“Nelle scorse settimane l’Agenzia del demanio ha scritto ai Comuni costieri della Toscana per chiedere di avviare le procedure di incameramento degli stabilimenti balneari sulla base di un articolo del Codice della navigazione del 1942. Questa legge implica che, a concessione scaduta, tutte le strutture di non facile rimozione che si trovano sul demanio pubblico vadano incamerate dello Stato. La sua applicazione non solo è particolarmente costosa sia per i privati che per il pubblico, ma appare quantomeno inopportuna non solo prima che la scadenza della concessione sia effettivamente avvenuta, ma in una situazione ancora non definitiva e che richiede il completamento della mappatura delle spiagge. Per questo motivo, con il collega e vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, ho presentato un’interrogazione per chiedere un chiarimento sulla condotta adottata dall’Agenzia del demanio nella questione in oggetto”. Lo dichiara in una nota Manfredi Potenti, senatore toscano della Lega.
Flat tax e concessione balneari, la Commissione boccia l’Italia. Ancora. Non vanno nella giusta direzione, non aiutano il Paese a crescere e servono per questo i correttivi del caso. Un’annotazione contenuta nel preambolo che porta alle raccomandazioni specifiche redatte per lo Stato membro fondatore, che anticipa la richiesta vera e propria. Al governo viene raccomandato di adottare e attuare la legge delega sulla riforma tributaria, “preservando la progressività del sistema tributario e migliorandone l’equità, in particolare razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali”. E’ nell’introduzione che è contenuta spiegazione e traduzione del passaggio. Con tanto di critica.
“L’estensione del regime forfettario ai lavoratori autonomi desta preoccupazioni circa l’equità e l’efficienza del sistema tributario“, scrivono i servizi della Commissione europea. “Anche l’introduzione di un nuovo regime forfettario sugli aumenti salariali per il 2023 ha aumentato la complessità” del sistema tricolore. Dunque politicamente la ricetta scelta fin qui non solo non convince, proprio non piace.
Di fronte all’imperativo di “preservare la progressività del sistema fiscale, ridurre la complessità, aumentare gli incentivi al lavoro, rafforzare l’adempimento fiscale e garantire la neutralità di bilancio”, la Commissione suggerisce al governo Meloni come procedere, in modo pratico. “C’è il potenziale per aumentare le entrate da altre fonti meno dannose per la crescita, come la proprietà, l’Iva e l’autorizzazione all’uso dei beni costieri demaniali, al fine di ridurre il carico fiscale sul lavoro”.
Nel passaggio in questione il documento di lavoro della Commissione suggerisce inoltre l’introduzione di una patrimoniale, ipotesi sempre scartata dall’attuale maggioranza Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia. A cui viene ricordato che in questi ultimi anni davvero pochissimi passi avanti sono stati fatti nella lotta all’evasione fiscale. Nella richiesta di una patrimoniale, il preambolo alla raccomandazioni ricorda, una volta di più, che “è importante affrontare una sfida di lunga data che non è inclusa nella legge delega, vale a dire i valori catastali in gran parte obsoleti, che servono come base per il calcolo dell’imposta sugli immobili”.
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