Balneari: Buratti: Posata prima pietra. Ora aprire dialogo con operatori, regioni e comuni

 

“Registro alcuni elementi positivi a partire dal voto unanime con cui è stata licenziata la riforma delle concessioni e dal riconoscimento del valore aziendale, degli investimenti fatti e delle professionalità acquisite negli anni come principio inderogabile. In questo senso, in linea di massima, i termini oggetto di discussione negli ultimi anni sono stati recepiti ed è un dato da sottolineare. Tuttavia, ritengo sia necessaria un’analisi approfondita del testo che va studiato a fondo in vista dello svolgimento del suo iter parlamentare. Ricordo, inoltre, che il demanio marittimo non sono solo gli stabilimenti balneari. Per questo, una riforma deve essere organica e riguardare tutte le diverse tipologie di concessioni.

Si tratta di una legge delega che il Parlamento esaminerà nel merito e sulla quale potrà esprimere un giudizio articolato e valutare eventuali modifiche. In questo senso, saranno importanti le audizioni in cui sarà possibile ascoltare le ragioni degli operatori del settore, delle Regioni e, soprattutto, dei comuni che dovranno organizzarsi per affrontare una fase molto impegnativa. Già nei prossimi giorni mi farò promotore con il Pd di un’iniziativa per incontrare le associazioni di categoria, gli enti locali e le Regioni per cominciare a ragionare sul testo. È importante tenere un costante dialogo aperto a tutti gli interlocutori interessati dalla riforma.

Oggi è stata posata la prima pietra. Rimane centrale l’esigenza di contemperare la tutela del valore aziendale che è ampiamente riconosciuto dal diritto comunitario, gli investimenti fatti, il principio del legittimo affidamento con quello della concorrenza che non deve ledere i diritti degli operatori. Le parole d’ordine continuano ad essere certezza del diritto ed equilibrio tra concorrenza e diritti legittimi dei concessionari”.

FASSINA (LEU): PREOCCUPANTE BOZZA IN CDM

 
“Leggeremo il testo definitivo dell’emendamento per le concessioni BALNEARI che uscirà dal Consiglio dei Ministri, ma ora la preoccupazione è grande. Dalle anticipazioni, sembra vi siano importanti passi avanti rispetto all’attuazione ‘pura’ del meccanismo del bando. Ma è l’ambito di applicazione del meccanismo da limitare: ha senso per le concessioni revocate o aggiuntive. Invece, applicato in via ordinaria e generalizzata, penalizza le imprese a gestione familiare e le imprese più piccole, nonostante i correttivi previsti. Destabilizza attività imprenditoriali avviate e scarica la pressione competitiva sul lavoro. La discontinuità nella gestione della concessione non è un bene in sé e non è condizione necessaria per alzare i canoni o per intervenire sulle irregolarità e sui reati commessi da qualche concessionario.
 
Riformare le regole per le concessioni è giusto e urgente, ma riformare non implica necessariamente doversi allineare ai principi della Direttiva Bolkestein: una Direttiva sbagliata che ha alimentato la concorrenza tra ordinamenti di welfare e
condizioni del lavoro, non tra aziende, e determinato svalutazione del lavoro, senza significativi miglioramenti per i consumatori. Va cambiata, come è stata cambiata la Direttiva sui lavoratori dislocati: i principi dei Trattati non hanno una unica modalità di attuazione. Nel frattempo, si può procedere a rinnovi condizionati, come avvenuto per il commercio ambulante”.