Assobalneari Confindustria: “Ai leader dei partiti politici di maggioranza”

In vista dei prossimi lavori al Senato sul Disegno di Legge Concorrenza, riportiamo qui di seguito l’ appello rivolto ai leader dei partiti di maggioranza di Governo da Assobalneari Confindustria Queste poche righe per rivolgerLe un accorato appello a nome delle 30.000 Imprese Balneari Italiane e i concessionari del demanio turistico ricreativo, affinchè venga fermata l’iniziativa della Presidenza del Consiglio che si prefigge di mandare all’ asta le piccole e medie imprese a carattere familiare con meccanismi tali che hanno il solo scopo di favorire i grandi gruppi e la finanza speculativa internazionale contro i quali, chi fa il nostro lavoro, nulla può. Inutile ripetere argomenti su cui ci siamo confrontati in questi mesi, ma mi permetto di sottoporre una semplice riflessione che scaturisce dall’ evoluzione degli eventi. Partendo da una sentenza del Consiglio di Stato che ha tutto il sapore di una “decisione politica” e non amministrativa, che in sostanza si attribuisce prerogative proprie del Parlamento, troviamo successivamente un’ altra sentenza sempre del CdS che dichiara escluse dall’ applicazione della Direttiva le concessioni rilasciate prima del 2009. Nonostante ciò il Governo inizia un percorso attraverso un suo emendamento al Disegno di Legge Concorrenza che proietta le concessioni a Gara ignorando proprio i principi fondamentali enunciati dallo stesso art 12 della Direttiva Servizi, il primo dei quali statuisce che se la RISORSA è ANCORA DISPONIBILE, NON SI APPLICA LA DIRETTIVA. Richiediamo perciò di conoscere le risultanze della mappatura delle concessioni demaniali e se dalla stessa emerga che è incompleta, di indurre l’esecutivo a rivedere le sue posizioni. Adesso si veicola la menzogna che la riforma deve essere fatta in nome del PNRR. Ma a pag 76 del Piano la riforma del Demanio non è prevista tra quelli che vincolano l’ invio dei fondi all'Italia. È chiaro che qui ci sono interessi esteri forti per stritolare le nostre imprese, liberando il campo ad acquisizioni massicce da parte del grande capitale finanziario Questa operazione studiata a tavolino è un danno per i beni pubblici e l'economia del Paese. Per questo mi appello alla sua coscienza affinchè possiate far desistere il Presidente del Consiglio e i suoi collaboratori, per evitare un disastro che colpirà tutto il sistema turistico costiero del nostro Paese.Fermatelo subordinando la verifica della mappatura delle coste perchè abbiamo certezza che non ci sono le condizioni per l’ applicazione della Direttiva che il suo “papà” Fritz Bolkestein ha spiegato nel nostro parlamento che la “sua” Direttiva non si applica alle concessioni Balneari. La ringrazio per l’ attenzione a nome delle nostre famiglie.Fabrizio Licordari Assobalneari Confindustria estratto documento pnrr

“Fare verde” pro balneari: “no all’esproprio a favore del capitale straniero”

  Fare Verde “si schiera al fianco dei gestori degli  stabilimenti balneari che rischiano di veder vanificato il loro lavoro. ll Governo Draghi vuole mettere a gara dal 2023 le concessioni balneari, una norma  inserita nel DDL Concorrenza”. Il presidente nazionale di Fare Verde, Savino Gambatesa, si schiera al fianco delle  sentinelle del mare e  commenta: “Il mordi e fuggi aumenterà le tariffe balneari. L’offerta di maggiori investimenti  comporterà un appesantimento edilizio e quindi una ulteriore cementificazione della  costa italiana. Tutto il contrario di quello che serve all’Italia, che ha bisogno di aprire  una nuova stagione di pianificazione per la riqualificazione delle coste su direttive  di ecocompatibilità ed ecosostenibilità.”  “La tutela dell’ambiente e degli utenti non richiede più concorrenza”, prosegue  Savino Gambatesa, “la mercantilizzazione delle spiagge italiane, tenacemente  perseguita dal Governo Draghi, non aiuta l’ambiente perché apre al grande capitale  lo sfruttamento delle coste, sostituendo la gestione familiare che attualmente  caratterizza la balneazione attrezzata italiana, con capitani d’industria dai forzieri  ricolmi. Quello che il Governo si accinge a fare”, sostiene il presidente nazionale di Fare Verde, “non aiuta l’ambiente o i consumatori bensì solo i grandi capitali. Una preziosissima risorsa regalata a chi offre di più. La conseguenza sarà l’aumento delle  tariffe balneari e la cementificazione delle coste. Tutto il contrario di quello che  serve, e cioè l’avvio di una stagione di pianificazione per la riqualificazione delle  coste su direttive di ecocompatibilità ed ecosostenibilità. Il Governo Draghi pensa, invece, a vendere le spiagge al migliore offerente. Vincerà il grande capitale a discapito dei nostri bagnini che hanno creato un modello vincente di balneazione attrezzata di qualità che il mondo ci invidia. Il Presidente Draghi ha inserito la questione delle spiagge nel DDL concorrenza, nonostante che questa tematica non rientri nel PNRR, per costringere il Parlamento  ad accettare la confisca di aziende e la perdita del lavoro a migliaia di famiglie di  bagnini”, conclude.