FISA ottiene l’autorizzazione, Perrotta: “La lotta per la giustizia continua”
La Federazione Italiana Salvamento Acquatico (FISA) ha ottenuto una nuova autorizzazione ministeriale che le permette di continuare a formare soccorritori acquatici e rilasciare brevetti validi per il salvamento in mare, laghi, piscine e fiumi. Un risultato che conferma la solidità del percorso intrapreso dall’associazione e la qualità del suo operato. Ma per il presidente Raffaele Perrotta, questo non è un punto d’arrivo. “L’autorizzazione che abbiamo ricevuto conferma la correttezza del nostro percorso – ha dichiarato – ma non ci fa dimenticare l’ingiustizia di un decreto statale che continua a penalizzare il settore.” Il numero uno della FISA denuncia infatti l’esistenza di un quadro normativo che, a suo giudizio, crea squilibri tra gli operatori e non valorizza adeguatamente la figura dell’assistente bagnanti. “Nonostante oggi la legge sia a nostro favore – ha aggiunto – non possiamo accettare che sia ingiusta per altri. La giustizia non deve essere un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti. La nostra battaglia non è solo per noi, ma per l’intero popolo e per le future generazioni.” Perrotta chiede un cambiamento radicale: un decreto più equo che riconosca il merito e dia pari opportunità a chiunque voglia contribuire alla sicurezza in acqua, un mestiere spesso sottovalutato nonostante i rischi e le responsabilità che comporta. “Dobbiamo assicurarci che chiunque voglia contribuire alla sicurezza in mare lo possa fare in un sistema giusto e senza disparità,” ha sottolineato. La FISA, pur rafforzata dall’autorizzazione ottenuta, vuole quindi farsi portavoce di una battaglia più ampia, mettendo al centro non solo i propri interessi ma anche i principi di equità, giustizia sociale e responsabilità collettiva. Il presidente Perrotta ha concluso con un monito: “Chi non fa niente per impedire un’ingiustizia è colpevole quanto chi la commette.”