Balneari, Sib: “Trasferire il demanio marittimo alle Regioni”

 

“Il Governo ha approvato nel Consiglio dei Ministri il Disegno di legge per trasferire alle Regioni altre competenze: dalla scuola all’energia; dall’ambiente alle grandi infrastrutture – ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio. Segnaliamo in merito che il Governo e il Parlamento, oltre ad emanare altre leggi in materia di federalismo, farebbero bene anche ad applicare le leggi già vigenti.

 

C’è, infatti, il Decreto legislativo sul federalismo demaniale del 28 maggio 2010 nr. 85 che, fermo restando l’esclusiva competenza statale in materia di concorrenza, trasferisce alle Regioni anche il demanio marittimo. Tale trasferimento eliminerebbe l’attuale contrasto fra le Regioni e i Comuni che esercitano le funzioni, nel mentre lo Stato centrale continuerà a regolare e incassare i canoni demaniali o provvedere alla delimitazione del demanio marittimo.

Sarebbe una opportuna semplificazione della governance del settore nella direzione dell’efficienza e speditezza dell’attività amministrativa. Sta di fatto che a distanza di ben 13 anni manca ancora il DPCM attuativo di questo trasferimento.

È necessario che il Governo non trascuri questo aspetto nell’auspicata e non più procrastinabile riforma della materis.

Sib: “Governo e maggioranza parlamentare ancora indecisi se prorogare o abrogare legge Draghi”

 

Sembra che il Governo e la sua maggioranza parlamentare non abbiano ancora deciso ciò che, a nostro avviso, dovrebbe essere pacifico.

Utile pertanto ribadire sinteticamente la nostra posizione da girare magari ai parlamentari dei partiti di Governo di vostra conoscenza o del vostro territorio. Come detto a Fitto, Santanchè e ai diversi esponenti di FDI, FI e Lega gli articoli 3 e 4 della legge 5 agosto 2022 nr 118 riguardanti la disciplina delle concessioni demaniali marittime, a nostro avviso, dovrebbero essere abrogati non prorogati.

L’articolo 3 prevede le gare entro la fine di quest’anno: al massimo entro la fine del prossimo. Come anche affermato dal presidente dell’Anci De Caro, si tratta di termini semplicemente ridicoli per fare le gare per cui creeranno una situazione caotica sul demanio. L’art. 3 dichiara, poi, nulli tutti gli atti amministrativi di proroga già adottati dai comuni ex art. 1 comma 682 della legge 145/2018 (cd Centinaio) con contenziosi rovinosi e certi in danno dei Comuni. L’articolo 4 prevede la delega al Governo per disciplinare le gare entro sei mesi: la delega scade quindi il prossimo 27 febbraio.

Diversi principi di questa Delega sono “bandierine ideologiche” inaccettabili: aumento delle spiagge libere; frazionamento delle concessioni; obbligo di varchi; premialita’ per parità di genere, giovanili, associazioni sportive, ecc.. Ma soprattutto non contiene una tutela chiara ed efficace delle aziende attualmente operanti. Le criticità di queste norme sono tali che in sede di approvazione, nella scorsa primavera, furono presentati ben 226 emendamenti.

Tutti bocciati da Draghi in persona con il convinto sostegno solo di coloro che si sono sempre battuti pregiudizialmente e demagogicamente contro i balneari. In definitiva si tratta di norme dannose per i balneari che fanno saltare un modello e un sistema di successo minando la competitività del Paese nel mercato internazionale delle vacanze. Nessuno capirebbe perché l’attuale maggioranza e segnatamente FDI applica disposizioni che ha fieramente avversato.

La proroga della delega (scaduta di fatto!) significa proprio questo.La legge Draghi sui balneari dev’essere abrogata non prorogata.

Si adotti un provvedimento ad hoc sostitutivo senza le inaccettabili criticità succintamente elencate e che contenga una tutela chiara ed efficace dei balneari italiani.

Tonino Capacchione