Balneari: Turco-Croatti (M5S), ‘Meloni ci porta dritti a deferimento Corte Giustizia Ue

 

“Tanto tuonò che piovve: alla fine la lettera dell’Ue con la procedura d’infrazione è pronta, e forse già domani ne conosceremo i contenuti. E’ davvero inqualificabile l’ottusità con cui il governo Meloni, in tema di concessioni demaniali, vuole fare dell’Italia uno zimbello su scala europea. Con la premier che se ne lava beatamente le mani. Tutto questo per mantenere uno status quo di concessioni praticamente a vita. Un sistema ormai fallace, con investimenti fermi grazie ai patrioti che da un anno e mezzo lasciano il comparto nella più totale incertezza. La procedura d’infrazione porta con sé un incredibile salasso alle tasche di tutti i cittadini italiani che già devono affrontare la serie di rincari dovuti all’inflazione. La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea dello scorso aprile aveva stabilito che le concessioni balneari in Italia non sono conformi alla normativa europea, in quanto non sono assegnate tramite procedure di gara pubbliche e non sono stabilite regole chiare e trasparenti per la loro durata. Il governo italiano ha parlato – spesso a vanvera – e promesso tanto. Al momento ciò che è certo è che non ha ancora presentato un disegno di legge in Parlamento”.

Ribadiamo ciò che diciamo orami da diversi mesi: questa maggioranza si è tanto agitata sul tema, ma non è stata in grado di fornire neanche un accenno di soluzione a questa impasse”. Così i senatori M5s Mario Turco e Marco Croatti. “Oggi – aggiungono – anche il ministro Salvini si arrampica sugli specchi dicendo che non può valere solo il criterio economico, dimostrando peraltro di non conoscere la norma precedente che ha concorso a cancellare, dopo che Lega e Forza Italia l’avevano approvata, e che ora vorrebbe fare sua, ripristinandola. Il precedente impianto normativo introdotto con il Ddl Concorrenza e approvato nel corso del governo Draghi, infatti, prevedeva già una serie di tutele contro il rischio delle imprese multinazionali, che peraltro lo stesso M5S era riuscito a far approvare. Grande è pertanto la responsabilità politica del governo Meloni che ha concorso a creare confusione e immobilismo negli investimenti in un settore strategico per l’economia italiana. Ed è proprio tale situazione di incertezza che rischia di danneggiare gli operatori virtuosi e di favorire i grandi gruppi”. “L’auspicio ora è che dopo il monito della Corte di giustizia europea si metta fine una volta per tutte a questa messa in scena demagogica e inconcludente, e si rientri sui binari dell’intesa raggiunta un anno fa che tiene in equilibrio gli interessi dello Stato, degli imprenditori, dei lavoratori e dei cittadini.

L’esecutivo ci risparmi un’altra figuraccia internazionale e getti le basi per una nuova stagione trasparente di gare pubbliche: dopo le pronunce del Consiglio di Stato e i rilievi del presidente Mattarella messi per iscritto, il governo deve dare uno scenario definito al settore”, concludono.

Licordari, Assobalneari: “La soluzione per le concessioni balneari è scritta chiaramente nella Bolkestein”

Il tema delle concessioni balneari viene presentato come complesso ed un nodo difficile da affrontare e risolvere per i Governi che dal 2008 ad oggi si sono misurati su questa questione. Ma la soluzione è più semplice di quanto venga fatta volutamente apparire e la troviamo in tutta la sua disarmante semplicità leggendo gli articoli 11 e 12 della Direttiva Bolkestein senza neanche aver bisogno di essere giuristi per poterla comprendere. Infatti l’ art. 12 così recita : QUALORA il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per la scarsità delle risorse naturali, gli Stati membri applicano una procedura di selezione (gare ndr).

Per questo motivo il Governo Meloni ha istituito un apposito tavolo tecnico a Palazzo Chigi coinvolgendo ben 9 ministeri con l’ importante contributo del Ministero delle Infrastrutture che, di concerto con il Ministero dell’ Ambiente, attraverso il Sistema Informatico del Demanio ha permesso di certificare che le coste marittime italiane sono occupate solo per il 33% (manca ancora il dato lacuale e fluviale ancora da determinare) e che perciò la risorsa di cui tratta l’ art 12 della direttiva NON E’ scarsa. Perciò come conseguenza della mancanza del presupposto per fare le procedure selettive evidenziate dal
“Qualora” con cui inizia appunto l’ art 12, si ricade obbligatoriamente nel precedente art 11 della stessa Direttiva che prevede la durata non limitata delle autorizzazioni.
Bene ha fatto il Governo Meloni ad acquisire questo dato inconfutabile che gli consentirà di opporsi con dati alla mano alle sospette pressioni di questa Commissione europea ormai in scadenza che ha visto offuscata la sua attività con il Qatargate, una pagina vergognosa per le istituzioni europee. La vicenda delle concessioni balneari ha tutto il sapore di un Beachgate, che siamo certi il nostro Governo saprà fronteggiare facendo valere la verità che proprio emerge dalla stessa Direttiva e dalla Sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo del 20 aprile scorso.

Anche lo stesso Tar di lecce con la sentenza di pochi giorni orsono ha ben evidenziato l’ importanza del risultato della mappatura che non è una difesa di una corporazione, ma lo strumento governativo per dimostrare finalmente come stanno le cose in Italia. Le imprese italiane non devono cadere in mano a multinazionali straniere. Lo dichiara Fabrizio Licordari Presidente di Assobalneari Federturismo Confindustria.