Il recente studio di Sociometrica, elaborato su dati ISTAT, “La ricchezza dei comuni turistici – Ranking secondo la creazione di valore aggiunto” ha mostrato l’entità della ricchezza prodotta dal comparto turistico nel nostro Paese. Leggendo nel dettaglio i dati emergono elementi molto interessanti sul network rappresentato dalle maggiori città balneari Italiane, G20Spiagge. Tutte sono tra i 100 maggiori comuni turistici per valore economico aggiunto, cioè produttori di quel reddito, di quel PIL che sostiene l’economia nazionale.
Lasciando da parte i valori assoluti in euro, balza agli occhi come il settore balneare italiano sia il primo produttore di ricchezza derivata dal turismo del Paese: “Il dato economico e le graduatorie nazionali – afferma Roberta Nesto, coordinatrice del G20Spiagge e Sindaco di Cavallino Treporti – svelano una volta di più la capacità di produrre reddito delle nostre località. È un reddito diffuso, una ricchezza che si spalma sulle comunità, a fronte dei molti disagi che le stesse comunità locali sopportano per produrla. Perché è proprio così: non è facile con le carenze legislative di cui tutti noi enti pubblici soffriamo, dare un servizio di ospitalità all’altezza delle esigenze del turista moderno. È per questo che non ci stanchiamo di chiedere lo status di Città Balneare che, una volta per tutte, risolverebbe molte delle nostre difficoltà amministrative”.
Mettere insieme i diritti degli abitanti con le esigenze degli ospiti è un’impresa che obbliga ogni anno gli amministratori pubblici a delle enormi fatiche con un risultato, nel produrre ricchezza oggi misurato dalla ricerca, che potrebbe non solo aumentare ma anche essere distribuito in maniera più diffusa e utile per le comunità stesse.
Il settore balneare, come anche altri settori turistici, ha un effetto moltiplicatore sull’economia generale della località: il dato più seguito e verificato considera che ogni euro speso direttamente nel turismo generi ulteriori 60 centesimi in altri settori (20% industria, 35% servizi, 5% agricoltura). Quindi, oltre alla grande capacità di produrre ricchezza in sé, il sistema della vacanza genera ulteriore valore aggiunto: maggior numero di imprese, maggiore occupazione, maggior reddito personale.
E, non trascurabile, è sicuramente un settore produttivo che non si esaurirà: lo stile di vita delle persone ha inserito la vacanza tra le proprie necessità ineludibili. E questo, nelle località balneari italiane, lo affermano tutti e da tantissimo tempo. Forse queste comunità, ad iniziare dalle loro amministrazioni, vanno sostenute per il bene dell’intero Paese con una attenzione maggiore. Disvelare, con i numeri, è sempre molto utile.
Tra meno di un mese entreremo nel 2023 e a questo punto dobbiamo chiederci se anche il 2023 ci porterà gli stessi problemi degli ultimi anni (incertezze amministrative, regole vessatorie, calo del turismo, folle burocrazia…) o forse potremo fare quel passo in avanti che da tempo aspettiamo… Nel complesso l’estate 2022 non ha mostrato miglioramenti significativi rispetto al 2019/20: in particolare, le regioni che hanno registrato un incremento rispetto alla stagione pre pandemia sono state la Sardegna, Sicilia, Campania, Liguria mentre per le altre regioni i dati attuali sono ancora lontani. Questa situazione è dovuta alla scarsa capacità di pubblicizzare il made in Italy, all’aumento dei costi in talune realtà e, soprattutto al forte impatto del COVID. Altro impostante effetto di calo turistico (ad esempio a Forte dei Marmi) è dovuto allo scontro tra la Russia e l’Ucraina: solitamente la città ospita un grande numero di stranieri, russi soprattutto, che quest’anno, però, sono mancati all’ appello. Rimini inizia a riprendersi «dopo le mazzate del 2020 e quelle dei primi del 2021» afferma il sindaco di Rimini: ma tuttavia con numeri ancora inferiori a quelli del 2019. …E nel 2023? lo credo che la risposta sia nei seguenti punti:
1) Destagionalizzare Una delle caratteristiche del settore turistico è la sua stagionalità, ovvero la concentrazione dei flussi in determinati periodi; questa concentrazione può essere gestita attraverso politiche di destagionalizzazione turistica che consentono la redistribuzione dei flussi su periodi diversi o più lunghi con un grande potenziale di crescita su quale investire per la sostenibilità dell’intero sistema. A causa del Virus, ad oggi, il turismo è in crisi e bisogna quindi destagionalizzare e e quindi: si alla Destagionalizzazione turistica perché il mare è bello sempre!
2) Sviluppare il Turismo locale Molte persone tendono ad andare in vacanza all’estero pur non conoscendo la propria nazione o regione. Sviluppare consapevolezza delle bellezze presenti nel proprio territorio per aumentare il turismo interno e diminuire quello esterno facendo conoscere i territori e i loro aspetti più interessanti con grandi benefici per le attività ricettive- creando un vero volano economico per tutta l’area.
3) Diversificare l’offerta Importante è anche puntare su nuove offerte come il turismo naturalistico che comprende aree naturali, riserve marine, attività montane, agriturismi e aree rurali, sentieri nella natura, attività ricreative nelle masserie, negli stabilimenti balneari.
4) Differenziare i mercati Ovvero proporre lo stesso prodotto a clienti che viaggiano in diversi periodi, in modo tale da coprire l’intero anno col medesimo prodotto turistico: giovani, pensionati, turisti, operatori di settore…
5) Incentivare l’enogastronomia Anche l’enogastronomia è diventata una vera e propria motivazione di viaggio, è un nuovo modo di vivere il territorio, di conoscere il paese e le sue tradizioni attraverso il cibo e si può praticare durante tutti i mesi dell’anno…. niente è piu’ bello che mangiare sulla spiaggia! Il mercato dei prodotti locali riceverebbe, poi, un impatto positivo perché il turista, apprezza i prodotti tipici tenderebbe ad acquistarli quando toma nel proprio territorio.
6) Far crescere sport e wellness Il turismo sportivo attrae numerosi turisti che amano passeggiare, pedalare, nuotare, fare immersioni e sport acquatici e d’avventura. E’ un segmento molto interessante che crea un giro d’affari di 6,3 miliardi di Euro in Italia, 10 milioni di viaggi e 60 milioni di pernottamenti, rilevati dall’ONT. Il wellness tourism è una forma di turismo che attrae persone attente alla salute e al benessere psico- fisico sulle spiagge. L’Europa è il più grande mercato turistico del benessere e termale con circa 25.000 stabilimenti, 500.000 occupati nel settore per un giro d’affari di 20Mld di euro. Una destinazione di successo è tale quando vi è cooperazione tra istituzioni, tra pubblico e privato, associazioni e aziende per creare un’offerta e servizi di qualità e promuovere insieme la destinazione e garantire sicurezza e pulizia: da tutto ciò scaturirà un giudizio positivo dei turisti sulle vacanza che faranno!
7) Prevedere lo scaglionamento dei periodi delle vacanze Lo scaglionamento altro non è che proporre determinate soluzioni di viaggio per offrire la possibilità alle famiglie di viaggiare in più periodi. Oppure soluzioni per le aziende, in concomitanza con le chiusure annuali.
8) Assicurare infrastrutture materiali e immateriali di alto livello Anche le infrastrutture come poli golfistici, centri termali e congressuali possono attrarre diversi tipi di segmenti in vari periodi dell’anno. Questo può portare ad un incremento del turismo durante la stagione di spalla. Sviluppando siti web e App si offre la possibilità di informarsi in modo accurato, di prenotarsi la vacanza, le escursioni e biglietti in maniera autonoma, mentre si è ospiti delle strutture balneari…
9) Destagionalizzare il turismo: l’importanza di promozione e marketing Della destinazione, dei luoghi meno conosciuti, di percorsi tematici basati su elementi caratterizzanti, degli eventi in determinati periodi dell’anno, di tutte le potenzialità e le offerte del territorio. Una destinazione che non promuove ciò che offre non potrà mai diventare una destinazione turistica e la promozione deve avvenire attraverso la local community, il web e i social. Gli eventi, causa Covid sono fortemente limitati, ma servono per allungare la stagione ed attrarre turisti durante la bassa stagione. Quindi è importante collaborare con agenzie e tour operator e far crescere nei turisti il loro il senso di appartenenza.
Lavorando bene e lavorando uniti, l’anno che verrà sarà sicuramente migliore, certo, però se la politica lo vorrà… e questo perché per volare con la fantasia c’è bisogno di certezza del futuro, ovvero senza avere ancora sulle nostre teste la spada della Direttiva Bolkestein che minaccia le nostre strutture, il nostro lavoro, le nostre famiglie!! Il futuro, infatti, del nostro comparto turistico balneare è fermo dal 2006 ad oggi, con gravi danni all’economia nazionale: tutto per colpa di una politica sbagliata e di sudditanza alla comunità europea che, pure, non ha mi dichiarato di volere la fine del nostro turismo balneare! Il tutto consci che la questione, in realtà è e rimane risolvibile in Italia…. senza scomodare l’Europa! Basterebbe, infatti accettare una delle proposte di ITB Italia e farle applicare subito, però, senza aspettare l’undicesimo governo… perché non c’è più tempo!!
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