Federbalneari: successo senza precedenti nella gara per le Concessioni Demaniali a Ginosa Marina

Gli avvocati Gaetano Giordano e Mariarosaria Mazzacano, rispettivamente Coordinatore sviluppo sud Italia e tesoriere campano di Federbalneari, annunciano con soddisfazione il brillante risultato dagli stessi ottenuto nella procedura di affidamento delle concessioni demaniali indetta dal Comune di Ginosa.

“Abbiamo fornito supporto tecnico legale alla nostra associata, Perla dello jonio, di Ginosa Marina, nella partecipazione ad una delle prime procedure indette in Italia per l’affidamento di 20 lotti. È con immenso piacere che annunciamo di aver ottenuto il massimo risultato possibile, consistente nell’aggiudicazione di tutti e tre i lotti, ai quali abbiamo preso parte. Il risultato è stato stupefacente: abbiamo ottenuto per ogni lotto un punteggio superiore a 96/100, distanziando le tre seconde classificate di circa 50 punti”.

Parallelamente alla partecipazione alla gara, l’avv. Giordano, col supporto dell’avv. Mazzacano, ha presentato ricorso al TAR Puglia – Lecce ottenendo il riconoscimento della legittimità dell’occupazione già in essere della Perla dello Jonio fino all’aggiudicazione.

Infine, grazie al giudizio tuttora pendente, il Comune di Ginosa si è visto costretto a prorogare tutte le concessioni già in essere fino al 15 settembre 2025.

“Siamo estremamente soddisfatti del risultato ottenuto, avendo raggiunto quasi il massimo dei punteggi. Ringraziamo l’Associazione Federbalneari e gli avv.ti Giordano e Mazzacano per l’impareggiabile risultato ottenuto” commentano i proprietari della Perla dello Jonio.

Bolkestein, che succede se lo Stato non può dire “ce lo chiede l’Europa”

Cosa c’è da dire ancora della recente sentenza del Tar Toscana che, citando precedenti sentenze della Corte di Giustizia Europea, ha fermato il punto sul fatto che le concessioni demaniali marittime esistenti prima del recepimento della Direttiva Bolkestein nell’ordinamento italiano non rientrino nella stessa? Molto, considerato il silenzio quasi generale dei media nazionali solitamente pronti, anche con pressappochismo, a enfatizzare invece sentenze più critiche verso il mondo balneare italiano. Silenzio, va detto, avallato da quello totale dei due principali sindacati, la Confcommercio e la Confesercenti a livello nazionale.

Eppure a breve sono attese due ulteriori sentenze, una della Corte Costituzionale italiana, che si esprimerà il 9 aprile e una della Corte di Giustizia Europea, sempre tramite l’avv. Vincenzo De Michele e sempre attraverso i ricorsi presentati dai concessionari di Rimini (anche su altri temi).

La sentenza del Tar Toscana traduce letteralmente quanto già espresso dalla Corte di Giustizia Europea che non può essere oggetto di ricorso e di ritrattazione: “Il diritto comunitario non impone” l’applicazione della Direttiva a rapporti giuridici in essere, a tempo indeterminato o pluriennale, ovvero il caso delle concessioni demaniali italiane. .

Il “non impone” non vuole dire “vieta”. Lo Stato Italiano ha un margine ampio di sovranità che nel corso degli ultimi 15 anni, complici pressioni forti della Commissione Europea e insensate sentenze cassate per incostituzionalità e non solo, ha finto di non avere. “Ce lo chiede l’Europa” è stato il mantra di politici che, entrati nella stanza dei bottoni, hanno finto di non avere margini di decisione per liberarsi dalle responsabilità di scelte non popolari.

Non vuol dire “vieta” ma “non impone” implica che la responsabilità di qualsiasi scelta cade, politicamente e tecnicamente, sull’apparato governativo (e statale) italiano. Responsabilità anche sul fronte del processo civile. Modificare l’istituto giuridico con le quali migliaia di imprese sono sorte, hanno investito e impostato un progetto di vita è una scelta che incombe sull’attuale governo. Non solo sul ministro Salvini e sul presidente Meloni, ma anche sui massimi dirigenti dello Stato italiano che firmeranno definitivamente l’eventuale decisione di mettere a gara le concessioni balneari italiane.

La responsabilità sarà quella di esporsi a migliaia di ricorsi per il mancato riconoscimento di quanto sottoscritto tra le parti (diritto di insistenza, rinnovo periodico della concessione) che aveva originato gli investimenti altrimenti non attuati. I contratti, quando non rispettati o modificati, come minimo danno origine al ripristino della situazione iniziale oltre che al pagamento di penali per il mancato rispetto dell’accordo.

Oltre che il valore aziendale dell’impresa eventualmente soggetta alla gara ci saranno ingenti richieste di risarcimento danni. A questo si aggiungano i ricorsi sulle eventuali gare e l’incertezza per chiunque (subentrante, subentrato, amministrazioni comunali), con contraccolpo fortissimo sul turismo balneare.

FISA e ANAB: “Un protocollo storico per la sicurezza e la tutela degli Assistenti Bagnanti”

Le due sigle FISA e ANAB, rispettivamente rappresentate dai presidenti Raffaele PERROTTA e Guido BALLARIN, siglano un Protocollo d’Intesa Storico.

In un’epoca in cui la sicurezza in acqua è diventata una priorità assoluta, due organizzazioni di spicco, la Federazione Italiana Salvamento Acquatico (FISA) e l’Associazione Nazionale Assistenti Bagnanti (ANAB), hanno unito le forze in un protocollo d’intesa rivoluzionario. L’accordo segna un significativo passo avanti nella professionalizzazione e nella protezione della figura dell’assistente bagnante, garantendo standard di sicurezza più elevati e un unico linguaggio per tutti i frequentatori di ambienti acquatici e affini.

Obiettivi ed Ambizioni del Protocollo

Il cuore di questa collaborazione risiede nell’impegno condiviso di entrambe le organizzazioni a:

  • Elevare e unificare gli standard professionali: Attraverso programmi di formazione congiunti con aggiornamenti continui, FISA e ANAB mirano a fornire agli assistenti bagnanti sia competenze aggiornate e all’avanguardia, sia quelle necessarie per affrontare efficacemente le emergenze in acqua e soprattutto in mare.
  • Proteggere la figura dell’assistente bagnante: Il protocollo, infatti, per la prima volta si concentra sulla valorizzazione del ruolo dell’assistente bagnante, riconoscendone l’importanza cruciale nella prevenzione degli incidenti e nel salvataggio di vite umane.
  • Promuovere la cultura della sicurezza in acqua: Attraverso iniziative di sensibilizzazione e campagne educative, FISA e ANAB si impegnano a diffondere la consapevolezza dei rischi legati all’acqua e a promuovere comportamenti sicuri per le future generazioni.
  • Un futuro più sicuro per tutti: Il protocollo include anche preziose informazioni sulla gestione contrattualistica e sull’assistenza legale specifica per la categoria, offrendo supporto agli assistenti bagnanti nelle sfide burocratiche del mondo del lavoro.

La sinergia tra FISA e ANAB promette di innalzare il livello di sicurezza in piscine, spiagge e altri ambienti, come quello della protezione civile. Grazie a questa collaborazione, gli assistenti bagnanti saranno meglio preparati ad affrontare le sfide del loro lavoro, garantendo il proprio ruolo sociale. Questo protocollo d’intesa rappresenta un esempio virtuoso di come la collaborazione tra organizzazioni altamente competenti possa portare a risultati significativi nella protezione della vita umana.

Il motto di questa collaborazione è: “Non è importante chi siamo, ma ciò che facciamo ci identifica.”