INCENDI OSTIA – FEDERBALNEARI ITALIA: “Le nostre imprese associate di Ostia sono realtà sane e rappresentano un modello di turismo balneare di qualità”
In merito ai recenti episodi di incendio che hanno coinvolto alcune strutture balneari del litorale romano, Federbalneari Italia esprime forte preoccupazione e vicinanza alle imprese duramente colpite da questi atti gravissimi.
“Esprimiamo le nostre perplessità per i gravi fatti accaduti a Ostia e la nostra piena solidarietà va a tutte le imprese colpite. Siamo certi che si farà presto piena luce su quanto accaduto – dichiara l’Ufficio di Presidenza di Federbalneari Italia – e rinnoviamo la nostra fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine e degli inquirenti affinché episodi del genere vengano isolati e condannati con fermezza. Le nostre imprese associate di Ostia sono realtà sane, esempio di un turismo balneare di qualità, in linea con le migliori aziende del mare italiano. Non possiamo permettere che atti intimidatori ne compromettano l’immagine positiva del ‘Mare di Roma’ che merita rispetto per il valore sociale ed economico che rappresenta per il territorio e per la comunità.”
Polizze Catastrofali: Salta la proroga di Fratelli d’Italia, imprese in allarme
Si complica il percorso delle imprese italiane verso l’obbligo di stipulare polizze assicurative contro eventi catastrofali. L’emendamento presentato da Fratelli d’Italia (FdI) al “decreto Bollette”, che proponeva una proroga di sei mesi all’obbligo in scadenza il 31 marzo, non ha superato l’esame di ammissibilità in Parlamento. Una bocciatura che lascia le aziende, soprattutto le piccole e medie imprese (Pmi), in una posizione di grande incertezza a pochi giorni dalla deadline.
L’emendamento di FdI, che avrebbe spostato il termine al 31 ottobre 2025, era stato concepito più come un segnale politico al governo che come una soluzione immediata. Il decreto Bollette, infatti, dovrebbe essere approvato tra circa un mese, quindi dopo l’entrata in vigore dell’obbligo. Tuttavia, la sua inammissibilità spegne ogni speranza di un rinvio parlamentare, lasciando il destino della misura nelle mani dell’esecutivo.
Le proteste delle imprese
Le aziende, rappresentate in primis da Confindustria, non nascondono il loro malcontento. L’obbligo di assicurarsi contro eventi catastrofali – come alluvioni, terremoti o altri disastri naturali – comporta costi significativi, particolarmente gravosi per le Pmi, già alle prese con un contesto economico non semplice. A questo si aggiunge la confusione generata dal decreto attuativo, pubblicato solo il 28 febbraio 2025 e giudicato da molti poco chiaro. “Un mese scarso per adeguarsi a una normativa complessa e onerosa è semplicemente insufficiente”, lamentano gli imprenditori, che da settimane chiedono un rinvio per avere il tempo di valutare opzioni e budget.
L’incontro con Urso e il vertice del 31 marzo
Oggi, 27 marzo, Confindustria incontrerà il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per ribadire la necessità di un posticipo e di chiarimenti normativi. Ma il vero banco di prova sarà il vertice fissato per il 31 marzo, quando tutte le categorie coinvolte si confronteranno con il governo sul tema. Ironia della sorte, questa data coincide con la scadenza dell’obbligo, rendendo il dialogo potenzialmente tardivo per chi non riuscirà ad adeguarsi in tempo.
Un nodo politico ed economico
La questione delle polizze catastrofali si inserisce in un dibattito più ampio sulla gestione del rischio climatico e sulla tutela del tessuto produttivo italiano. Se da un lato l’obbligo mira a garantire una maggiore resilienza delle imprese di fronte a eventi estremi sempre più frequenti, dall’altro il suo impatto economico rischia di penalizzare chi opera con margini ridotti. La bocciatura dell’emendamento di FdI non chiude del tutto la porta a un intervento del governo, ma il tempo stringe e le aziende attendono risposte concrete.
Per ora, senza una proroga ufficiale, le imprese sono chiamate a correre contro il tempo. L’esito degli incontri dei prossimi giorni sarà decisivo per capire se il ministro Urso riuscirà a mediare tra le esigenze del mondo produttivo e gli obiettivi di sicurezza del legislatore. Una cosa è certa: la tensione tra governo e imprese è destinata a salire.
Ostia, stagione balneare 2025 a rischio tra incendi e ricorsi
Nella giornata del 24 marzo 2025, due incendi hanno colpito altrettanti stabilimenti balneari a Ostia, sollevando preoccupazioni riguardo alla sicurezza delle strutture e alle possibili cause dolose.
Il primo incendio si è verificato nel pomeriggio presso lo stabilimento “Le Dune”, situato sul lungomare Caio Duilio. Le fiamme hanno distrutto sei cabine in legno e ne hanno danneggiate altre due. Fortunatamente, non si sono registrati feriti.
In serata, un secondo incendio è divampato presso lo stabilimento “Belsito”, in piazza Sirio. In questo caso, le fiamme hanno interessato una cabina, causando danni limitati grazie al rapido intervento dei vigili del fuoco.
Entrambi gli stabilimenti sono gestiti da figure di spicco nel settore balneare: “Le Dune” è di proprietà di Renato Papagni, ex presidente di Federbalneari, mentre “Belsito” è gestito da Edoardo Moscara, leader del Sib Confcommercio. Le autorità stanno indagando sulle cause dei roghi, non escludendo l’ipotesi dolosa.
Questi episodi si inseriscono in un contesto di tensione legato alla direttiva Bolkestein e alla liberalizzazione delle concessioni balneari, tematiche che vedono coinvolti direttamente i gestori degli stabilimenti colpiti.
Le indagini sono in corso per determinare le cause esatte degli incendi e individuare eventuali responsabili.
In questo scenario, in data odierna, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Comune di Roma contro la sospensiva del TAR, sbloccando i bandi per l’assegnazione delle concessioni di 31 stabilimenti balneari. Il sindaco Roberto Gualtieri ha accolto la decisione con soddisfazione, sottolineando l’importanza di rilanciare il litorale romano nel rispetto delle normative europee sulla concorrenza.
Tuttavia, le associazioni di categoria hanno espresso preoccupazione riguardo ai tempi ristretti per l’organizzazione della prossima stagione balneare, prevista per iniziare il 1° maggio.
“Questa ordinanza non convince per la stringatezza e la fragilità delle motivazioni – ha commentato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio. La possibilità degli attuali gestori di partecipare alla gara non può prevalere come, invece, argomenta il Consiglio di Stato su ogni altra valutazione, circa l’evidente illegittimità del bando rispetto alla normativa vigente, così come chiarito dal Tar del Lazio. Questa ordinanza che è cautelare – quindi provvisoria – non elimina, anzi alimenta, ulteriormente il caos sulla balneazione attrezzata a Roma prodotto da un provvedimento frettoloso e giuridicamente sbagliato che, siamo convinti, sarà accertato e dichiarato nel merito”.
“Sussiste il rischio concreto e reale che gli stabilimenti balneari del Lido di Roma non possano essere operativi e completamente funzionanti per la prossima stagione estiva – conclude Capacchione, lanciando un grido di allarme. – Spetta adesso al Comune di Roma evitare il verificarsi di questa gravissima eventualità”.
“Tanta euforia da parte del sindaco Gualtieri e dell’assessore Zevi per la decisione del Consiglio di Stato che ha decretato lo stop della sospensiva del Tar al bando delle concessioni balneari del litorale romano mi sembra del tutto fuori luogo per una serie di motivi anche perché è una decisione cautelare e non definitiva. Diciamo subito che è veramente ridicolo fare nuove gare per un anno solo e che sembra altrettanto bizzarro pensare che si arrivi alle nuove concessioni entro il 1° maggio, data di apertura della nuova stagione, avendo quindi a disposizione poco più di un mese. Inoltre è bene ricordare che manca ancora il decreto governativo che stabilisce gli indennizzi ai concessionari uscenti, che non è stato approvato il piano di utilizzazione degli arenili (Pua) e che la norma nazionale concordata con la Commissione Europea ha spostato le gare al 2027. Non si tratta di difendere uno status quo, ma di dare certezze ad un settore che invece al momento naviga a vista, in attesa della pronuncia del Tar sul merito prevista per il prossimo ottobre che potrebbe rimescolare tutte le carte”.
Nonostante gli entusiastici commenti di certa stampa e del sindaco Gualtieri, resta una grandissima incognita per la prossima stagione balneare. Chi si accollerà i costi per la gestione di un solo anno considerando anche che molti stabilimenti sono gravemente danneggiati dalle mareggiate invernali?