Vanni, Confimprese Demaniali: “Governo sosterrà balneari con approvazione decreti attuativi”

  Confimprese Demaniali ha incontrato oggi il Ministro Fitto. Mario Vanni commenta: "il Governo ha esposto la volontà di sostenere la categoria ad uscire dall'annosa questione utilizzando la via dei decreti attuativi della Legge delega sulla Concorrenza". E' quanto afferma, in una nota, Confartigianato Imprese Demaniali alla luce dell'incontro di una delegazione guidata dal presidente, il riminese Mauro Vanni, con il ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il Pnrr Raffaele Fitto e il ministro del Turismo, Daniela Santanchè.A giudizio dell'associazione, quello individuato dall'esecutivo è "un percorso legislativo che vuole superare l'ipotesi della proroga della scadenza delle concessioni, proroga che rischia di essere contestata dall'Europa e impugnata dai Tribunali regionali a causa della nota sentenza del Consiglio di Stato. Ipotesi, quella della proroga, che potrebbe peraltro mettere la categoria nell'impossibilità di accedere ai finanziamenti del Pnrr". In particolare, viene evidenziato, "i ministri hanno comunicato l'intenzione di procedere alla proroga dell'approvazione dei decreti attuativi della Legge delega sulla Concorrenza e, nelle more, di voler lavorare sui contenuti dei decreti per la riassegnazione delle concessioni, di concerto con le rappresentanze della categoria, nel rispetto e nella salvaguardia delle imprese balneari italiane".Al summit romano, il presidente di Confartigianato Imprese Demaniali, Vanni "ha confermato la sua posizione: priorità assoluta nel definire una condizione di stabilità che consenta ai concessionari di far valere la loro professionalità e di poter pianificare investimenti che allo stato attuale sono impossibili e immaginare uno slot di qualche mese per impostare assieme al Governo i criteri delle gare, per evitare le battaglie legali". (ANSA).

Demanio marittimo, ass. Marco Scajola: “Su canoni minimi condiviso documento della Liguria, Regioni a supporto associazioni no profit”

  Un intervento celere del Governo sulla questione dei canoni demaniali minimi, sulla base del documento, proposto da Regione Liguria e condiviso da tutte le Regioni in sede di Conferenza, per garantire risposte certe e concrete soprattutto al settore delle associazioni no profit: è questa la richiesta contenuta nel documento presentato oggi dal coordinatore del Tavolo Interregionale sul Demanio Marittimo e assessore della Regione Liguria Marco Scajola durante l’incontro in sede di Conferenza delle Regioni.“In attesa di discutere le diverse problematiche aperte in materia di demanio marittimo – spiega Scajola - la questione più delicata e che richiede una revisione urgente riguarda il valore del canone minimo. Nel documento – spiega l’assessore al Demanio Marittimo della Regione Liguria - si propone una revisione dell’istituto del canone minimo, che distingua le concessioni per uso pubblico o non lucrativo da quelle che determinano un vantaggio economico per il concessionario. Solo a queste ultime si dovrebbe richiedere un importo congruo, attualmente definito in 3.377,50 euro annui, mentre per le altre si dovrebbe fissare una cifra ‘simbolica’, ben individuata nel 2022 in 500 euro. In questo modo non si creerebbero difficoltà alle casse comunali e, al contempo, si darebbe un aiuto concreto alle tante associazioni no profit che hanno difficoltà a sostenere un costo annuale, decuplicato in soli tre anni. Si tratta di associazioni sportive, attività senza scopo di lucro, fondamentali per le comunità di riferimento, in quanto portano avanti tradizioni e iniziative locali, che sono parte integrante dell’offerta culturale e turistica del nostro Paese”. “Inoltre – conclude Scajola - sul tema delicato delle Concessioni Demaniali Marittime, ho chiesto al presidente Fedriga di farsi portavoce con il Governo affinché l’Esecutivo possa instaurare un confronto ed una collaborazione costante con le Regioni sull’argomento. L’obiettivo comune dev’essere quello di trovare una soluzione definitiva per le 35mila imprese balneari e le loro famiglie, che da anni vivono in una situazione di incertezza”.