Ddl concorrenza: Zucconi (FdI), eliminare articoli sui balneari

 

“Fratelli d’Italia votera’ contro gli articoli relativi alle concessioni balneari del ddl Concorrenza e contro il disegno di legge, se non verranno eliminate le misure che metteranno a gara le concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo, espropriando di fatto oltre 30mila aziende. Lo abbiamo gia’ fatto al Senato e lo faremo anche alla Camera. Per noi la coerenza su questa battaglia e’ d’obbligo”.

Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Attivita’ Produttive e Turismo della Camera, Riccardo Zucconi. “Speravamo in un ripensamento in extremis, che consentisse di stralciare gli articoli sui balneari, cosi’ come avvenuto per i tassisti su richiesta di FDI. Invece, si continua su una strada sbagliata, inserendo questo tema in un provvedimento necessario ai fini dell’erogazione delle risorse del Pnrr e mettendo in ginocchio un’intera categoria e i suoi lavoratori. Mantenere queste disposizioni – conclude – rischia di pregiudicare azioni modificative future, che possano salvaguardare un settore strategico per la nostra Nazione, come quello dei balneari. Rivolgiamo un appello ai colleghi di tutte le forze politiche a fare altrettanto e unirsi a noi per sopprimere gli articoli ‘ammazza’ balneari”. (AGI)

Ddl Concorrenza, Bonaccini: balneari accettino si facciano gare

Ma si riconosce il valore d’impresa e investimenti già fatti

 

“Che si facciano le gare ormai l’hanno capito tutti, lo devono accettare anche i balneari. Noi abbiamo detto che si riconosca il valore d’impresa e degli investimenti”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, in collegamento con Morning news su Canale 5.

“L’Italia non è tutta uguale, non ci sono coste gestite tutte nello stesso modo, con la stessa qualità, con la stessa mole di investimenti e di ospitabilità – ha spiegato Bonaccini -. Noi chiediamo solo questo: le gare sì, ma si deve riconoscere il valore d’impresa che garantisce a chi ha fatto bene il proprio mestiere di essere riconosciuto per evitare che passi tutto alle multinazionali”. (askanews)