Mare accessibile: via al censimento delle strutture balneari in Liguria

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore al Turismo, dell’assessore al Demanio Marittimo e dell’assessore alle Politiche socio sanitarie, ha approvato lo schema di protocollo di intesa tra Regione Liguria, Inail, Consulta Regionale per la tutela dei diritti della persone con disabilità, Associazione italiana sclerosi multipla e Agenzia In Liguria finalizzato all’aggiornamento del censimento delle spiagge libere attrezzate e degli stabilimenti balneari presenti sul territorio regionale per la realizzazione e la promozione di una “Guida Mare Accessibile 2023”.
Le strutture balneari saranno censite in base al grado di accessibilità: presenza/assenza di barriere architettoniche, parcheggi riservati, servizi igienici adatti a persone in carrozzina, servizio bar/ristorante accessibili, accesso diretto al mare con ausili per persone con ridotta mobilità.
Si darà corso ad azioni finalizzate ad ampliare la fruizione accessibile ed inclusiva del nostro mare ai residenti e ai turisti con disabilità. La Guida Mare Accessibile 2023 sarà veicolata attraverso i siti istituzionali dei soggetti partecipanti, in particolare il sito e l’app Lamialiguria.
“La Guida Mare Accessibile 2023 è solo il primo passo per poter rendere accessibili a tutti le nostre splendide spiagge: stiamo andando incontro ad un turismo inclusivo che occupa un segmento di mercato sempre più in espansione. Sono molto contento della fattiva collaborazione tra Regione, Inail, Consulta Regionale per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, Aism e Agenzia In Liguria che ci consente di intensificare la promozione anche attraverso tutti i canali digitali a nostra disposizione”, dichiara l’assessore regionale al Turismo.
“Fondamentale per la Regione garantire servizi per le persone con disabilità – spiega l’assessore al Demanio Marittimo – e con l’avvio della nuova stagione dobbiamo essere pronti per proporre un’offerta turistica e assistenziale accorta e strutturata. Coniugare, pertanto, servizi e fruibilità non è solo un dovere nei confronti delle persone diversamente abili ma è anche un sostegno agli imprenditori balneari e dell’indotto impegnato a far fronte con professionalità alla domanda turistica crescente. In questi anni abbiamo investito molto per attrezzare le nostre coste e la nostra Liguria – conclude l’assessore – che è meritatamente tra le principali mete turistiche internazionali non solo per la bellezza del territorio, la ricchezza del patrimonio artistico e la notorietà della tradizione culinaria, ma anche per il trend crescente dei servizi alle persone con disabilità”.
“Un altro passo importate per rendere la nostra Regione sempre più inclusiva – afferma l’assessore alle Politiche socio-sanitarie – la morfologia della nostra costa non sempre agevola chi vuole trascorrere delle piacevoli ore al mare, proprio per questo motivo la Guida Mare accessibile 2023 è uno strumento essenziale che offrirà ai Liguri e ai tanti turisti la garanzia di trovare spiagge e stabilimenti in grado di accoglierli rispondendo alle diverse necessità. Credo che sia fondamentale creare sempre più opportunità inclusive in ogni contesto, abbiamo infatti deliberato contestualmente un bando per la realizzazione di attività mirate all’accoglienza e all’accompagnamento al mare delle persone con disabilità. Un finanziamento di 50.000 euro che saranno ripartite tra le 5 migliori proposte progettuali che verranno implementate sul territorio ligure”.

Parte la campagna di Legambiente “Spiagge e fondali puliti”

Il 12, 13 e 14 maggio si terrà Spiagge e Fondali Puliti, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati lungo le nostre bellissime coste. 

Sono ancora tanti, troppi, i rifiuti sulle nostre spiagge. Lo scorso anno abbiamo censito 834 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia: in gran parte plastica,  l’84%, e  tanti i rifiuti usa e getta, il 46% del totale raccolto. Dati preoccupanti. La plastica, ormai lo sappiamo bene,  non si dissolve mai e l’impatto sull’ecosistema marino è devastante. E anche sulla nostra salute, le microplastiche hanno pervaso la catena alimentare. 

È importante prenderci cura delle nostre spiagge, dei nostri fiumi e del nostro mare, a partire dai nostri stili di vita: da una corretta raccolta differenziata alle battaglie per chiedere leggi sempre più puntuali nella gestione dei rifiuti. Ma anche impegnandoci attivamente: il mare ha bisogno di noi,  ripulire le spiagge e i fondali dai rifiuti è un atto di protesta e di cura per il bene comune.

Quanti rifiuti si trovano sulle spiagge italiane? Ancora troppi! Con l’indagine Beach Litter 2023 abbiamo monitorato 38 lidi in 15 regioni: censita una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia,  di cui il 72,5% è composto da plastica.

Il marine litter , ossia i rifiuti dispersi in mare o lungo le coste, resta una delle grandi minacce ambientali da affrontare a livello globale. Sono causa di inquinamento che arreca gravi danni agli ecosistemi oceanici, impattando sia sulla fauna selvatica che sugli esseri umani. Con l’indagine Beach litter, uno straordinario lavoro di citizen science ad opera di centinaia volontari dei circoli locali di Legambiente, ogni anno monitoriamo e classifichiamo i rifiuti dispersi sulle nostre spiagge, per tenere alta l’attenzione su questa emergenza che colpisce duramente anche i nostri lidi.  

>>Infografica dati Beach Litter 2023

La fografia scattata quest’anno sulle nostre spiagge è sempre, purtroppo,  impietosa: le spiagge rimangono l’indecorosa pattumiera delle nostre attività. Dalla plastica ai mozziconi di sigaretta, da cotton-fioc agli assorbenti igenici, i rifiuti che abbiamo trovato sono la testimonianza di abitudini scorrette e nocive per l’ambiente. 

In particolare abbiamo monitorato  38 spiagge relative a 15 Regioni (Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna). Su un totale di 232.800 mq di area campionata sono stati contati 36.543 rifiuti, una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Immaginate due corsie di una piscina olimpionica completamente piene di rifiuti di cui il 72,5% è composto da polimeri artificiali/plastica, che si attestano come sempre il materiale più trovato. Ma quest’anno a peggiorare il quadro sono i rifiuti di vetro/ceramica (9,2% del totale), composti per lo più da materiale da costruzione (tegole, mattoni, piastrelle ecc.) smaltito irregolarmente in spiaggia. Seguono il metallo (6,8% dei rifiuti raccolti) e la carta e cartone (il 3,9% del totale). Il restante materiale raccolto è costituito da tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, rifiuti da cibo e sostanze chimiche.  

 TOP TEN DEI RIFIUTI SPIAGGIATI 

Circa la metà del totale di questi rifiuti monitorati (il 52% del totale) è rappresentata da sole 10 tipologie di oggetto (sulle 180 categorie totali) rispetto alle quali emergono due elementi: da un lato, l’ingresso in top ten, direttamente al quarto posto, del materiale da costruzione con il 5,8%; dall’altro il calo della categoria stoviglie usa e getta, quest’anno al nono posto della classifica con il 3% del totale 

 Tornando alla classifica, al primo posto si confermano i frammenti di plastica (tra 2,5 cm e 50cm) con il 10,9% sul totale; seguono tappi e coperchi con l’8,6% sul totale e mozziconi di sigarette con il 6%. Al quinto posto, ci sono i cotton fioc in plastica (4% del totale). Con il 3,9 % del totale troviamo i frammenti di polistirolo (tra 2,5 cm e 50 cm) e le bottiglie e contenitori per bevande rispettivamente al sesto e settimo posto della classifica. Chiudono la classifica, all’ottavo e decimo posto, con il 3,1% e 3 % rispettivamente altri oggetti di plastica e le bottiglie di vetro (e pezzi di bottiglie di vetro) quest’ultime, al pari del materiale di costruzione, new entry negativa della top ten dei rifiuti spiaggiati. 

RIFIUTI MONOUSO IN PLASTICA 

Rispetto ai rifiuti di plastica raccolti, il 46% del totale è costituito dai 10+1 oggetti considerati nella SUP (Single Use Plastics), la Direttiva europea che si pone come obiettivo quello di ridurre l’uso delle plastiche monouso, non biodegradabili e non compostabili, e che da gennaio 2022 è applicata in Italia.  

Anche quest’anno le bottiglie in plastica, inclusi i tappi e anelli (il 15% del totale e il 39% rispetto ai soli oggetti della SUP) si confermano come la tipologia di rifiuti relativa alla “categoria SUP” più trovata in assoluto sulle spiagge campionate dai volontari di Legambiente – ben 5.487 volte. Seguono i mozziconi di sigaretta le reti e attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica entrambe il 15% della “categoria SUP”.  

Relativamente all’ambito dei contenitori in plastica per alimenti, che quest’anno rappresentano l’1% del totale rinvenuto (6% degli oggetti SUP), i bicchieri di plastica rappresentano solo lo 0,7% del totale raccolto ed il 3% degli oggetti SUP. Compongono il settore alimentare anche le posate e piatti di plastica che rappresentano l’1% degli oggetti SUP. 

Completano la classifica le cannucce e agitatori per cocktail (1% dei rifiuti totali, 3% della SUP), le buste di plastica (2% del totale, 3% della SUP) quest’ultime ancora presenti sulle spiagge italiane nonostante il bando esistente dal 2013 nel nostro Paese che ha comunque permesso una riduzione nell’uso di sacchetti del 55% ed infine, gli assorbenti igienici e palloncini di gomma per cui è stata proposta un’etichettatura chiara, che indichi il loro impatto sull’ambiente e la presenza di plastica. In questo caso le quantità rinvenute da Legambiente sono più contenute rispetto ai rifiuti più presenti, ma pur sempre considerevoli: i volontari hanno censito 58 assorbenti igienici e 103 palloncini di gomma