Rapporto “Paesaggi sommersi”, il 20% delle spiagge italiane a rischio entro il 2050

Il XVII Rapporto “Paesaggi sommersi” della Società Geografica Italiana è stato presentato questa mattina a Roma, nel Palazzetto Mattei in Villa Celimontana, con un focus sugli impatti della crisi climatica lungo le coste italiane e sulle strategie di riconfigurazione territoriale necessarie nei prossimi decenni. Il documento avverte che l’Italia rischia di perdere circa il 20% delle spiagge entro il 2050 e fino al 45% entro il 2100, richiamando istituzioni e territori a una governance equilibrata e non catastrofista ma operativa.

Il Rapporto, intitolato “Paesaggi sommersi. Geografie della crisi climatica nei territori costieri italiani”, è il XVII rapporto annuale della Società Geografica Italiana e propone una lettura integrata delle dinamiche ambientali, sociali, economiche e politiche che interessano i litorali italiani. L’intento è contestualizzare territorialmente gli scenari di rischio e riflettere su alternative concrete di riconfigurazione dei paesaggi costieri, superando visioni meramente allarmistiche e orientando l’azione pubblica.​ Secondo le elaborazioni richiamate nella presentazione, entro il 2050 potrebbe essere sommerso circa il 20% delle spiagge italiane, con un aggravamento fino a circa il 40–45% a fine secolo, in funzione degli scenari emissivi e dell’innalzamento del livello del mare. Le dinamiche in atto combinano innalzamento del mare, allagamenti temporanei o permanenti, erosione litoranea e pressioni demografiche e urbanistiche, con effetti cumulativi sulla morfologia costiera.

Il Rapporto sottolinea che gli scenari previsionali vanno letti alla luce dei “valori” ambientali e antropici effettivamente coinvolti, distinguendo tra tratti costieri, insediamenti e ecosistemi con diversa esposizione e vulnerabilità. La cornice proposta integra valutazioni geofisiche con ricadute paesaggistiche, ecologiche, socio‑economiche e politico‑istituzionali per costruire risposte territoriali adeguate e differenziate.​​

Tra i casi territoriali evidenziati oggi in rassegna stampa, in Sardegna risultano particolarmente esposti i comprensori di Cagliari e Oristano, in un quadro regionale segnato da erosione e rischio di allagamenti costieri. Anche qui il Rapporto invita a evitare allarmismi sterili e a pianificare interventi di adattamento realistici, calibrati su pressioni urbanistiche e dinamiche marine locali.

Il messaggio di fondo non è apocalittico ma operativo: serve agire con equilibrio, traducendo gli scenari in politiche di adattamento, mitigazione delle pressioni e riprogettazione dei tratti costieri più vulnerabili. L’orizzonte include misure di gestione integrata della fascia costiera e opzioni di riconfigurazione dei paesaggi, da valutare caso per caso con strumenti conoscitivi aggiornati.

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