licenziare i lavoratori che dovranno adattarsi ai salari da fame e alle condizioni normative imposte dai nuovi venuti. Verranno persi diritti lavorativi storici costati decenni di lotte, si scatenerà una lotta al ribasso sulla pelle dei lavoratori che verranno messi uno contro l’altro per dividersi la miseria che verrà loro concessa”, ha dichiarato Vincenzo Messina della Cub Trasporti di Genova. (ANSA).

Reddito di cittadinanza, Bond: “va eliminato, è fallimento”

 

“Se alberghi, ristoranti e attività turistiche non trovano manodopera per la stagione estiva è anche colpa del reddito di cittadinanza. Va eliminato”. Così in una nota il deputato di Forza Italia Dario Bond. “A distanza di un paio di anni dall’introduzione della misura voluta dal governo Conte – e in particolare dal M5S – possiamo dire senza timore di essere smentiti, che è stato un fallimento. E che anzi, il reddito di cittadinanza sta creando più danni che benefici.

Lo vedono quotidianamente gli operatori del turismo, che non trovano più lavoratori stagionali. Per in giovane risulta più conveniente stare sul divano e aspettare il sussidio mensile piuttosto che andare a lavorare negli alberghi, nei ristoranti, nelle stazioni balneari o negli impianti di risalita delle località montane. Così facendo però il turismo, settore fondamentale per l’economia del nostro Paese, rimane senza manodopera. Va trovato subito un correttivo, altrimenti l’industria delle vacanze rischia di fermarsi e di non ripartire più”. (ANSA).