Sib e Fiba: “La legge delega al Governo per la riforma delle concessioni è inaccettabile”

NON CONTIENE UN CORRETTO BILANCIAMENTO FRA L’ESIGENZA DI UNA MAGGIORE CONCORRENZA E LA
SALVAGUARDIA DEI DIRITTI DEI CONCESSIONARI ATTUALMENTE OPERANTI

 

Le scriventi Organizzazioni maggiormente rappresentative delle decine di migliaia di aziende balneari attualmente operanti sono in mobilitazione a seguito della approvazione da parte del Senato della legge delega al Governo che, di fatto, distrugge la balneazione attrezzata italiana così come realizzata nel nostro Paese.
Si tratta della parte più preziosa del turismo italiano (il segmento mare è quello di gran lunga più rilevante sia per la domanda che per l’offerta) realizzata esclusivamente su iniziativa degli operatori.
Viene abrogata la legge nr. 145/2018 (art. 1 c. 675 e segg.) che prevedeva un processo di riforma, mai attuato dai diversi Governi che si sono succeduti in questa legislatura, e sostituita con una delega al Governo (artt. 3 e 4) del Ddl A.S. 2469.
È una decisione sbagliata perché in primo luogo non prevede una ricognizione dei beni finalizzata alla verifica della sussistenza della sua eventuale scarsità: presupposto INELUDIBILE per l’applicazione della direttiva Bolkestein.
Né un’attività di profilazione delle aziende attualmente operanti al fine di determinare se sussiste o meno la rilevanza transfrontaliera, anche questo prerequisito dell’obbligo di pubblica evidenza comunitaria. Il tutto in stridente contrasto con la sentenza Promoimpresa della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Non vi è, poi, alcuna distinzione fra rilascio di concessione su un’area libera con quella del subingresso in un’area sulla quale insiste un’azienda. Circostanza che impone una disciplina differenziata, pena la violazione dell’elementare principio costituzionale di eguaglianza.
Assente, inoltre, la previsione di un indennizzo adeguato alla possibile perdita dell’effettivo valore aziendale delle imprese come prescritto dal diritto e dalla giurisprudenza europea.
Per non parlare del termine arbitrario del 31 dicembre del 2023. certamente insufficiente anche in riferimento della complessa attività amministrativa richiesta per l’avvio della riforma. La possibilità, in casi assolutamente eccezionali, di un ulteriore differimento al 31 dicembre 2024 non rende adeguato e ragionevole il termine per lo svolgimento delle gare.
In definitiva, si tratta di un provvedimento che necessita di una sua profonda riscrittura da parte della Camera per un giusto e corretto bilanciamento fra le esigenze di una maggiore concorrenza e la salvaguardia dei diritti dei concessionari attualmente operanti.

LE CRITICITA’ DELLA LEGGE DELEGA AL GOVERNO

1. MANCATO PRELIMINARE ACCERTAMENTO dell’eventuale scarsità di risorse e/o interesse transfrontaliero per un trattamento derogatorio nell’applicazione della cd Direttiva Servizi (l’art. 4, comma 2, lett a), limita la ricognizione solo per individuare spiagge libere -per cui manca alcun riferimento a quanto disposto al punto 43 della sentenza Promoimpresa);
2. ASSENZA DI UNA DISCIPLINA TRANSITORIA anche a tutela del lavoro autonomo balneare e comprendendo un adeguato periodo transitorio, perché è fissata una data di scadenza eccessivamente ravvicinata (31.12.2023) (art. 3, comma 1);
3. LA MANCATA CONSERVAZIONE degli atti amministrativi che prevedono una diversa scadenza ad oggi resi stabili dal decorso del tempo di legge e dalla mancata opposizione di terzi nei termini di legge (v. Legge Madia) (l’art. 3 comma 2 è estremamente e ingiustificatamente limitativo);
4. IL LEGITTIMO AFFIDAMENTO dei concessionari non viene tutelato (nella Delega manca alcun riferimento a quanto disposto dalla sentenza Promoimpresa, punto 56);
5. ASSENZA DEL DIRITTO DI PREFERENZA del concessionario uscente, a parità di condizioni
6. IL VALORE AZIENDALE non viene riconosciuto in favore del concessionario uscente (V. sentenza Laezza) (l’art.4 comma 2 lett. i) è generico e lascia aperta la possibilità di un indennizzo irrisorio);
7. PREVISIONE DI UN DANNOSO FRAZIONAMENTO CONCESSIONI con conseguente distruzione di molte aziende (art. 4 comma 2 lett. d));
8. ASSENZA DEL RINVIO ALLE REGIONI non solo per disposizioni di dettaglio ma soprattutto per l’attività di pianificazione e programmazione di loro esclusiva competenza.

DDL Concorrenza, Gasparri (FI): Sentenza CdS su balneari basata su dati non reali”

 

“Voglio dirlo con chiarezza: la sentenza del Consiglio di Stato sui balneari è basata su dati non reali, come quella per cui le imprese balneari farebbero incassi per 15 miliardi di euro e pagherebbero appena 100 milioni per le loro concessioni. L’ex presidente del Consiglio di Stato avrebbe dovuto informarsi bene prima di emettere una sentenza così ingiusta”.

Lo ha affermato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, nel suo intervento in aula durante il dibattito sul ddl Concorrenza. “Non vengono, infatti, considerate altre spese per investimenti, per IVA e per altre tasse.

E le associazioni dei balneari farebbero bene ad essere più chiare su questo anche per facilitare l’opera del legislatore. Non vera è poi l’affermazione – ha aggiunto Gasparri – secondo la quale la mancata applicazione della Bolkestein ai balneari farebbe perdere i fondi del Pnrr: non comprendo come si possano dire simili astrusità. E voglio affermare in questa aula con altrettanta chiarezza che la normativa sui balneari che voteremo con questa legge andrà in vigore a fine 2023 e in alcuni casi anche oltre tale data.

 Ebbene, qualora, come mi auguro, il centrodestra vincesse le politiche noi modificheremo questa legge se l’esito finale dei decreti delegati sarà insoddisfacente. E’ un chiaro impegno che non mancheremo di attuare. Bisogna tutelare il lavoro autonomo, chi ha investito, chi ha migliorato tanti luoghi in declino e, lo preciso, non vogliamo aiutare chi ha fatto opere abusive, quelle vanno distrutte.

Nessuno ha il diritto di fare affermazioni destituite di fondamento. E purtroppo il governo non ha avuto adeguata attenzione nell’ascolto dei balneari, che avrebbero meritato la stessa attenzione riservata ad altri settori del lavoro”- ha concluso Gasparri. (Vid/ Dire)