Pasquale Faraco: “Chiudere migliaia di imprese familiari balneari è un atto barbaro e mafioso”

“L’intenzione di far chiudere e togliere dal mercato piccole e micro imprese esistenti, sane e che vivono esclusivamente solo di questo lavoro, per sostituirle con chissà chi appartiene alle culture BARBARIE ED MAFIOSE”. E’ lo sfogo di Pasquale Faraco, balneare Lucano titolare del Lido La Conchiglia a Policoro.
Le concessioni demaniali marittime sono soggette al regolamento del codice della navigazione che all’art. 28 li definisce beni del demanio marittimo e pertanto non rientrano rientrano nella direttiva servizi, come ebbe a dire il suo estensore Frits Bolkestein.

Nonostante questo, vari organi e poteri dello stato italiano ed europeo vogliono forzatamente ed astrattamente far cadere per mettere all’asta, le concessioni di beni demaniali in una direttiva che parla solo di servizi pubblici e che oggettivamente da nessun angolo della direttiva compare testualmente la parola concessioni demaniali, anzi la cosa che più avvicina ad un concessione demaniale espressa nella direttiva servivi bolkestein, sta nel considerando 9 (sviluppo ed uso delle terre) che esplicita a chiare lettere che la direttiva non si applica allo sviluppo ed uso delle terre ed inoltre il considerando 19 della stessa direttiva ha escluso la maggior parte dei regimi di autorizzazione individuale dal suo campo di applicazione.
Come si può creare un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore, e creare una economia equilibrata ed duratura (art. 174 – 195 del TFUE).

Mentre l’europa e l’italia vogliono fare il contrario, vogliono sostituire ergo far chiudere e togliere dal mercato imprese esistenti, sane e che vivono indissolubilmente di questo lavoro, con altre. Tutto ciò e aberrante, togliere il lavoro a chi la creato ed valorizzato, così si crea più povertà, disperazione e far vivere l’agonia di atti estremi, ecc., nelle famiglie delle piccole e micro imprese italiane, che vivono esclusivamente solo di questo lavoro.

Balneari: anche Spagna finisce in mirino Ue per concessioni

Commissione avvia infrazione, ‘garantire procedure imparziali’

La Commissione ha deciso di avviare un’infrazione contro Madrid per non aver garantito una procedura di selezione trasparente e imparziale per il rilascio delle concessioni relative alle aree costiere.
Inoltre, secondo la Commissione, la possibilità di estendere le concessioni esistenti fino a 75 anni senza alcuna giustificazione è contraria alle norme dell’Ue.
Secondo quanto ricorda una nota dell’esecutivo europeo, “la legge spagnola sulle coste prevede la possibilità di rilasciare concessioni (autorizzazioni ai sensi della direttiva sui servizi) per la costruzione di strutture permanenti (ad esempio ristoranti, aziende agricole, industria cartaria o chimica, ecc.) nel cosiddetto “demanio pubblico marittimo-terrestre”, al di fuori dei porti, senza una procedura di selezione aperta e trasparente”. Inoltre, la Commissione spiega che la legge spagnola prevede “la possibilità di estendere la loro durata fino a 75 anni, sempre senza una procedura di selezione. Questa legge viola la direttiva sui servizi”.
Palazzo Berlaymont ribadisce come la necessità di affrontare il tema delle barriere nel settore dei servizi sia “particolarmente critica”. Secondo la relazione annuale sul mercato unico recentemente pubblicata, il 60% degli ostacoli che le imprese hanno incontrato 20 anni fa esiste ancora. “Gli ostacoli confermati dalle imprese interessate comprendono procedure nazionali complesse e mancanza di informazioni al riguardo; requisiti nazionali sproporzionati nel settore dei servizi e requisiti amministrativi onerosi per la fornitura di servizi, anche per quanto riguarda il distacco dei lavoratori”, si legge nella nota della Commissione. (ANSA).