Balneari: Federalberghi, hotel senza concessioni mutilati

 

Federalberghi guarda con preoccupazione alla vicenda delle concessioni poste al servizio delle strutture turistico ricettive: queste imprese, se venissero private della spiaggia, subirebbero una mutilazione grave ed irreparabile.
Lo dice il direttore generale di Federalberghi Aleassandro Nucara all’audizione davanti alla Commissione Industria, commercio e turismo del Senato, nell’ambito dell’esame della legge per il mercato e la concorrenza.

Il tema delle concessioni demaniali, spiega Nucara, è di grandissima importanza per il futuro del sistema di offerta turistica italiano: le località marittime e lacuali, in cui operano la gran parte delle concessioni di cui parliamo oggi, ospitano quasi il 43% dei flussi turistici indirizzati agli esercizi ricettivi italiani (circa 188 milioni di presenze all’anno).
Federalberghi apprezza il fatto che l’emendamento governativo menzioni le specificità degli alberghi, ma si chiede di fare di più: l’adozione di una soluzione ad hoc per le strutture ricettive.
La soluzione ottimale secondo gli albergatori sarebbe quella adottata dalla Grecia, che assegna le spiagge prospicienti gli alberghi e i campeggi direttamente alle strutture ricettive; interessante anche il caso del Portogallo, che prevede una tutela ad hoc per i concessionari uscenti.

Per la durata delle concessioni, spiega la Federazione, in Spagna e Portogallo si può arrivare sino a 75 anni; addirittura, in Irlanda la concessione può durare fino a 99 anni.
Richiesta anche una tutela speciale per le catene alberghiere: se sarà stabilito un numero massimo di concessioni che un’impresa può acquisire, dovrà essere salvaguardata la possibilità che ogni singolo albergo della catena abbia la propria spiaggia.

Infine secondo Federalberghi in caso di frazionamento delle concessioni in piccoli lotti, dovrà essere salvaguardata la possibilità per le strutture ricettive di mantenere una spiaggia di dimensioni adeguate alle dimensioni della struttura stessa. (ANSA).

Concessioni balneari, la Regione ha chiesto ai Comuni marchigiani di astenersi dal predisporre i bandi di gara

 

L’assessore regionale al Demanio, Guido Castelli, ha invitato i Comuni costieri marchigiani ad astenersi dal predisporre autonomamente bandi di gara per le concessioni demaniali marittime turistico ricreativo. Ha inviato una lettera ai sindaci per proporre un ”indirizzo univoco” sull’attuazione della direttiva europea, meglio nota come Bolkestein, in attesa che venga definita, a livello nazionale, una uniforme disciplina applicativa. 

Castelli ricorda che “le recenti sentenze del Consiglio di Stato hanno fissato la data di scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2024, in attesa di un riordino legislativo statale della materia. Sentenze sulle quali pendono ricorsi in Corte costituzionale e in Corte di cassazione”. 

La durata delle concessioni demaniali turistico ricreative coinvolge aspetti che rientrano nell’ambito della tutela della concorrenza, come più volte ribadito dalla stessa Corte costituzionale. 

L’assessore evidenzia, quindi, che “nessuna competenza, neppure residuale o meramente attuativa, spetta alle Regioni e, a maggiore ragione, ai Comuni”. 

Inoltre “il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 ha previsto una delega al Governo per provvedere alla mappatura dei beni pubblici” e delle relative concessioni. Castelli ha chiesto ai comuni marchigiani di astenersi dall’emanazione dei bandi, “a fronte della necessità di una legge nazionale di riordino. Provvedere a rinnovi autonomi sarebbe non solo inopportuno, ma anche dannoso, potendo creare disparità che potrebbero dare corso a contenziosi giudiziari e a un’inutile spesa pubblica”.